lunedì 16 marzo 2015

Poesia per il mostro

Poesia per il mostro

Rinnegare itself
buttarsi,
parecchi termini di paragone
ora non funzionano più

Un’aquila in un cielo azzurro spaventoso
afferra artiglia il mio cardias

è così è il nostro A T Field
impalpabile e funesto
inorgoglito
da un rifiuto categorico
degli stereotipi.

Mentre Schleiermacher
si perdeva dentro l’autore,
navigava nell’opera origniale,
i funzionalisti preferirono
appellarsi alla propria Skopostheorie,
dare un suono riconoscibile
a menti indiscretamente
generalizzate

音 は 何 だ?
私 は 何 だ?
君 じゃない の?

Ed è impazzito,
l’hanno lasciato crescere vicino l’Etna
rotolarsi in città di fango
parlare alle muffe,
anche nella nuova casa il tetto gocciola

Patetico l’uso
patetica la prole
l’astro nascente
ovvero eiaculazione precoce
su lenzuola di campus
e pompato il petto.
Non a caso, ho catarro
per tutti questi vermi
mentre la loro anima murata viva
ormai è niente rinchiuso in niente.
“Pietas”, mi direbbe Virgilio,
ma loro non sono eroi.
Loro non sono nemmeno
“nemici” propriamente detti.
Camminano a piedi nudi
sul loro bacon mattutino
si riposando nella freschezza dei parchi
non invecchiano quasi mai

Padrona mi hai ordinato di essere libero.


-          L’aristocratico:

L’ultimo canto di un aristocratico francese
prima del catastrofico ’89,
oppio in un cumulo rotondo
e rivede i carri impennare
i cavalli galoppare fieri
lo sporco accumularsi sotto la sua parrucca .
Si stende su un letto di lino
ora
assaltano la Bastiglia
spiacevole se si piange e si muore
allo stesso tempo.
No.
Un’ultima luce
in memoria
di un misericordioso
passato parigino,
di Russeau.
È un re maggiore seguito da un re minore.
*

*
Intermezzo:

E fumare, e ringiovanire mentre si è giovani

No, non sono stressato.
Brucerei quella banca?
Direi di sì.
Viste le circostanze
rete passa chiudiamo
gli occhi
forse ci ha catturato
nemmeno ce ne accorgiamo,
apocalisse cala come notte funesta
noi ci nascondiamo dietro scontati tavolini
di ovvia nostra manchevolezza umana
in una fisarmonica vita
di suoni allucinanti
e voci,
tifone passa
ma pupille incollate al black mirror
e nauseabondi figli.

“Dune” di David Lynch da una parte
Dall’altra
Io sotto un lenzuolo
e tu sotto lo stesso lenzuolo.

Gargoyle tu vola,
scanna e sfama la tua insaziabile
inarrivabilità,
 va e campiona il suono
del cervo
del suo cranio
spaccantesi
contro la corazza dura
di una conifera siberiana.
Ma non proteggerai più
quella maestosa cattedrale gotica

-          What if the beast escapes?

Il tuo amico, il tuo compagno,
tuo fratello…. L’hai visto progressivamente
ammalarsi,
contrarre una malattia misteriosa,
cyber punk, amazzonica, psichica.
Seduto su un divanetto
a masticare il cervello
col cervello
mentre la corteccia
ti cresce come un tumore, amico mio,
ti sbalza la pelle
la tua bellissima pelle bianca americana,
la modella in cancri di legno
sulle braccia,
sul viso,
sul petto.

Io e le infermiere
provammo a sintetizzare
un acido potente abbastanza da salvarti,
ma non ha mai funzionato.
Pietà, misericordia per i funghi, per le piante grasse allucinogene,
per le spighe di segale cornuta,
non ti riavrò
non ti riavrò mai più.
Presto il tumore
trasformerà
il tuo corpo magro
in un innesto abominio
di carne e legno.
Provo a lavarti,
provo a lavarti
nella vasca del nulla
acqua scorre calda e bluish
non funziona.
Tu non migliori e non migliorerai.
Pietà, misericordia, provo a lavarti.
Io nero amico mio salvarti non posso più.

E se la bestia scappa,
non credete che i suoi occhi
si espanderebbero?
*
*

Secondo Intermezzo:

-La ignorancia està dilagando
por todo en todo
Il mio teschio,
il mio teschio  potrebbe
forse apparirmi chiaro,
in ordine,
in armonia.

Bis:

Ciccio e i suoi anni ’90
vissuti sulla pelle…

Noia sottesa s’infiltra
e tagliare osso.

Cloro poi furia divampa
gloria divampa
stretti in costole.
Che sia finzione?

Poco molto paradossale
assolutamente in bilico.
Il tuo odore….
Cammino e scopro
tafani d’uomini
ubriachi
coperti da nulla.
Inspiegabilmente calmi.

Hegel è sottinteso,
quel bisbetico.

火山、大きい 火山

La mia mano annoiata masturba
il membro,
un rituale del quale non posso fare a meno.

Fumo da un cilum
il latte della mia anima blu,
seduto con le gambe incrociate
un estetico mostro

Nessun commento:

Posta un commento