martedì 31 marzo 2015

Stomaco

Stomaco

Marzo è durato un secondo.
Chiuso in una demerita cucina schifosa
del Talybronx
dove gambe si stanno appiccicando
a residui zuccherini di vino scadente
che con poca grazia sul pavimento si è rotto
e con ancora meno grazia
dal pavimento
è stato rimosso.
Un threesome metafisico
Io tu e Mary
non può finire…

Il vento del cervello
il vento del cervello
soffia come un Minotauro,
ora è stranamente calmo tuttavia.
Ci si spaventa all’inizio
nell’approcciarsi
a quell’unico stelo,
ma è il contatto spirituale,
la possessione spirituale
quello che dal nulla può bruciare
i corpi e le cose,

Ignite

Mi appenderò il meglio che posso

Sceglierò i bianchi

Tutto sommato
scricchiola
l’ombra di dio
assurdamente
le nostre anime
si impastano
una nell’altra,
i calici mostrano
un serpente dorato
con occhi di rubino
avvolti
nel manico
due donne identiche
in modo inquietante
bevono
coi piedi camminano sul Nilo.

Le ossa sono dure, certo,
sono dure fino a un certo punto.

Sognerò e sognerò
in segreto
una spada per squarciare
un flauto per descrivere
la morte
e un pianoforte per accompagnarla.
Non è comodo il mondo
odio da ora
lo spazio che come argine in futuro
separerà me bestia dalla luce
calda misterica
apocalittico oppio
che da te esala,
remando nihil
scalciando nihil
provare a respirare davvero.
Su di me disegni
superiori simboli
di pazienza
e libero arbitrio
e sopravvivenza,
lascio che finalmente
la coda ricresca.

Inutile maledetto pregare
ma anche quello sta muovendo
il mondo.
Tutti con toghe e veli viola
talmente schifosamente ubriacati
da pisciarsi e cagarsi addosso
in un prato verde.
Una rovente accozzaglia
di finti maghi
e cocainomani
ed esattori, papi,
che si rimpinzano
e ballano e si travestono,
credono di sorridere,
credono di ridere.
Come criticarli?
È la loro luce, malata
ai nostri occhi malati
sembra.

*
*

Vivere nel torace, nello stomaco,
nelle labbra.
I demoni vanno e vengono
con ali allucinanti
meticolosamente nere
dirottano a posta.

Povero Cristaccio

Povero Cristaccio

Povero cristaccio
che non s’è fortificato mai

Io e Alberto
ora sperimentiamo possibilmente amore
come cani bagnati
strisciando dal passato al futuro

domenica 29 marzo 2015

賢者 の 石

賢者 の 石


Morte in occhi rapita
la rabbia che dal corpo emana
è per me fuoco
di vivere
it really pierces me up .
Non c’è epilogo al quarto atto del dramma,
tanto vale ripiegare verso il mio scheletro,
il mio.
E la luce tuttavia non smette
di splendere
alone che irradia
da facce sbagliate
intrappolate.

Ritorno, un’urna d’acqua ionica,
il vento caldo,
l’ombra,
ma non tu
e la tua levigata verità
di carne e spirito.
Solo la strana empatia
derivata da una lunga stagione
di soliloqui tristi e tristi corrispondenze.
Togliere i rovi di fronte al tuo petto,
poterne cogliere i frutti,
poterti amare calma, serena.

*
*

Un accumularsi di masse
umanoidi, non umane.
Logicamente non umane, per lo meno.
Gridano implorano la morte
sbavando vomitano altre versioni corporee
di loro stessi
tutti cancrenizzati nel collo gigante della bestia invidia.
Pietà per quei miserabili
che combattevano
il sultano
and his shiny belly
mostruoso belly
in cui hanno nidificato
la fame la noia
l’avidità

Nelle terre di frontiera
dove piccole spaccature
crepano il terreno,
leggera parietaria
velocemente fiorisce.
Dentro la cassa toracica
un dolmen cresce
spalancando scapole e costole,
frantumando lo schifoso alluminio
delle ossa.
Apre le porte ai fantasmi
ai demoni che chiedono di entrare,
alla preoccupazione eccessiva.

Era cullarsi, cullarsi
e contro se stessi
pianificare la propria vendetta.
Era cullarsi, cullarsi
nello spazio d’ombra
che si proietta ,
dormire all’infinito
in un cespuglio di menta
Un errore costatomi caro.
Per tutto questo tempo
l’albero è immensamente
sprofondato al suo interno
per timore di ramificare
fuori da sé,
e la ninfa
la strada per uscire
non trova,
il povero manovale
cade disperso
nello spazio vuoto
generato dall’ipotesi tutta mentale
dell’abbandono,
dall’assunto psichico
che un marcio punto di vista
così tumefatto
nel nostro animo
non possa essere condiviso.

Infondo è tutta proiezione,
tutta proiezione.
Una folla infinita di gente
che parla da sola
credendo di partecipare della realtà
stanno solamente
facendo l’amore
con uno specchio sbalzato

Tra le spire del calamaro gigante
vomitavo la speranza
prima di ritornare perla
nella splendida conchiglia che sei.
Quindi salvare se stessi.

Quindi salvare se stessi e noi.

Quindi superare il sé e tuffarsi

mercoledì 25 marzo 2015

La forma (n.2 )

La forma (n.2 )

Tormentato da spiriti acuminati
che si stendono e penetrano,
per la prima volta
ho pronunciato
un rituale diverso,
ambito e temuto ad un tempo.

Spada, ha un occhio –tumore
al centro
che si chiude e si apre offeso,
vive.

Scocca la tua freccia migliore,
intingila col sangue dello stomaco
e scoccala.
Trafiggi i tuoi cari padroni
che per tanto tempo
per abitudine
hai amato
e camminerai
tra le vigne,
tra i rami rampicanti
della vite,
nodosi, anziani, saggi,
aggrappati, invischiati
sui tralicci
vene uscite dalla terra.
Il sole può non sorgere,
percezione tutto
ma tutto è sbagliato,
ultra-percezione
immaginata
invece
più vera di un fulmine
più giusta di Gesù.

Un coleottero cornuto (raro)
macchiato di bava color ruggine
ronza melodie
decisamente migliori
della vita.
Trapassiamo in erba fresca,
foglie,
paguri, conchiglie,
cortecce.

お心霊 を 取ろう

Calpestando per stelle
lattine che si accartocciano
immaginaci negli anni ‘30
un grammofono “Please be kind”
la tua mano in me
il mare etc..

Copiare la natura,
comportarsi come lei
è disumano
ma appunto
una via che a volte va presa.
La grazia, opposta alla natura,
il perdono,
la guarigione
sono anche
talmente vicine a me
dal poter essere contenute
sotto la pelle

Sink
Sink

Lo Swansea che perde

e Marco mortificato mondo da sé tagliato
simile
abbandonato nel vento trecastagnese,
un airone che non vola.
Sotto i golfini, sotto le rughe venture
la verità è presente
in negativo,
se ne vedono i risultati,
l’ombra,
le conseguenze
come un masso sul viso scagliato.

お心霊 を 取ろう

Gambe intrecciate a gambe
in una nuvola sporca
magnifica
gallese
non ti lascio andare

Le torture siciliane
sembrano un’altra vita,
ma allo stesso modo
i tesori,
e sgomberare il torace,
ripulire il petto
impossibile cosa
per occhi normali.
Non ci si sposta mai.
Mi sono spostato.
Meno male.



Rei (II)

Rei (II)

Rei bellissima
angelo dai capelli azzurri
diventò tramite
per il perfezionamento dell’uomo.
Toccherà gli inizi di Aprile.

Come ho potuto farmi
indebolire tanto
dalla filosofia di “Uno, nessuno e centomila”?
È ora di ballare,
di andare avanti nel tempo,
di bestemmiare forte.
Saremo una delle ultime generazioni
a godersi la terra
mezza contaminata com’è,
d’altronde.

Una gazza ladra in picchiata
la puoi vedere brillare,
luccicare nel vento.

Io come ameba
Io come plancton
Io come sasso
Io morire
dove Gauguin ha vissuto,
spiaggiato,
eroso dalla sabbia e dal sale.
Tutto si rincontra infine
immenso cratere
alto il doppio del cielo,
dove la morte è tentazione
sessuale,
capriccio morbido contro il pene,
voglia di leccare le spaccature
del mondo che sei.
In caduta libera il mio corpo
lanciato dalla sua volontà di devianza,
un’energia diversa,
terrificante,
vagamente identificabile
nei sovrasensi
che del nostro viso
hanno aderito, si sono incollati
alla superfice lussuriosa
sfera di vetro a specchio
dell’esistenza

Milziade salva la Grecia dai persiani
muore per una cancrena alla gamba
abbandonato
dai suoi stessi soldati.

Imbevibile caffè inglese
sottomarche indecenti
ma indecente è tutto il sistema economico
che come uno scheletro di titaniche dimensioni
sta dietro
e nelle nostre vite di placenta ammalata
infila le sue dita bianche affilate.
È questo che va distrutto.
Contraddire Marx fino in fondo.

The day after tomorrov by the way,
according to Hume,
is likely not to even exist.

Ora il caos nella scatola ossea
ha preso una forma,
una non-forma,
il mistero di me,
confusione, esplosione.
Tutto ciò che ho imparato
mi recita continuamente
una commedia frenetica
agli occhi di fronte,
spesso compare Gorgia
relativista anzitempo perverso
in quel di Lentini.

Dove si spaccherà
questo bronzeo legno
sbattuto nell’oceano
più criptico, più nero?

sabato 21 marzo 2015

Dove dimora il morto

Dove dimora il morto

Parte uno: Alchimia

Luce che mi uccide
e rinascere in parole.
Preferisco di gran lunga
il tuo sorriso
che le storie di bambine che scompaiono.

Billy è morto dopo una lunga attesa,

ho paura delle statue di sale…
ti guardano se non le guardi.

È perché noia deriva da νος

Già comunque sotto Nerone
i nostri avi
toccavano picchi di decadenza
inimmaginabili

Mi accontento di affermare
che nulla in vero
può essere interamente comunicato,
distraendomi in una nuova
inesprimibile
sintonia armonica

Microfono warped voice
mano danza di fronte alla bocca


Huxley ha sintetizzato
l’Anarchia
in dieci pagine

Un mare più metafisico
rosso cielo
scogli quasi a mezz’aria
convivere con le bestie
feroci
pavide
della psiche

Alchimia volontà
spettacolarizza il senso
blurred sarà l’immagine,
continuamente ciò che additiamo come realtà
succede dietro ai nostri occhi
e non davanti

離れない ように

Ed è bastato un lieve contatto
di polsi
Dopo aver scatenato Cerbero,
dopo aver aperto le porte
dell’inferno
cadremo
inghiottiti da mani a forza
nella bocca del male
che come piattole
rode

Vomita su banconote.

*
*

L’uomo mostra un piumaggio misterioso,
intrigante,
lo seguo.
La sua caverna straripa d’acqua
risalendone il corso
giungiamo in un’altra stanza.
L’uomo mostra ora piume impennate,
crudeli, rosse, oneste.
Fumerò con lui
dal cratere dell’avvenire?
È normale non accorgersi
delle zanne,
in un primo momento.

Il basilisco si muove,
mi muove,
è dentro.

___________________

Parte due: Il banchetto

Morti viventi vicino Park Place
è un gioco.
Musica sventra il male
and out of her blood
creates
the world itself.
Una lancia nel petto
avrebbe fatto molto più male
a Priamo.

Da una cetra nascono
vortici
dal violino accanto
lacrime e misericordia salata,
che schifo l’oggettività

Golem di granito,
ascoltami.
Il dramma, scarpette di ghiaccio
tacchi affilati
indossa
solca profonde ferite
sulle corde del mio pensiero
nel momento in cui mi esce dal corpo
per imbrattare
un pezzo di mondo qualunque,
e danza, questa demonessa,
danza impazzita
nel divorare il significato,
stuprarlo,
macchiarlo,
cosicché il messaggero,
con tutti i buoni auspici mandato in mare,
si perde negli abissi
del tempo interno.

Consumiamo quel sesso
che da dentro
non è mai uscito pienamente,
inondi lenzuola
e tutto è artisticamente
eccitante

Convey the self no chance

Begin to understand

Si è impietrito
il nostro riflesso,
trapassa
e il vero io
comincia a nuotare,
nasciamo quando moriamo

Fisicamente
tutto è facile,
i morsi,
le lingue,
il seno.

Un clitoride s’indurisce,
s’imbrunisce,
esala,
anche questa è poesia.
Il sorriso che ne consegue
è la metamorfosi
di un regno troppo immenso
per poterlo visualizzare
tutto in una volta

Arcata romanica
proteggimi
dai veri demoni,
ti hanno costruita per questo.
In te marmorea indifferenza
neutralità
una lancia nel petto
avrebbe fatto molto più male
a Priamo.

Adesso, con addosso
l’abito di vetro
del principe,
rovesciare questa scintilla,
invertirne il valore semantico,
ossidarsi,
disidratarsi,
insetti immaginari compaiono
scompaiono
nella mia prossemica,
da qui la strada è bloccata,
la memoria diventa
scenica,
le torce si ammutoliscono.
Dove dimora
il morto
dove la transitorietà
divora
un cadavere ancora vivo
dove nessun fuoco illumina,
devi avere un senso, mia cara.

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Al tavolone
siedono più grassi e nauseabondi
uomini,
un banchetto unto di prelibatezze
pervertite e gonfiate.
Il burocrate di nascosto
mastica l’immotivata dogmatica
fatica degli uomini,
gli avvocati con più becchi
ronzano in cerchio,
un brindisi per il nuovo
amministratore delegato.
Ancora l’imprenditore
fuma la purezza della natura
da un sigaro marcio,
schifosa bestia.
La rappresentazione allegorica
della Legge
è una grossa prostituta
con le gote consumate dal vizio
di strofinarle forte
contro il membro
del dio denaro.
Lei siede al tavolone
con la pancia sudata
di fuori,
nessuna grazia,
solo orrore.
Un branco di politici
con le labbra ancora sporche di sangue
le siede merdosamente intorno,
la testa in una mangiatoia di lusso,
servi di se stessi
teorici della truffa
e di una raccapricciante
“arte del vendere”.
Gli artisti mistificati bastardi
nascosti sotto la tavolata, ammalati,
sconosciuti, persi.
Tutti gli altri
fanno finta
e faranno probabilmente finta
per la vita intera.

Butto fuori di me quest’osteria
di ermetici sogni
dove una psichedelica suite risuona
e personaggi morti parlano tra loro,
così la posso vedere.

Contrariamente a quanto si crede,
il collare quando ce l’hai
te lo tieni stretto,
bastarda iena.

mercoledì 18 marzo 2015

Viaggiatore

Viaggiatore

Promuovere pietà a pezzi
scadere
non sono mai tornato
a chiave chiusa.
A chiave chiusa.
Domandarmi. Inventarmi di continuo.

Ma non ho le parole,
non ho le parole
per comunicare me.
 È un grumo livido
di sensi e sovrasensi
funesti
impronunciabili,
sensazioni magma
in testa bruciata.

Predissi il futuro una volta
a casa di Amedeo

Tutto è caso
il tormento si mastica l’essenza
di dentro fuoco che graffia
l’hara combatte e perde.
È un grifone
che ti squarcia col becco
e artigli attorcigliati
alle ossa un tutt’uno soffrire

Non mi manca più il tuo divano
il tuo proiettore

Pungolo in mano a Bilbo

Non permetterò
di distruggerci

Paragonarsi

Ora il grembo m’inghiotte

旅人

Ora il grembo m’’inghiotte, sigh.

Fumo si attacca alle dita 

Tutta te


Spiked heads 

lunedì 16 marzo 2015

Poesia per il mostro

Poesia per il mostro

Rinnegare itself
buttarsi,
parecchi termini di paragone
ora non funzionano più

Un’aquila in un cielo azzurro spaventoso
afferra artiglia il mio cardias

è così è il nostro A T Field
impalpabile e funesto
inorgoglito
da un rifiuto categorico
degli stereotipi.

Mentre Schleiermacher
si perdeva dentro l’autore,
navigava nell’opera origniale,
i funzionalisti preferirono
appellarsi alla propria Skopostheorie,
dare un suono riconoscibile
a menti indiscretamente
generalizzate

音 は 何 だ?
私 は 何 だ?
君 じゃない の?

Ed è impazzito,
l’hanno lasciato crescere vicino l’Etna
rotolarsi in città di fango
parlare alle muffe,
anche nella nuova casa il tetto gocciola

Patetico l’uso
patetica la prole
l’astro nascente
ovvero eiaculazione precoce
su lenzuola di campus
e pompato il petto.
Non a caso, ho catarro
per tutti questi vermi
mentre la loro anima murata viva
ormai è niente rinchiuso in niente.
“Pietas”, mi direbbe Virgilio,
ma loro non sono eroi.
Loro non sono nemmeno
“nemici” propriamente detti.
Camminano a piedi nudi
sul loro bacon mattutino
si riposando nella freschezza dei parchi
non invecchiano quasi mai

Padrona mi hai ordinato di essere libero.


-          L’aristocratico:

L’ultimo canto di un aristocratico francese
prima del catastrofico ’89,
oppio in un cumulo rotondo
e rivede i carri impennare
i cavalli galoppare fieri
lo sporco accumularsi sotto la sua parrucca .
Si stende su un letto di lino
ora
assaltano la Bastiglia
spiacevole se si piange e si muore
allo stesso tempo.
No.
Un’ultima luce
in memoria
di un misericordioso
passato parigino,
di Russeau.
È un re maggiore seguito da un re minore.
*

*
Intermezzo:

E fumare, e ringiovanire mentre si è giovani

No, non sono stressato.
Brucerei quella banca?
Direi di sì.
Viste le circostanze
rete passa chiudiamo
gli occhi
forse ci ha catturato
nemmeno ce ne accorgiamo,
apocalisse cala come notte funesta
noi ci nascondiamo dietro scontati tavolini
di ovvia nostra manchevolezza umana
in una fisarmonica vita
di suoni allucinanti
e voci,
tifone passa
ma pupille incollate al black mirror
e nauseabondi figli.

“Dune” di David Lynch da una parte
Dall’altra
Io sotto un lenzuolo
e tu sotto lo stesso lenzuolo.

Gargoyle tu vola,
scanna e sfama la tua insaziabile
inarrivabilità,
 va e campiona il suono
del cervo
del suo cranio
spaccantesi
contro la corazza dura
di una conifera siberiana.
Ma non proteggerai più
quella maestosa cattedrale gotica

-          What if the beast escapes?

Il tuo amico, il tuo compagno,
tuo fratello…. L’hai visto progressivamente
ammalarsi,
contrarre una malattia misteriosa,
cyber punk, amazzonica, psichica.
Seduto su un divanetto
a masticare il cervello
col cervello
mentre la corteccia
ti cresce come un tumore, amico mio,
ti sbalza la pelle
la tua bellissima pelle bianca americana,
la modella in cancri di legno
sulle braccia,
sul viso,
sul petto.

Io e le infermiere
provammo a sintetizzare
un acido potente abbastanza da salvarti,
ma non ha mai funzionato.
Pietà, misericordia per i funghi, per le piante grasse allucinogene,
per le spighe di segale cornuta,
non ti riavrò
non ti riavrò mai più.
Presto il tumore
trasformerà
il tuo corpo magro
in un innesto abominio
di carne e legno.
Provo a lavarti,
provo a lavarti
nella vasca del nulla
acqua scorre calda e bluish
non funziona.
Tu non migliori e non migliorerai.
Pietà, misericordia, provo a lavarti.
Io nero amico mio salvarti non posso più.

E se la bestia scappa,
non credete che i suoi occhi
si espanderebbero?
*
*

Secondo Intermezzo:

-La ignorancia està dilagando
por todo en todo
Il mio teschio,
il mio teschio  potrebbe
forse apparirmi chiaro,
in ordine,
in armonia.

Bis:

Ciccio e i suoi anni ’90
vissuti sulla pelle…

Noia sottesa s’infiltra
e tagliare osso.

Cloro poi furia divampa
gloria divampa
stretti in costole.
Che sia finzione?

Poco molto paradossale
assolutamente in bilico.
Il tuo odore….
Cammino e scopro
tafani d’uomini
ubriachi
coperti da nulla.
Inspiegabilmente calmi.

Hegel è sottinteso,
quel bisbetico.

火山、大きい 火山

La mia mano annoiata masturba
il membro,
un rituale del quale non posso fare a meno.

Fumo da un cilum
il latte della mia anima blu,
seduto con le gambe incrociate
un estetico mostro

sabato 14 marzo 2015


Venne il marchese,
ridere

Pagati ci hanno
ma in tristezza
e sale sulle ferite

Sei stupenda

Ancora suoni sbattono le orecchie
la mattina sai essere così morbida,
è un parallelismo
tracciato netto
tra il male di vivere
e la vita in quanto tale

è la circostanza, è il contesto
che ti condanna.
Tanto i muri si stringono
che la tua forma cambia as well.
Ma dopo il sesso
ridi lo stesso

Tua bocca Galadriel
Tue labbra Luthien

La canzone dell’elefante
in me risuona e barrisce,
cavalcare
cavalcare
volare,
pietà per questo prato bagnato
dalla pioggia

venerdì 13 marzo 2015

Body schifoso Body

Body schifoso Body

Scartavetrati, obesi, cornuti,
e che sarà mai?!
Tutto è uguale a tutto

Io, il mio vero Io, il mio falso Io.

Acerbo
e lacrima
e non s’astuta.
Come calamite
danzare
immergersi
l’elettromagnetismo d’altronde
è alla base del nostro universo

Così Pascal scommesse su dio
nessuno sa se vinse o perse

Tuttavia:
-          Dentro le fauci del serpente
percepire l’intima eterna fatalità
delle catene del corpo
-          Il luna park chiude, signori!
-          Sangue per una causa
       più grande          
     
Le macchine vogliono impedirmi di scrivere.

Body schifoso body
maledetto Soma
perverso sacco
che gode e si stritola
e si dimena
e non può o non sa come
pronunciare
la parola “amore”

È tutta colpa di quella
maledetta
maledettissima
troia
della chiesa cattolica.
Una gerarchia di anticristi
per castrare e offendere
quello che già è un delirio di corpo,
soma
debole
che non si connette
che non sente più veramente
e allora sputa
ingoia
si traveste
fuma.

Zecche trovate
come grossi acini d’uva
alle giunture delle ginocchia appese

ψυχη
ψυχη
ψυχη
           ψυχη
           ψυχη
           ψυχη
           ψυχη

Non comunicheremo mai….
Non la percepisci
la velocità
con cui una cosa nasce e cresce?

Affronta il dio,
parlaci,
ma non adorarlo
prima di conoscerlo.

Ci si può facilmente
dissimulare l’aspetto in demoni
e volare
in un cielo incrostato arancione
ali a punta
coltellini
ali a punta.

Baracche collegate tra loro
attraverso il solo sforzo
del pensiero.
Misterico tempio
in una foresta
lacedemone,
noi abbiamo dimenticato noi
abbiamo masticato e sputato noi,
abbiamo rincorso noi stessi
per millenni interi.

È il piccolo controsenso
della mente, della memoria
quello di non poter mai rivivere se stessa.

Calmati Globo,
calmati e trapassa,
il momento è giunto

mercoledì 11 marzo 2015

Mia figlia Psiche

Mia figlia Psiche

Ritorno ad essere un vecchio me,
quello psichedelico, pedofilo, felice.
______________________________
Credere vero,
zoccoli di cavallo
danzerebbero
pur sempre abbandonati
in un cimitero di viole

“Ehi…” sospirò la mia valchiria
nuda
accanto a me
avvolti
in un di banco vellutato tessuto

Lilith ci abbraccia e noi abbracciamo lei

Non ti ho mai rinnegata
dalla vita

Con queste mani così piccole
non prenderai altro che la parte intoccabile
dello spirito

Scum 

Dummy men,
you’re just dummy men

Sparvieri macellati
macellanti il tessuto del grande Io
nel non-io

Fermo restando che il vero male
non è in noi,
assaporiamoci
e bagnati
e tocca

Un grazie a Nujabes

Alba sfondo epifania
il mostro buono
sconfigge
il mostro meno buono,
dentro di sé lo incuba

QuingXi e i suoi denti
uccisori di dei
e la sua demoniaca follia

Le vere parolacce
non le diciamo mai,
giurò che scriverò pulito
e che riderò

Ho avuto un flusso in testa
per anni,
da ora la nave
bonaccia
ladra
in eterno

Non credergli quando ti dicono
che tu sei tu ed io sono io,
non credergli quando ti dicono
che tu sei.
Credi piuttosto alla nudità,
alla nigeriana maledetta
lei e la sua stirpe,
a Sanesi.

E poi all in a sudden
riuscì
ad avere chiara la forma
del tuo spirito,
a vederla,
l’ho accarezzata

Più di questo il mio corpo schiavo
non può fare.
È il grande oceano rosso,
un cuore lacrime per metà
e luce per l’altra
che battendo distrugge e illumina,
illumina distruggendo.

A destra il mare te
il vento te
il tuo profilo elfico
poterti riavere così
non sarà più possibile
tornato in Sicilia

Makrat
spigoloso guscio di riccio,
Posk
benedetto animale
rabbia repressa
violacei sogni
violaceo il frenulo
tu volata
mani che si appendono
al muro
Do# fa sol#
scappa finché
le ragazza o l’uomo che hai dentro
batte

L’imperatore non avrebbe voluto
che noi ci sacrificassimo….
È questo che lo rende così eccitante

Perché in fondo
siete proprio le macchine
che ambite a essere,
stronze insignificanti
scolopendre
drolling out
swords

Patirò rinchiuso come tanti
nella pancia di questo immenso
verme tenia
e ciò che lui mangia
noi mangiamo di scarto

Fidati dei maghi,
di quegli allucinati degli irlandesi,
dei nuraghi dispersi
in un luogo indefinito del tempo.

Più guardo meno credo,
come una piccola vite
piantata nel cranio dell’airone

Mia figlia psiche
finalmente dorme


lunedì 9 marzo 2015

Turi

Turi

見ることは 思い描くことの後 です
E un porcile
orgasmi simulati
manate
donne col becco

Gubol Gabol
Gubol Gabol
Una di noi
Una di noi

Ti trovo tremendamente bella
e anche le imperfezioni hanno un senso,
sarai una bolla


Turi

sabato 7 marzo 2015

Ameskt kara nuu

Ameskt kara nuu

Pitone, un grosso pitone
e non è giallo.
Scava non ha zanne ma scava,

amiamo secondo me
senza nemmeno accorgercene,
a huge measure of love
for a plenty of things

Non per il verbo di dio
sto camminando nel deserto,
io volevo trovare i demoni,
le 10 sephirot,
una sciabola.
Scaldarmi nel fuoco
del grande io,
essere la monetina lanciata

Meccanici dai volti terribili
costruiscono il maligno volto
dentro un laboratorio
sporco
terribile

Gli epsilon in rivolta non si erano  visti mai

Pancia dormire
non invitato dolore
stai fuori
mentre ti nutri di me
e io di te,
Calypso.

Statica no,
il vizio blu cresce dentro
come fauci,
la cosa più eccitante della terra sei

Sì.. tabacco e fumo di tabacco
e primavera luccicante
non più allergica
e sole e morire nel sole ,
le cicche brillano adesso,
tutta la terra  è morbida vulva
da solcare con le dita

Ameskt kara
Ameskt kara nuu

Da dove proviene
questo dio dentro
che come un drago di fulmini
scalcia squarcia
il tessuto?

Guardare il sole sembra più giusto
ora
ma tremo di freddo

Tranquillamente dico
che l’American Spirit
è di gran lunga
il migliore
e mi raggomitolo
vicino al calore
dei tuoi buchi

Mancanza degli altri
delle loro braccia lunghe
di Kenzo.
Tu però non sai quante ferite immaginarie
hai curato.

Tributo a Munchausen:
psichedelia, peccato, speranza.

Contro il legno m’infrangerò
il dolore sconfiggere
nella mente nella mente
tutto è già successo
e come!!
Pilotando noi stessi
alla lunga il cranio si spaccherà,
il me dentro di te, di me, di lei….

Amore: il mi minore diventa
re minore.
Non l’uno, non l’altro,
ma il loro diventare
la loro controparte reciprocamente

Non è vero che mi sono mutilato,
tu eri un demone orrendo
tu un miele troppo dolce
ma tu invece
hai le sembianza della luce
ogni volta che vieni
e non gridi di vergogna
per i paradossali mutamenti
della poesia

Sul pavimento maledettamente bianco
il cobra con gli occhiali
risponde, dice di sì,
mi addenta,
ho perso.

Dove ti tengono
legata
con le mani in tasca
e non ti fanno godere mai

Mattina l’armatura
sera l’arma
comunicare parlare con Verlaine
per me è possibile
tuttora

Rincontrerò Rei, il Dhaka, Jack Lupino,
Mighty Max, Il Che, Maria, Jhonny,
Uther, Yellow, l’Archeologo.
Un giorno verrà il momento

Sai di fulmine buono
osservi potresti avere sette anni
mi interessi
il tuo mondo
i tuoi gesti veloci
sinceramente percepisci 
e percepisco
una partecipazione spirituale
in più.
Parlo delle paure magiche,
dell’autoipnosi,
della compresenza dei sessi….

Amante, col tuo corpo lucidissimo
quasi concavo, magro

Dove naufragheremo
se il cielo assume colori inesprimibili
e noi stessi
perdiamo la facoltà di comunicare?
Il demone dell’esperimento
ci divora,
il demone dell’esperimento
larva rossastra
scava toraci
percorre generazione intere
le ammala
le ammorba
le rende felici


venerdì 6 marzo 2015

Euforia #16

Euforia #16 

Una giornata durata pochissimo
e adesso
tra le lenzuola
umori
glasse
virtù

Il fiume ha straripato ancora

Ieri è l’altro ieri
e oggi è ieri

Tutt’intorno le zanzare sono morte,
sei una santa
e il tuo odore
è ovunque su di me

A sei anni il primo orgasmo

Modi diversi per perdersi
e poi ricostituirsi,
ma tutte le costruzioni crollano prima o poi.

Cistite


Tra 9 ore e 16 minuti tornerò  

mercoledì 4 marzo 2015

食べて いい

食べて いい
(May i eat?)

I carapaci non ci servono
simpatizzare
dissolvere il peso dei preconcetti
prendere per mano l’anarchia, quella vera

Il linguaggio è molto più importante
di quello che sembra,
ma non analizzatelo pedantemente.
È il suono delle cose
lo scrigno.

日光浴 

L’orizzonte per quanto lungo che sia
può a volte essere
concepito tutto insieme
e da scommessa in scommessa
con Palpebra e Jack
ho finito col perdere 
tutto

Loro due teste incravattate
sospese in un grigio vuoto
celeste perhaps

Chimere mezze leone marcio mezze avvocato
scateneranno il loro esercito di non morti
contro di noi poveri
scalpellini di fango e legno
armati di sola terra morbida
frugare in quei bei tessuti….

Doctor Skezo non prenderà
anche me, non gliela darò vinta

Sotto la pioggia
da una parte  
una nuvola
dall’altra
le voci infernali
le loro demoniache ballate
di noia
e pretestuosità straccia.

Dopo il sesso
un piccolo masso
spero l’ultimo 
ha disceso
ancora lo stomaco mio,
l’hara mio

Tabete ii?

Psiche, giaci che ti amo

Il futuro.
Set me free
Break me free

Lo puoi toccare con mano
quest’iceberg di dolore
che a volte lacera,
è scorrettamente
inspiegabile

無理

Sempre queste ceneri ardenti
sotto i piedi
la mia mente 
partorisce dolore
immotivatamente,
eppure
oltre le colonne d’Ercole
mostri assurdi
stanno nuotando.

E Timbuctù e ipnosi
e Timbuctù,
state a vedere il trucco
che per voi ho preparato

Un cinema tutto è.

Catarsi non più sul palcoscenico,
ma qui, nella mente,
nelle immagini della mente,
nello spettacolo del pensiero.
E scatenandosi in due
si rivelano le vere nostre falci
come lame oblique
appoggiate alla spalla destra

Sconfinato straripando in,
anche le ossa umidicce
come legno si gonfiano
calcaree e
vendette
di una vita da Soma

In nobili distese verdi
inglesi
medievali
volentieri sarei morto
per una causa più grande

Il regno che crea il regno
il Jack di spade
lo stagno ninfee
e i corpi nudi
che non sono mai abbastanza
per il macellaio

Talmente ha piovuto che mi si è pure
stinta di dosso
quella maledetta abitudine
di appendere le squame vere
ad un chiodo
ed indossare l’umanità
pretestuosa
fancy,
da lei farsi divorare,
attraverso di lei divorare
e musica da assassini
e ti voglio un bene allucinante

Infatti, tutti rimpettiti
borghesi dal primo vagito
i pupilli di Madame Moist
camminano in fila
verso la parte più affilata
di un’immensa mannaia