martedì 30 agosto 2016

Blu Lunare, primo pelo di coda

Bravo. Bravissimo.
Tanti te stesso. È diventata un’ossessione.
E parli tu, parli tu, fiocco gelido di parole
penso che ogn’uno è un maestro
penso che ogn’uno è da riverire solennemente
Vita disgraziata che arrivi con guanciotte ispide
bimba demonica
c’hai dato la musica per poter guardare oltre ai nostri occhi.
C’hai dato la musica per poter giocare.
C’hai dato la musica perchè è il linguaggio
dello spirito
dove non ha quasi più forma.
C’hai dato la musica affinchè logos diventasse suono
logos diventasse ombra e onda
logos sconfiggesse il suo essere nulla
diventando ogni cosa,
e affinchè infine logos in quel nulla
forte d’autocoscienza ritornasse.

Pastoso e controverso è lo scorrere di questo fiume di volti
A fatica lo mastichi finchè non t’accostumi ad esso.

Siamo i deuteragonisti del romanzo della nostra vita
che è la vita di tutti,
il protagonista è tutto fatto di fuoco intuito
e subitanea immaginazione
e non lo controllerai mai.

Poi capelli al vento ed una strada
e ti sfioro lentamente il viso
perché sei piccola e bella e solare,
oggi almeno per oggi risplenderò su voi, regina.

Sul palco tutti legati insieme dall’Anabasi
cominciata e non potete più abbandonarla.
Corde vibrano
tamburi
assisti o spettro
alla nostra Arte,
e negl’altri prendi per ciascuno
una forma diversa.

Ci muoviamo come topi in cerca
d’una madre collettiva, rimasugli legnosi naufragati
d’un vascello stupendo
dunque o scoglio o scoglio
apri a noi le braccia
che piangiamo e siamo felici
nella pelle d’oca,
apri a noi le braccia.
Segui te stesso e mai altro alcuno,
sappi te stesso individuare e seguire
di volta in volta.
Fulmine amico mio tu placati nell’urlo
fiume amico mio tu continua a scorrere
cavaliere amico mio
sconfiggi il lutto
spada e bilancia impugna
e allora potrai dal mazzo scegliere
l’arcano numero XXI

domenica 28 agosto 2016

Bianco come la Svezia

Rilassato
bianco come la Svezia
forse ti stai ricomponendo.
Come quei tendini del polso sinistro
e quei legamenti
che qualche mese fa
si son spezzati in un delirio.

Gioacchino, che strana parte di me….
con la coda ed in mano un canovaccio
che non abbiamo scelto
e che è in fondo
l’unico punto certo da cui partire.

22 agosto ’16

Il compleanno del drago

Devo scrivere tutto, ogni cosa.  
A quel punto potrò andarmene da qui.

Non siamo mai veramente cresciuti
ed è una conquista,
ed insieme siamo molto potenti.
Fratelli d’una grande tribù di pensiero libero
e libera manifestazione del sé.

Non posso dire con certezza d’aver sofferto,
non ricordo più se ho sofferto o meno.

Di voi ho le sembianze
ed il temperamento
e questo non potrà cambiare mai.

domenica 21 agosto 2016

Euforia #20

Riferendosi al 17 agosto

Una giornata due ne contenne.
Con te corsaro e con te borghese dama,
con te impaurito e con te sassofonista avvocato
improvvisavamo in varie tonalità
ed ognuno pensava al proprio malessere.

Mi hai regalato una conchiglia
che poi davanti agl’occhi t’ho rotto, per sbaglio.

Cosa tieni lì in bocca, o bellissima ragazza
che sei un riflesso di questo mantello
tra il verde ed il blu?

Poi la baia dei turchi era bianca di sole
l’acqua un cristallo meraviglioso
ed uniti nel gemito dei corpi
era un tornare
al mare e alla terra.
E dal mare e la terra
alla luce venire, ancora.

Nudi immersi
all’orizzonte a Muntagna
accanto a lei il tramonto
di fronte a lei la luna ormai piena,
nel silenzio subacqueo posso esclamare:
"Sono giunto, sono finalmente giunto"

Di maggio e novembre

Devi trovare un senso di compromesso
tra l’immensa espansione di Zeus
e d’Hermes la sintesi.
Così come sei, bella
come un fiore falciato
abbandonato al lato d’una strada
T’ho amata ma non sapevo perché!
E tu non ricordavi neanche chi eri,
non lo sapevi.
Non sapevi volere.
E ti rivedo e non so più dir se triste o felice sei
sono
siamo, uno di fronte all’altro.

Poi v’è stato un lungo momento in cui la mia mente
si muoveva e per te danzava,
sarebbe sicuramente potuto durare di più…..
e ti dirò  che non v’è mai
la scelta che tentiamo
con dita dagli occhi verdi,
non posso completamente dire d’aver scelto
perché trasportato dalla mia beduina bestia feroce
divorerò o sarò calmo e paziente.

Un’idea di te mi riempie di nostalgia,
l’altra di rabbia,
non puoi distinguere le cose
quando si contengono a vicenda!
Ma troppo adulta in poco tempo
e nel modo sbagliato diventasti,
il nostro percorso è evidentemente
una giusta caduta
(ti ringrazio per aver spezzato, ti ringrazio per aver ceso,
ti ringrazio per aver trafitto noi- io non l’avrei mai fatto-
e aver permesso a noi di rinascere ancora)

La verità è che nella simbiosi al di là di tutto
e nella completa e successiva negazione
di codesta simbiosi
v’è un comune risultato algebrico: presenza di dolore
e poi un sorriso di grano

Sulla costruzione della grande pagoda dell’oca

“Non mangiarmi! Anche se stai morendo di fame,
non mangiarmi! “
disse Buddha sotto forma di oca
a Xuanzang

Parlando con un nulla

Compassione compatire,
tutto è te stesso.
Gli uomini tante volte hanno interpretato male
il concetto aristotelico
di non contraddizione.
A è uguale ad A, ma non applicarlo alla fenomenologia….
applicalo alla noumenologia!

Ti parlavo, dolce nulla di vita rossa vestito,
di compassione,
del fatto che ti amo e t’ho sempre amato
ma trascinato dalla mia indole
t’assegnerò un posto subordinato al mio
o superiore.
Da te inseminato sarò
o t’ucciderò e ti farò soffrire,
ti sorriderò o t’urlerò forte un canto
per tutta la rabbia.

E poi le tenaglie.
Questa è la storta caviglia,
un piccione senza una gamba,
un ladro mascherato
un potente e forte guscio.

Sì. Sì. Dall’alta montagna
una coda di vespe
e poi il tuo sangue,
sono qui per il tuo sangue.
Vecchio sasso non sai che dentro
tu hai l’acqua mortale e questa ti sospingerà sempre
verso un nulla più in là,
vecchia montagna dura inscalfibile
non sai che nel cuore hai morbidi petali di teschio
e che trasformeranno la tua rocciosa faccia
in una stella.

Fa la maschera cadere

Fa la maschera cadere. Applica la ragione
ma ad essa non abbandonarti.
Natura Natura Natura
Nessuno ti ha ancora perso veramente.
Ognuno la faccia
dovrebbe nella terra lavare,
nella terra.
Tenebrosa quand’è notte
ci vedi riflessa l’adamantina ombra bellissima
e quand’è giorno
è un cristallo imponente di legni.
Perché l’aria non è mai cambiata
e ti spinge ti sospinge
è un inno alla meditazione ed alla trasformazione

Chissà come sono visto dall’esterno?

Ho capito che non era uno scherzo, poi,
tutto quel giochetto che Cartesio- all’inizio del suo percorso logico-
aveva recitato,
ovvero che la realtà è insomma
un grande sogno
finale fantasia
tra nuvole e nuvole

Monte Vernà

Atterrito. Sei meno d’un’armatura greca.
Basta poco per stupirti
per sconvolgerti.

Gli amici nuotano nell’ego
solo a volte riescono a mettere la testa fuori,
non trovano interessante essere dio
o avere la realtà dentro al cuore.

Imperturbabile devi essere
ma il bene gigante che senti
non scomparirà.
L’anima ha tutti i colori ma soprattutto
il viola ed il blu quand’è più chiaro,
posso ormai a comando
far scomparire e ricomparire
il mondo accanto ai miei occhi.
Perché sono solo un riflesso
come tutto il resto,
anche quando il resto soffre in un nascondiglio
di sospiri e spifferi
e non vuole assolutamente sentire dolore

La natura invece ti scioglie
quasi completamente
nel suo essere la più bella donna di sempre.
La luce serpeggia
e tu vedi rami,
la terra del bosco,
rovi,
odore di stalla senti,
volti antichi, forme antiche.

Che fame! Mai avuto tanta fame!
(riferendomi alla foresta
che si presenta davanti ai miei occhi
come un’immanente satura divina)

sabato 20 agosto 2016

Io e Carmela

(reprise)

Eri nata con Marte
anche tu ancestrale sorella e moglie,
Carmela,
posta a vaglio del passar dal sesto al dodicesimo
segno.
Elio, Elio, 大日, seppelitemi, 太陽

Nella Guerra del Grande Io

E li lascerai vivere e parlare
scioglieranno le loro insicurezze
come principio salino
in acqua verde.
Papà armonia universale
Mamma terra
Papà mondo intero
Mamma corpo e anima
Papà albero immenso
Mamma Oceano
ti vedrai per come sei.

E v’erano ali che svolazzavano in un’immensa conchiglia

Stanati dalla vostra vecchia casa
scoprite che v’è un giardino da coltivare
in ognuno.
Attorniato dal caldo sole d’agosto
vivevo a casa di Gesù che stava lì immobile
ricoperto di simboli
come un quadro di Kandinsky
e non lo capivo minimamente.
Mare impervio ma buono.
Inferno rovente orribile
ma lo vorrai e lo sceglierai
senza neanche accorgertene.

Hai di nuovo fatto la bella scappare
col tuo magico sorriso a specchio.
Gli altri non ne sapranno mai nulla
di codesta tempesta arcana
tra i beati capelli.
Senza macchia senza colpa
perchè non v’è macchia non v’è colpa
se non quella di un logos incorruttibile
immanente
calato respinto dall’ansia
di manifestarsi a se stesso.

Urlasti e dall’oceano hai poi capito
che nuotando arrivasti.
Covato da ciò di cui sei parte diamante.
Come tre alberi ramificati nel vento
taciturni estraniati dal contesto.

Una memoria che è grande come una luna,
a-mors. 

Volevi parlare di un equitario sentimento
di fratellanza,
tra i soldati camerata
nella guerra del Grande Io
eravate quelli che più ricordavano
più sentivano lo spazio-tempo avvolgersi
come una mangusta.
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Cinque agosto,

Lapislazzuli
È certo che lei di desiderio arde
e cerca la ragione.

Ed era la marittima via stellata,
podio confuso
di seimila luci.

Cosa ne sarà del povero fauno
e del povero druido
con i loro nomi
di stupendi pastori o serpenti?

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Segni. Pentagoni.
Tiferet.
Hod.
Netzah.
Boaz.
Jachin.

La ragazza si ricoprì di cruciverba,
c’eravamo conosciuti
tre vite prima
ed era probabilmente morta prematura.
Ho dischiuso un segreto.
Ve ne sono a migliaia qui,
nascosti e sottili e impercettibili.

T’ho inventato e reso bellissima
e t’ho perduto a posta.
Eri un’anima dunque mare
Con tutto ciò che ne comporta,
non tornare
da me
non tornare
che in me sfera immensa
sei e sempre sarai

***************

L’apice lo raggiunsi una volta
col più semplice dei respiri.

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Pianeta dentro

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Un urlo sorride ad un urlo
entrambi soli su una panchina.
Ha provato a gesticolare
ma tremava,
separato come un tentacolo di polpo.

Alla corte di Nerone

Potrebbe in te non ricomporsi
niente di niente.
Tuttavia lotterai tanto,
calmo, mansueto, vigile.
Espropriare te stesso vero
da te stesso falso.
E questi peli irsuti, eretti,
che sembrano una jungla.
Questi peli mieterai
questo grano
questa terra feconderai
questo cielo
e già lo tocchi
con le lunghe dita.
Pazienta.
Sappi, sir, che non sei
quella maschera di rabbia irrazionale
che manifesti al nido.

Sei tutti, non farti dunque influenzare
emotivamente da loro,
accettali. 

Stylograph e un pugno sulla costola

È stupenda la maniera in cui scrivi, o tu nera dama.

“Cipralex!”
disse l’oplita
mentre il sangue macedone
si disperdeva lontano da casa.

Capirò? Non capirò?
Fare pugni con un fratello mio
per sfogarci di tutto questo saturno
che ci consuma da dentro…..
credo abbia dato una profonda scossa all’universo
che sia io e che te conteniamo.

E comunque attendi che una giornata finisca
per comprenderla fino in fondo!

giovedì 11 agosto 2016

Uno agosto

È l’uno agosto.
Piano piano dal toro s’è passati ai gemelli 
dal cancro al leone.
Adesso hai un grande cuore
ma proprio grande.
Questo fuoco acceso per salvaguardare i morti
t’ha come un aerostato portato
in alto in alto
nel bene e nel male.
Sono tutti i miei ricordi etnei
le mie emozioni
che in me causano
di pianto una cascata
dall’interno.

Pensavo pensavo e toh!
Mi sono accorto che la realtà non esiste.
Siamo figli della stessa pigna
caduta dall’Albero della Vita
scagliata dalla terra al cielo
dal cielo alla terra.

Dal volto le giuste pesche
stiamo esagerando ma crediamo d’aver capito.

Un  giorno anche di questo
riacquisteremo tutti la memoria.

Sicilia pt.2

Sicilia ti vedo e t’amo.
Sei azzurra e verde e mi sei mancata.
Tenebra m’aspetta e esoterismo
ma il mio corpo più vero sei tu.
È  ciò che la macchia mediterranea urla:
“Sono antica, e bellissima”

Fortunato chi nasce al sud
che questo paradiso
di sogni di pesce luna
è nostro

Confesso che ho paura.
Voglio urlare, volare
e piangere
tutto nudo nel fango
che tutto è magnifico
tutto è stupendo.
 Assaggia la terra.
Assaggia un fresco pugno di terra
dalle tue stesse mani, almeno una volta.
Mordi, poi, anche il tuo corpo, bacialo però.
Devi entrambi questi gesti all’universo.
Piano piano andrò tra gli ulivi, dimenticando.
Piano piano
cammineremo scalzi
da Furci Siculo a Posto Leone,
dimenticando.

Qui e ora

O dei bambini sul treno seconda classe.

Invece questa volta
nella materia hai di nuovo fatto
un danno incredibile!
Dove sei? Dove sei adesso,
che sei ancora vivo?
Dove sei adesso che sei materia
e nella materia
e in tutta la materia?
V’è su di voi una spada sospesa.
L’anima per troppo tempo e spazio cercaste
ed adesso vi ponete
evanescenti
a parlare
e a sorridere a tutti
ma…. la realtà non apprezza
chi real non può più essere!

Sono anni che contro il mondo fuori
combattete
sereni e sereni mai.
Ora, la spada vostra è temprata a buon punto.
Fermatevi. FERMATEVI, è UN ORDINE!
Qui e ora, qui e ora
con la più presente sezione del cerebro vostro
siete.
QUI E ORA! 

Cosa vuoi negare e fino a che punto?
Cosa vuoi tagliare via
e fino a che termine?
Lo enuncio, per la terza volta:
da te cadrà quel cancro di scimmia
almeno parzialmente
e tornerai a respirare.

Il problema è dunque nella materia,
ma non nella sua esistenza!
Quella, purtroppo,
è solo in parte negabile…
è nella materia in quanto
fine, punto d’arrivo.
Sai, sai, è un tramite.
Serve per capire che non serve.
La componente dell’enigma
che t’è ancora incognita è la tua paura.
Sì. Hai paura, della materia.
Hai paura d’esser sempre ad un passo
dal disfacimento sociale- in quanto proprietario-
e fisico- in quanto corpo che si muove.

La materia devi saperla dominare
e poi solo poi la butterai via.
Con la paura allontani da te qualcosa che è già dentro di te
e che mai potrai allontanare.

Sul treno, seconda classe, ognuno il suo dramma.
I bambini per tutto o una lacrima o un sorriso,
seguono delle logiche sottili
incomprensibili
nella loro complicità.

L’eremita e l’appeso

Dall’altra parte della stanza
qualcuno aveva paura di qualcun altro,
qualcuno che temeva che qualcun altro
il proprio terribile segreto
riuscisse a scoprire
senza considerare l’idea di dar luce,
a codesto segreto,
di slegargli le ali

Perché se sei immenso
non sei assolutamente
adattabile
e parti
per la tua personale brigata
come l’armata Brancaleone.

L’eremita, difatti,
quel particolare eremita
aveva conquistato
il fuoco della sua lanterna
solo rendendosi appeso

Monotono e viscerale

Si dovrà pur fermare questo corpo qui
e non voglio.
Sai tuttavia che è la cosa giusta. Grazie.
Che valore possiamo dare al nostro tempo
se il dubbio è nel buio?

Non so neanche cos’è che voglio addormentare
o eccitare
quando altero la mia coscienza
E poi non v’è verità che basti a saziarmi.

So che ogni uomo danza
So che ogni uomo danza

Sulla sferografia della risposta
è un enigma cristallino.
Il leone lo prende ed in un morso solo l’assimila,
ma il sacerdote cerca di utilizzare
su tutto
un metodo deduttivo,
canteremo insieme?
Sì, un’opera jazz
piano contrabbasso batteria
chitarra e voce
per urlare
e le spade sguainare
contro l’apparenza delle cose.

Monotono e viscerale,
troppo meditabondo e mentale,
filosofico,
sembri Gerone all’inferno
ho perso il conto
dei volti e delle schiene

.... E le mantovane

E le mantovane, che tanto il sud guardano storto,
proprio al concerto di una band napoletana
decidono tutte di innamorarsi.

venerdì 5 agosto 2016

Poesia per i miei ragazzi e ragazze trascendentali.

Ragazzi e ragazze mie trascendentali vi saluto.
So che non v’è alcun commiato alcun addio.
Da bambino mi parlavate
il più piano possibile
eravate dentro le orecchie.
Mentre una grande emozione arriva
sto subendo una lunga trasformazione
che cambierà le mie scapole in ali
ma non credo di voler volar via,
qui c’è tantissimo.

E andavo dicendo tutto il tempo
che anche i maiali stanno male
e nessuno m’ha mai creduto

Ho difeso in battaglia un poeta, un matto, un mago,
mi sono lasciato da mille spade massacrare
e non ho alcuna prova per dimostrare che è successo.
Ai tempi volevo solo che il me stesso più comune e blu
capisse che le percezioni le abbiamo inventate noi,
e perché supera la ragione il bene che vi voglio.

I miei ragazzi trascendentali,
i miei ragazzi metafisici
all’oriente del sentimento
allegri, viola, verdi, magici .
Siete anche di carne ed ossa
sembra brutto ricordarselo
in realtà è un’importante lezione.

Adesso hai lo scettro dello scetticismo
ed è diventato enorme,
enorme.
Eppure danzando lo lascerai cadere
perso in un bel seno di donna
s’infrangerà ed i relitti per sempre conserverai.
È il mantello della poesia
che garantisce alla realtà
una calda innevata esistenza.
Tutto esiste, tutto non esiste,
i miei ragazzi trascendentali,
sono fuori e pure mai così dentro a me.
Tutti e tutte partecipi di quello che sembra un dramma
ed in realtà abbiamo solo infiniti tentacoli
tutti tra di loro incastonati, avvinghiati, amati, amanti.

Come sempre ciò che desideravi come punto d’arrivo
(povere le ragazze mie perdonatemi)
hai poi capito che era un ennesimo slancio
verso un oltre più blu.
Non smetterò d’amare nessuna di voi mai e poi mai
smetterò d’amarvi,
misere mie ragazze trascendentali.
Non è mai stato un peso,
se il mio cristallo viola toccato avete
allora siete già le più belle dame del reame.
Per una volta ancora voglio oppormi
e dir che
pur essendo tutti la stessa cosa,
o ragazze e ragazzi trascendentali,
v’è una grande parte di noi che è il corpo
ed è posto fuori dalla regola,
ed è il bello del gioco.
Ognuno immanente dentro di sè
e mortale fuori da sé
ha costruito nel cuore
un chiostro romanico
ed una pagoda
e da lì gioisce nell’eterno.
Se ti voglio baciare,
l’ho appena capito,
è perché è dolcissimo sapere
che tu esisti.

Dunque ragazze e ragazzi trascendentali miei
sappiate che ogni respiro
viene dal primo vento
ed ogni spontaneità è un’arca preziosa
da conservare fin quando è possibile,
all’occorrenza mi basterà chiudere gli occhi
e nessuno di voi sarà precipitato in un odioso logico
incolore nulla
perché ogni parte destra è una sibilla
con le mani lunghissime
ed a lei ogni volta
v’aggrapperete.