mercoledì 25 marzo 2015

La forma (n.2 )

La forma (n.2 )

Tormentato da spiriti acuminati
che si stendono e penetrano,
per la prima volta
ho pronunciato
un rituale diverso,
ambito e temuto ad un tempo.

Spada, ha un occhio –tumore
al centro
che si chiude e si apre offeso,
vive.

Scocca la tua freccia migliore,
intingila col sangue dello stomaco
e scoccala.
Trafiggi i tuoi cari padroni
che per tanto tempo
per abitudine
hai amato
e camminerai
tra le vigne,
tra i rami rampicanti
della vite,
nodosi, anziani, saggi,
aggrappati, invischiati
sui tralicci
vene uscite dalla terra.
Il sole può non sorgere,
percezione tutto
ma tutto è sbagliato,
ultra-percezione
immaginata
invece
più vera di un fulmine
più giusta di Gesù.

Un coleottero cornuto (raro)
macchiato di bava color ruggine
ronza melodie
decisamente migliori
della vita.
Trapassiamo in erba fresca,
foglie,
paguri, conchiglie,
cortecce.

お心霊 を 取ろう

Calpestando per stelle
lattine che si accartocciano
immaginaci negli anni ‘30
un grammofono “Please be kind”
la tua mano in me
il mare etc..

Copiare la natura,
comportarsi come lei
è disumano
ma appunto
una via che a volte va presa.
La grazia, opposta alla natura,
il perdono,
la guarigione
sono anche
talmente vicine a me
dal poter essere contenute
sotto la pelle

Sink
Sink

Lo Swansea che perde

e Marco mortificato mondo da sé tagliato
simile
abbandonato nel vento trecastagnese,
un airone che non vola.
Sotto i golfini, sotto le rughe venture
la verità è presente
in negativo,
se ne vedono i risultati,
l’ombra,
le conseguenze
come un masso sul viso scagliato.

お心霊 を 取ろう

Gambe intrecciate a gambe
in una nuvola sporca
magnifica
gallese
non ti lascio andare

Le torture siciliane
sembrano un’altra vita,
ma allo stesso modo
i tesori,
e sgomberare il torace,
ripulire il petto
impossibile cosa
per occhi normali.
Non ci si sposta mai.
Mi sono spostato.
Meno male.



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