domenica 21 agosto 2016

Parlando con un nulla

Compassione compatire,
tutto è te stesso.
Gli uomini tante volte hanno interpretato male
il concetto aristotelico
di non contraddizione.
A è uguale ad A, ma non applicarlo alla fenomenologia….
applicalo alla noumenologia!

Ti parlavo, dolce nulla di vita rossa vestito,
di compassione,
del fatto che ti amo e t’ho sempre amato
ma trascinato dalla mia indole
t’assegnerò un posto subordinato al mio
o superiore.
Da te inseminato sarò
o t’ucciderò e ti farò soffrire,
ti sorriderò o t’urlerò forte un canto
per tutta la rabbia.

E poi le tenaglie.
Questa è la storta caviglia,
un piccione senza una gamba,
un ladro mascherato
un potente e forte guscio.

Sì. Sì. Dall’alta montagna
una coda di vespe
e poi il tuo sangue,
sono qui per il tuo sangue.
Vecchio sasso non sai che dentro
tu hai l’acqua mortale e questa ti sospingerà sempre
verso un nulla più in là,
vecchia montagna dura inscalfibile
non sai che nel cuore hai morbidi petali di teschio
e che trasformeranno la tua rocciosa faccia
in una stella.

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