martedì 21 maggio 2013

Vapore e fumo



Vapore e fumo
A Stefania La Rosa, che in alcune cose aveva ragione in altre no. 

Vapore e fumo
oggi
mentre mi immergo
 e tento di annegare
tre parti di me
sotto uno scolo
usato
Ché la nebbia che porta
nelle stanze
ché la viltà di certi abbaiare
nel vento
ché i poliziotti implorano
sempre chi tenta
il suicidio
ché la gente è corrisposta davvero male
alla tempie che stressa.

Allora Me è venuto a prendere
gli ultimi lasciti di un sistema
che opera e vive sui numeri,
solo per qualificarli come
capitani dell’ignoto.

Ascolta i corpi
e vedrai il ronzio
emanare da dentro
non certo dalle mosche
che succhiano fuori

Sgretolarsi come l’hashish
sgretolarsi come chi accarezza
il bene che tutti non vogliono a tutti.
Sgretolarsi come una luna al contrario.

C’è dello stagno fuso
che ci ha sigillato.
Gli uni diversi dagli altri, quindi,
gli altri uguali, quindi.
Il vapore è identico al fumo
quando l’acqua è di plastica
minimale
trasparente
cancerogena.
Bere molta acqua in effetti
ti purifica l’organismo
ma di certo non può
ripulirti sotto le unghia che simbioticamente
ci graffiano tutta la psiche.

Quello che più mi manca
è poter dormire nel letto
di mia madre.
A quel punto è ben chiaro
il processo di schizofrenia
che porta ogni uomo
a credere vero
quello che immagina nevroticamente
spinto da quanto nulla combacia
nel disegno merdoso
di Dio per gli Uomini.
Manca un pavimento ora,
e le persone volano sotto per la gravità,
manca un pavimento.
Allora date la scelta
e riceverete figli schizzati
e le penne saranno seni
per succhiare un po’
di pace
un po’ di vecchia pace dentro.

Chi manipola chi?
Che necessita di chi?
Chi sfibra chi?
Le vittime del destino
sono destinate
ad essere sempre e solo vittime,
per loro il dolore è come
le piogge per il deserto
(e non sto paradossalmente parlando di me)

Una preghiera
per chi muore ogni giorno
è una presa in giro.
Una preghiera è
una presa in giro.

Di certo fumo e vapore
si assimilano alla pelle,
di certo la pelle
si assimila ad una pelle diversa.
Pisciare dunque nei bagni dei disabili
equivale quasi sempre a pisciarsi
addosso,
ma spezzettare le braccia
al me stesso
ma sperare che un giorno
una mano affoghi nel mio esofago
ma sperperare le arterie
per dare alla memoria
una garanzia
sono alcune tra quelle cose che faccio
senza vederne il senso.

Di certo il vapore e il fumo
condannano la primavera
al ruolo difficile
di succedanea della felicità,
ma la sintesi che
avviene
non vale nulla in confronto.

Stami pollini
e insetti
ho addosso,
ma la natura si allontana
sempre
velata dalle nebbie
dell’autostima che andiamo
perdendo.
Vapore e fumo
foglie rachitiche
che dell’anima sentono
solo l’informazione genetica.
Vapore e fumo
foglie rachitiche
che dell’anima sentono
solo l’informazione genetica.

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