sabato 10 aprile 2021

Eris Klinz ti ringrazio

 

 

Una persona pulita mi è apparsa come un orecchio.

Un orecchio enorme.

 

Puoi abbracciarlo addirittura

e crescere con lui

fino a diventare

talmente trasparente

da amare.

 

Noi siamo ancora di fango

e puteolente scaglia detritica

e schifo e madonne.

 

Madonne che non pregano

se non la spina enorme e sporca

che le intasa

e stanno scalze

sulla crosta di un aguzzo pianeta convesso.

Quattro dicembre

 


 

…. e tanti auguri,

o comparto argomentabile

di solitudini superabili

con prepotenza.

 

Se la malattia è veramente tale

sono libero.

Oscilla al vento il ventre

e sfoglia opuscoli insicuri

sulla faccia arrugginita

della sfera di cristallo

 

Ovvero noi sbaglieremo di nuovo il colpo

con un arco a mezza luna,

percorrendo però la giusta strada

se la si immagina

e da artigli la si traduce in abbraccio.

 

 

Tre dicembre.

 


 

Un altro piccolo esubero

di un dio che scorre in vena

ed è maiale e porco

 e sangue e vento

 e sasso

 e saggezza

e vomito di schifo

 

Ho potato, sì, ma mai sradicato.

Esiste una sublime risposta

a questo accumularsi

di bestiame scheletrico

che bussa ossesso

alle porte del tronco.

Sa di zero e tre anni, di iodio

e disturbo.

 

Ma la porta di legno è marcia.

 

Assolutamente.

 

Non ti porterò con me.