domenica 30 novembre 2014

Queen Street

Queen Street

Qualcosa che arde
lentamente.

Lei è
daze,
夢中,
perfezione
già corrotta.

Heron vuole
stare seduto
vicino ad un laghetto
e diventare
la scala di variazioni del blu

Un gabbiano,
fermo,
imperatore.
È il triste
ticchettio
delle ciglia
degli altri

Canne fischiano
nel vuoto
un rumore,
natura.

Tutto successe
in una parziale sera
per Queen Street:

-Seduto vicino
ad una strega rossa
con un trucco sfumato,
blur,
distrutto da lacrime.
Fumava
e io le rollavo accanto.

-Tre operai gallesi,
uno ha una chitarra
ma non ha più la vita.
Chiedo loro un accendino
e in cambio vogliono qualche tiro
della mia sigaretta
che ritualmente
si passano
l’un l’altro


La lingua
è la cosa più vecchia che ci è rimasta
e
dovremmo
commemorare
più spesso
gli Indoeuropei
morti
e nati
per portare avanti
la mitologia dell’esistenza.

La borghesia qui
adora travestirsi
da Vanity Fair
e molti ribelli
ora corrono

Un tempo, poi,
cadde lo scudo
di fronte alla finestra
e vidi per la prima volta
un campo di grano, biondo.

Un nigga con i capelli
del principe di Belair,
una folla invisibile
per lo più.
Mentre modern slutty pompon girls
si esibiscono
volgarmente
un signorotto idiota
calcia una lattina di ferro
per compensare lo schifo che ha dentro.

Su un’isola io ed Eddy Gordo,
e un narghilè.

Poi Kevin prese l’ukulele
e cantò la notte,
il sesso con la morte,
il paradiso hawaiano,
e cominciammo
a diventare il mare

Mi sono perso, devo ammetterlo.
È terrificante
come distorcersi
un ago
in bocca
e piangere.

La prima puntata di Streghe

Faern
la fotterei
forte

La vecchiaia

簡単



giovedì 27 novembre 2014

Yoshimitsu



Yoshimitsu

Continuare a fumare
e cose che vagano di nascosto
dentro il ventre.

La perversione è più forte di me,
ogni uomo è schizofrenico.

Non ho che nebbia
non ho che nebbia,
e parallelismi,
armature d’alfiere,
mele verdi.

Sì ci schianteremo

La morte sembra
una grande fottuta con la più bella

Adesso ho toccato il sole,
初めて.
Ed ero stanchissimo,
ho perso proprio
il conto
dei ricordi

Trilly era nuda e minuscola,
sulle spiagge
dell’isola che non c’è
solo il nostro io invecchia

Paralisi nel sonno:
vedo nello specchio
una donna di ferro
incompleta
contorcersi.
Poi mi accorgo
che non lo sto nemmeno guardando, lo specchio.

È tropicale l’amore

Un piccolo sensei
dentro di me
insegna l’uso della spada

Cominciò la rivolta,
la spiaggia di Favignana,
le fucilate.

Purtroppo tutti noi
facciamo parte
della generazione.

Da adesso crederò:
un salto in una piega
dello spazio-tempo.
La profondissima vibrazione e
il clitoride si drizza,
visto dal basso
sembra l’entrata suntuosa
del palazzo del Visir

Yoshimitsu
si allena in una foresta verde ,
a volte medita

Ecco, un’altra volta
scendo a piedi
da Trecastagni
a Lavinaio.
Ci ho guadagnato solo
ricordi agrodolci
e arance,
almeno per qualche tempo
ho avuto la possibilità di godere
dell’immagine
per come l’avevo
percepita ed associata
la prima volta

Di nuovo
perdo coscienza
dell’aspetto sociale.

Un uomo al buio
dentro Bute Park
fa avanti e indietro
incappucciato
tiene in mano
un taglia-erba

L’ago cade

Un eroismo
che non c’è più

Da un certo punto di vista
un sasso
può anche essere
una cascata
nella piscina della memoria

In una stanza azzurra
un uomo disse:
“Non sono un mostro”
per provare a se stesso
che non lo era

Scolorire.

Infatti proverò a masticare
più lentamente
il merluzzo o il salmone

L’armadio di Zia Nora
novantaquattrenne,
certo navigare infedele
in una giostra storta
ed è impossibile
svestirsi o svestirsi del tutto

Il cielo di un altro uomo
che non esiste.
Le pietre sussurrano
spesso parole
monotone,
tranquille, giuste.

Tacchino destinato
a non saper volare

Scheletri danzano
con i polsi rotti
e il torace aperto
su tombe di muschio,
e blueberry, e malattie tenere.

Noi siamo il post-moderno,
inutile negarlo
ed impossibile uscirne fuori

Kierkegaard aveva ragione,
ragione da vendere

Da solo nell’immensa isola,
laghi, baie grigie,
sensazioni morbide,
scappare, perdere pezzi,
ascoltare
l’intimissima
anima
di un fico selvatico.

E i navigatori greci
si ritrovarono
persi
in un paradiso di pistacchi,
e gerani, e ginestre,
e rocce appuntite,
e sole

Non puoi immaginare
il tempo come una linea

Vorrei divorare
una donna più grande
e dormire

Pian piano
un pesce d’oro
diventa cosciente

Estrarre dai cristalli
la purezza delle cose
per come appaiono,
non per come sono.

Filottete e il suo arco
e la sua gamba in cancrena

Tornare

C’è un luogo che sembra
un sommergibile
nella terra degli inuit

血の海, e così sia,
gli eserciti massacrati da rombi
e da valori gotici
ora formano un tappeto
di cadaveri.
È questo il simbolo migliore

Non ha più senso
non riuscire a descriversi.
È come un chiodo
arroventato
che preme.

Stanco e deluso
da una vagina di pietra secca,
sulle cosce di una dama
cipolle e pomodori,
e funghi porcini.

Da una stanza che non è la mia
due donne bionde
innalzano
un cubo nero, lucido,
bluastro.

Mi interrogo sull’intricatissima rete
di stimolo→ associazione dei campi sensoriali
e delle percezioni→ assimilazione dell’immagine
mentre guardo un mare
molto salato
dal bordo
di una caverna metafisica

Come comprendere un’aureola a specchio,
un sottofondo di morte
e gioventù,
un germe autoimmune?

Tavolate, borghesi ingordi,
una spirale prima delle ovaie,
catenine d’argento, traumi,
nei, colpi di frusta.

Figli

Escape the hole
if you dare

Esattamente
triplicata
la marea.

Un’isoletta
e il sapore del mango

Non riesco ancora
a relegare la tristezza
solamente agli occhi, mio re.

Non si può
tagliare il destino in due

Una visione
di paguri, e piccole piovre,
e granchi, e alghe.
Il mare è il punto d’arrivo.
Il mare è il punto d’arrivo.

Si spegne il ticchettio insopportabile
nella pancia del coccodrillo,
finalmente il tempo si è fermato.

venerdì 21 novembre 2014

La schiena


La schiena

L’ultima nuotata
di un poliomelitico cigno

Una donna, squilla
un telefono
e sistematicamente
giorno dopo giorno
la pillola scende in gola

Avendo pietrificato

Nascondere le bambole
più brutte e demoniache

 Scopro vene nuove
-accadrà (deve accadere)-

L’entrata in scena del rettile

Un esercito di sciamani
con gloriose armature di metallo rosso
e scettri
assedia
la piramide di Anubi (vogliono divorare il suo corpo),
finalmente il deserto,
è un po’ pallido

Parecchie volte
diamo vita agli oggetti
e agli oggetti astratti,
è in un modo o nell’altro
la quinta dimensione

In una stanza tutta blu cianotico
che è la mia
una ragazza che non mi ha amato se non per un momento
ed io
ammiriamo
un quadro beige
dal quale vieni fuori
la mano di un demonio.

Sollevare un monolito nero
verso il tetto di legno

Il gigante si copre il volto
con un cappuccio di cuoio
per non vedere


Queen Street
all’angolo
è un inganno vittoriano
dove
romanico e gotico
possono coesistere in pace
e a volte persino
combaciare

Su invito di Re Iena
ho visitato
il reame dei randagi,
dove il pelo grigio
rimane
e si prova ad ammanettare il destino

Dissi ad Elettra
che infondo  è normale
tagliarsi virtualmente i polsi
e diventare l’Antartide, 
amare la prima cosa 
che ci ha sradicato la pupilla.

Un palazzo interminabile,
se vuoi entrarci
non dimenticare
di trasformarti nella tua ombra
e di tenere bene a mente
la faccia del fantasma che hai visto.
Al momento giusto
affonderai anche tu nel lago del buio
e il tuo limite non sarà più
logicamente concepibile

La paura.
Facile.

Un compleanno nel 1998,
sul muretto
aiuole, lucertole,
una bacinella azzurra

La balena nera,
custode della porta
verso la notte- la vera notte-
aprì la bocca e ingoio
la nostra armata di voodoo, ladri,
aironi e ricordi.
Lì dentro, tutte le possibili
conseguenze di noi e
le immagini di noi stessi
in ogni eventuale forma
apparivano come un arcobaleno
il cui spettro andava dal blu al viola

Passarono anni
e mi accorsi
di cose inquietanti
nascoste dietro le porte

una mano va a ficcarsi dentro

Poi tantissimo sole.

Di schiena un angelo nudo
visto camminare
e potrebbe non piovere al momento giusto,
coprirsi la coscienza è male.
Dal buco che c’è nella mente, nella mente,
solo mostri e piccoli viali.
Di schiena un angelo nudo,
come comportarsi
di fronte alla voragine immensa?

Il tempo è un cubo, adesso,
in cui per forza si sta stretti-

mercoledì 19 novembre 2014

Una danza

Una danza

La natura è un bordello.

Il guerriero sta danzando nei venti,
è il giorno in cui la neve venne creata

La natura è un bordello

A conclusione di ciò provo a diventare un ciliegio,
impossibile
liberarsi
dalle mie
carni

Il guerriero sta danzando. La sua rabbia
è la sua katana
e urla contro un mondo di nulla
chiuso in conchiglia
cenere

Sono il primo che applaudisce
di fronte ad un guscio
che prova a schiudersi

L’esercito avanza



domenica 16 novembre 2014

Verde (3)

Verde (3)

Nel trauma
mi ritrovai
e sbocco.
Jimmy.
Probabilmente stasera
mi lamenterò nel sonno.

poi sono morto

finalmente capisco la mia scrittura


Verde (2)

Verde (2)

Un contrasto,
specialmente nel percorso del druido

Siamo piccoli

Invidia

Non cercare la nebbia
in quei buchi
tanto sensibili

Paura di addentrarsi in

Aspetto con calma
l’alba del cuore bianco,
il battito,
arriverà con voce blu
da lago metallico fuso
e ci troverà
magari nemmeno pronti

Sono anni che rincorro
colline
e cicatrici umane di idee

Postulato:
Una realtà mentale
è inevitabilmente
superiore.

おめでとう
dicesti, dall’alto della tua nudità,
come una distesa di sabbia bianca.
Ora, non devi più preoccuparti…
Il demone è morto
in un inferno rosso

Cerebro
tuoni confondono
urla
lapidi
testimoni
vipere

Comprendere ciò che dici

Decima dimensione.

Verde.
Verde.

Pietà per i morti

Larve e nidi di larve,
un pensiero nero,
Mitra che sgozza un toro
da cui esce l’universo

: vedendo noi stessi
sgocciolare
ci paragoniamo a dio
e lo massacriamo



giovedì 13 novembre 2014

Verde (1)

Verde (1)

Tutto successe ancora prima di darti un nome

Sotto di noi la punta enorme
di un iceberg.
Divenni ghiaccio
e vidi coralli fluorescenti
crescere e amarsi
sotto la statua di un’anima.
Un mondo rinchiuso nel gelo.

Eppure, tutto cambia in un secondo:
ciò che prima era lo scudo
adesso diviene spada
in una guerra di rovi, zecche,
黒白い馬, pedoni ed esistenzialisti.


E non mi sono ancora ribellato alle Converse

martedì 11 novembre 2014

Goodbye Jack Lupino

Goodbye Jack Lupino

Ha sanguinato la terra,
abbiamo pianto anche noi,
mescolando ricordi e vene
e capezzoli induriti

che sia la cera
a ricoprire
il volti tagliati
sfigurati da un vaiolo di luna,
eccetera eccetera….

Mi ritorna in mente
il buio blu di partorire

È  un addio rivolto a te,
è per il segno che hai lasciato
quando entravi
in chiese erette per Satana
con la tua valchiria
e volevi uccidere il detective
ad ogni costo

Certo, ogni pietra è destinata
a sgretolarsi, e così noi.
Al contrario è
un disegno incomprensibile
appeso ad un muro rosa di cartongesso.
È scomparire…..
Bisogna.

Troppi alludono al sé
in parole come scuse
per non avere
le squame

Non raccogliermi

L’atmosfera diventò di gomma:
Un capannone abbandonato
al Polo Nord
e colpi soffici continuano
a percuotere

Scusami se prima ero un rettile,
e non fotte niente

Danza lo spettro viola

Dividiamoci equamente
l’eredità
del Grande Re Scheletro.

La memoria è inequivocabile,
come addentrarsi
in uno spazio indefinito e d’oro

Ripensandoci
la piuma sarebbe potuta cadere
in un’altra piazza,
non c’è nulla al di fuori di noi.

L’esercito di immigrati
cavalca contro la Burocrazia

Non prendere le pillole

Cadi

è come una pancia morbida
su cui morire con la testa
appoggiata.

Ecco, spolpatevi per bene
l’albero della conoscenza.
Poi chiusi in una tomba
per l’eternità
non c’era niente da fare
e si sono amati

Come chiudere la pelle, ora?

Alcuni ronin
dispersi
accettano il mondo
intrappolati in un’armatura
di caos nero

Più in là un alieno

non vuole nemmeno guardarmi in faccia

sabato 8 novembre 2014

Poesia per il cadavere

Poesia per il cadavere

Ebbi come l’impressione di non morire.
Ecco i sintomi che precedono
l’immersione dell’orso polare
in un buco di ghiaccio d’Antartide

Quelli vanno d’accordo con tutti

Uno sgocciolare di acqua
in un dramma indifeso .
La danza delle vittime,
falciate on purpose
e ridotte in frantumi
dal vuoto
dal fresco
che si sente

Una scelta importante,
una scelta importante.
Qualcosa
smette di brillare oggi
in un lago immaturo
contemporaneamente
al non averti uccisa.
Freddi dettagli
tagliano a fette sottili
la pelle della testa,
e tu vuoi e non vuoi muoverti.

Un coltello conficcato
nella mano metallica
del dott. Destino

Che cosa occorre controllare?
Quale foresta buia
è questa
stavolta?

Uno scroscio continuo
di zampe minuscole

Dico addio al cadavere
grigio sacco rappresentante il nulla anarchico
e prova tangibile di un annichilire costante, costante.

Nel presente
fare caso a figure vitree
di più colori,
slanciate, snelle,
la vista si offusca in più modi,
è e dev’essere anarchia

Insomma,
il vestito di colpa
cade.
La maschera del fantasma addosso
e via contro il Gran Demone taurino,
contro Kaileena,
contro ricordi di tre anni fa

Tutto quanto silenzio lapide e finestra
cacciavite che si ficca a sangue nel terzo occhio,
fuoco viola,
eccola, la dea di colore.
Baciarla è stata la sorpresa migliore di Novembre,
ma sempre con alle spalle
un caleidoscopio lunghissimo
decorato da un motivo di squame di rettile.


È pazzesco.
Tutto piove fuori da tutto
anche lo spirito
smarrisce la foschia di cui è composto
mentre le 4 di mattina
assumono la forma
di un angelo blu e grigio

Due lesbiche
si nutrono una del seno dell’altra
sotto stroboscopia
un tumulto
un tumulto
un tumulto

Preghiera per l’immenso bordello
e dita gonfie
e sbattito di porte
e gemito di bambine
accumulate come tante piccole tombe
dentro la coscienza.
Un tempo
chiaccheravano
godevano in segreto
e dio era il loro pensiero

Ecco, scorgo uno scoglio,
la terra viva.
La linfa.
Ricongiungerò le vene tagliate
ai giacimenti di metallo nella miniera

L’isola: un grandissimo mistero.
Una ninfa magra
vive lì
infesta le sabbie ed il successivo oceano
in cerca di qualcuno che, avendo contezza di lei,
riesca a donarle una forma sensibile.
Questo potremmo essere
e altro ancora,
una mano aperta sul muschio bianco,
una siringa piena,
il fa diesis minore,
l’apnea sociale che rende
opaco e malsano
l’Ardea Cinerea
dei tuoi battiti d’occhi mai percepiti

In un letto enorme
ho parlato piano
alla tua fica sorridente
e lei mi ha ringraziato pulsando,
eri bianca.
Poi ho dato un piccolo saluto
al tempo che ci mastica
lento
e con attenzione

La danza delle vittime
in un parquet
e velluto rosso,
non sono gli altri i colpevoli.

È il dado che continua ad oscillare
sul tavolino blu chiaro.

Strappare, quindi, dalla parvenza,
ciò che più ritenete vero e puro e cristallino,
salvarlo dall’immenso ammasso
di schifo e mannaie
mentre tutto è risucchiato
via lontano
dalla sua vera forma,
ed ogni istante si uccide per amore
di quello successivo.

Immergersi in un indescrivibile oceano porpora
è quello che c’è fra di noi

Ombra ombra ombra
e talvolta un po’ di sole forte.

Infine il mondo è crollato
per sua stessa necessità intrinseca,
assistere come demoni grossi e muti
e vestiti di rosso
e maschere di paura

Dico addio al cadavere
la mia armatura per molto tempo,
affiderò le spoglie ad amici che ritornano



mercoledì 5 novembre 2014

Shotsu kigeki

Shotsu kigeki

Forse è stato il tempo

Scheggiare la conchiglia,
questo viso deve pietà
al circo arancione qui intorno.

“Lo capisci in che bordello ci hai messo?”
disse Kant a David Hume in un salotto
del’700

In siberia solo neve e tremore del labbro di sotto

C’è Alex fuori che canta per attirare attenzioni
come un lupo idiota
(rispondo:  “rendiamo questa serata interessante” )
mentre Giulietta impara a memoria il kamasutra
e il fumo si disperde tra poster
e la luce sembra danzare meglio di tutte,
poi arriva
un gift dalla divinità.
In strada hanabi esplodono
riflettendo la semplicissima armonia del giapponese
e in un altro contesto
vomitiamo
gettando tutti noi stessi in un cassonetto di umido
e sperando nell’universo.
Un indefinibile inferno di croci
piantate a forza dentro la pelle della terra,
l’anima
si disperde
in fretta.

È un corridoio di jungla
dove sciamani bambini
corrono
tatuati
in cerca di una preda.
Anche oggi scanneranno il bufalo a mani nude
e ne mangeranno


Il freddo arriva
accompagnato da alieni terribili
su un ricordo del 2008.
Con una maglietta emergency
la ragazza si avvicina
in una stanza dai muri blu.

Stacco teatrale:

A mezzogiorno,
parlando con gli anni ’90
personificati
in una piccola folla di persone
dentro una stanza azzurra di agosto.
Tra loro riconosco
Mighty Max col suo cappello viola,
Il Detective Payne, Francesco La Rosa,
Eddy Gordo, Ace Ventura e Mitsurugi
Non sono mai stato meglio.
Dal balcone grigio scuro
vedo edera artistica
una piscina piccola
una poltrona
una finestra.
Un albero giallo a sinistra.

E io

È durato troppo poco
il respiro,
ecco, per qualche secondo
posso immergermi
in un mare di cobalto
impossibile da definire----
è la cosa più simile all’amare
che abbia trovato

Opportunamente
il mondo assorbe il mondo

Non ricordo dove sono rimasto,
una frase un tantino complessa questa.

Un immenso teatro
dà su una scogliera
(credo ci sia la squaresoft di mezzo)
la principessa ha i capelli neri
---.-.-.,--,-,ò—ò èù --..---.-.ààe
io
non
riesco
proprio
a ricreare
le cose
le spiagge
che ho dentro

è capitato, così,
sarà stato un giorno di settembre
nella via che porta da Pedara a Tremestieri.

Come si tira fuori il concetto dalla cosa in sé?
dico…riflettici, cazzo!
Come si estrapola ciò che è da ciò che è?

Non concludi niente
col sonno.

Caro Giacomo,
scusami proprio,
ma oggi non riesco per niente a provare piacere
guardando fuori da una finestra chiusa.

***


Il martirio a New York,
Fitzgerald piange di fronte ad un pianoforte
cercando di nuotare controcorrente rispetto al tempo

Le strade deserte prima delle isole ryukyu,
sono rimasti pochi varani,
gli altri sono scomparsi
al di là dell’Indonesia
al di là dell’India

Un templio d’oro
che ti avvolge e basta

Dove porterà la via di fuoco,
in quale oasi verde ?

“Forza, gente, forza!
La finestra è aperta, chi vuole buttarsi si butti!
AAAAAAAAAAAAAAH.
Strappatevi, strappatevi, contorcetevi,
fatevi avanti signori e signore!”
disse un uomo piccolo guardato da un balcone del secondo piano,
portava un vestito grigio e bordeaux
e cercava di strapparsi via il cervello dal cranio
con le sue mani da iena,
e urlava.

Proteggete il Menhir
bianco pomice
la corteccia chiara
dell’albero
le vostre ombre

Adesso che avete visto,
i demoni più anziani
compariranno nelle vostre
allucinazioni
e la nada
ricoprirà la superficie trasparente degli occhi ,
non si esce da questa melma nera
palude in cui
non si diventa mai
completamente

La signorina Psichedelia
(una ragazza con un taglio osè ed un vestitino fosforescente)
si versa del tè corretto
seduta ad un tavolino estivo,
e noi tutti le sorridiamo


Poi lo schianto.
Neanche questa volta
le cose sono riuscite
a manifestare veramente
se stesse

Inseguito
dal Dahaka
guardiano della distruzione e della morte
correvo per la medina
cercando di trarmi fuori
dalle conseguenze dei viaggi nel tempo,
lui è serpenti che arrivano ovunque,
ombra,
sabbia.
Non rivedrò l’imperatrice
non rivedrò Babilonia.

Finalmente lungo il Civant,
fuori, fuori.




lunedì 3 novembre 2014

Il deserto

Il deserto

È stato molto bello sentire freddo,
brividi,
denti che percuotono denti
cercando di fuggire
lo sfavillante crollare della testa.

Febbri

Nel deserto il colonnello
non ha riconosciuto più
né se stesso né gli altri
a causa di un immenso dolore.
Arso dentro e poi
si è lasciato cadere in una voragine di sabbia nera.

È capitato
di pensare
di potere.
Uno sbaglio disposto a salvarti la vita

Conversando col mio vomito
in un bagno leggero
ho invidiato molto
Afon Taf e il suo orgoglioso scorrere,
parchi infinitamente verdi,
due corvi vicini.
L’ultimo attimo…. la luna
è fuoco viola
intorno ad occhi
puliti e chiari,
si stende sulla realtà
un velo grigio chiaro,
un’ustione sulle dita,
l’inesprimibile incoerenza
di una casa immensa e bianca,
germogliare.

Meccanismi di legno
e la principessa elfica sa come svestirsi,
dice che non è necessario
essere visti dal mondo  in quanto tali
perché tali non si è

Smascherando
la bellezza estiva ed eventuale
del giorno
posso vedere l’ombra del sorriso
che provavi ad avere….
e c’è poca cenere da conservare
in quest’urna di corpo
e di mente

Il vetro bluastro
si può intravedere
una bellissima apocalisse
e smetterla di dormire
di morire
di calpestare
noi e non

Una collina apparente:
lama di una spada
nella bocca dell’anima,
per onore e solo per onore,
per sfiorire con stile,
per non vacillare più.
Impossibile terminarsi altrimenti.

Si è scolorita una vecchia foto
per lo più di luce
e cose che non si ricordano

Immagini.
Spero.
Creare una forma nel vuoto.

Fiori di sakura
come ferite
tutt’intorno è azzurro

Sbattuti fuori dal ventre marcio
io e un piccolo plotone di menzogne e infarti
seguimmo il vento in follia
e ciò che rimaneva dello spettacolo.
Abbiamo visto il teatro crollare
spaccarsi
lacerarsi
ma niente rivelare
niente di cui convincersi.

Signore,
lei è la sua cravatta
le sue certezze,
la cera che le ricopre
quella faccia fascista,
un sapere inutile
accumulato in grappoli
dentro noia e viltà. Ecco cos’è.

Pensando di poter
ricreare
il passato
ho immaginato a forza
il divano blu
e tre anni


Un piccolo cristallo
si sfracella,
un piccolo cristallo si ferma
dopo l’avvenire stanco
delle cose.

Passa anche qui la processione di vergini
silenziose e calde,
funeree, mistiche,
viola,
tutte legate
dall’unico particolare
della nostalgia,
vanno avanti nude
sperando di spaccare in due
il grembo che le ha sputate
il seno che le ha distorte,
a volte le vedi
dissotterrare ricordi mai avuti
e amarli