giovedì 28 giugno 2018

Mezz'estate


Frusta bagno azzurro
colava dal davanzale
attaccamento morboso
e verità mai.
Finalmente si son separati,
e verità una volta sola
a mezz’estate
quando il ciclope
ha più caldo
ed è propenso a bere
del buon vino
e confessarsi.

Tutti gli affetti sono
un cespuglio di bacche
ricolmo di odori
brucia e mai si consuma
attende d’esser maturo
per cadere
il figlioletto,
l’arancia deforme nell’arancia
bella.

Calci e pugni e peti vigliacchi
l’unica vita è questa,
questo risultato
di conseguenze
non più evincibili,
calciatore povero in uno stadio
deserto
che rincorre il suo occhio e orecchio.

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Parte 2: 


A mezz’estate
tutto si perde nell’urlo
nella porta sbattuta
O Spettacolo
che prima eri un momento,
bocca di calabrone
su campanula tesa
ora fiore è floscio
imbastisce dal ricordo
una via di ricordo
che non si recupera
o sale e cemento.
Spettacolo che tu abbia fine
che l’ennesima fine
diventi
stadio
in un processo invedibile.

Fame avevamo ,
e gola blu,
e iniettato di sangue
era l’occhio destro
del ratto:
la mia vita può solo esser questa:
mattino pregato di non far sera
fa sera in un ghigno
e noi siamo
giunchi piegati dal vento
opposti alla natura
o sacrosanti calici
bevuti dall’invisibile.  

E allora uomo meridiano
nell’invidia ortodosso
rimani briciola travestita da re,
minchia travestita da palazzo
verme a forma d’eroe:
il fiume è diverso da te
benedetto nella sua scorrevolezza
parla e tace in simultanea.
A lui più di tutti
è dato il compito di non fermarsi,
di non restare
ma otturandolo
lo comprendiamo
o disseccandolo
di sale.

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Comunque non parlare col problema,
parla di lui piuttosto,
della sua inebriante
flessuosa
lentezza,
di come poneva
in ogni tuo affetto
le mani
per soggiogarlo
a trasformarsi.
Non si conosce
la permanenza
delle cose.
esso sono impermanenti
come lo è una guerra.
Conquistato il forte
si volge la capa
dietro
alla pianura,
al campanile,
al monte
tirato in esso
come fulmine,
all’azzurro dell’aria.
Questo in particolare
lo si vorrebbe respirare tutto
in un fiato
ma polmone è sguercio,
lacerato come vela
di nave pirata
dal timor d’impazzire.
Forse perché la sua famiglia
come una spada
ha insegnato
a dividere le cose
destabilizzandone
la quieta unione,
grottesca
la caverna
è diventata
grottesca,
piena di macramè e cristalli,
dipinti a dita
e sogni,
rugiada
e acqua blu
salata e dolce.