sabato 21 marzo 2015

Dove dimora il morto

Dove dimora il morto

Parte uno: Alchimia

Luce che mi uccide
e rinascere in parole.
Preferisco di gran lunga
il tuo sorriso
che le storie di bambine che scompaiono.

Billy è morto dopo una lunga attesa,

ho paura delle statue di sale…
ti guardano se non le guardi.

È perché noia deriva da νος

Già comunque sotto Nerone
i nostri avi
toccavano picchi di decadenza
inimmaginabili

Mi accontento di affermare
che nulla in vero
può essere interamente comunicato,
distraendomi in una nuova
inesprimibile
sintonia armonica

Microfono warped voice
mano danza di fronte alla bocca


Huxley ha sintetizzato
l’Anarchia
in dieci pagine

Un mare più metafisico
rosso cielo
scogli quasi a mezz’aria
convivere con le bestie
feroci
pavide
della psiche

Alchimia volontà
spettacolarizza il senso
blurred sarà l’immagine,
continuamente ciò che additiamo come realtà
succede dietro ai nostri occhi
e non davanti

離れない ように

Ed è bastato un lieve contatto
di polsi
Dopo aver scatenato Cerbero,
dopo aver aperto le porte
dell’inferno
cadremo
inghiottiti da mani a forza
nella bocca del male
che come piattole
rode

Vomita su banconote.

*
*

L’uomo mostra un piumaggio misterioso,
intrigante,
lo seguo.
La sua caverna straripa d’acqua
risalendone il corso
giungiamo in un’altra stanza.
L’uomo mostra ora piume impennate,
crudeli, rosse, oneste.
Fumerò con lui
dal cratere dell’avvenire?
È normale non accorgersi
delle zanne,
in un primo momento.

Il basilisco si muove,
mi muove,
è dentro.

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Parte due: Il banchetto

Morti viventi vicino Park Place
è un gioco.
Musica sventra il male
and out of her blood
creates
the world itself.
Una lancia nel petto
avrebbe fatto molto più male
a Priamo.

Da una cetra nascono
vortici
dal violino accanto
lacrime e misericordia salata,
che schifo l’oggettività

Golem di granito,
ascoltami.
Il dramma, scarpette di ghiaccio
tacchi affilati
indossa
solca profonde ferite
sulle corde del mio pensiero
nel momento in cui mi esce dal corpo
per imbrattare
un pezzo di mondo qualunque,
e danza, questa demonessa,
danza impazzita
nel divorare il significato,
stuprarlo,
macchiarlo,
cosicché il messaggero,
con tutti i buoni auspici mandato in mare,
si perde negli abissi
del tempo interno.

Consumiamo quel sesso
che da dentro
non è mai uscito pienamente,
inondi lenzuola
e tutto è artisticamente
eccitante

Convey the self no chance

Begin to understand

Si è impietrito
il nostro riflesso,
trapassa
e il vero io
comincia a nuotare,
nasciamo quando moriamo

Fisicamente
tutto è facile,
i morsi,
le lingue,
il seno.

Un clitoride s’indurisce,
s’imbrunisce,
esala,
anche questa è poesia.
Il sorriso che ne consegue
è la metamorfosi
di un regno troppo immenso
per poterlo visualizzare
tutto in una volta

Arcata romanica
proteggimi
dai veri demoni,
ti hanno costruita per questo.
In te marmorea indifferenza
neutralità
una lancia nel petto
avrebbe fatto molto più male
a Priamo.

Adesso, con addosso
l’abito di vetro
del principe,
rovesciare questa scintilla,
invertirne il valore semantico,
ossidarsi,
disidratarsi,
insetti immaginari compaiono
scompaiono
nella mia prossemica,
da qui la strada è bloccata,
la memoria diventa
scenica,
le torce si ammutoliscono.
Dove dimora
il morto
dove la transitorietà
divora
un cadavere ancora vivo
dove nessun fuoco illumina,
devi avere un senso, mia cara.

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Al tavolone
siedono più grassi e nauseabondi
uomini,
un banchetto unto di prelibatezze
pervertite e gonfiate.
Il burocrate di nascosto
mastica l’immotivata dogmatica
fatica degli uomini,
gli avvocati con più becchi
ronzano in cerchio,
un brindisi per il nuovo
amministratore delegato.
Ancora l’imprenditore
fuma la purezza della natura
da un sigaro marcio,
schifosa bestia.
La rappresentazione allegorica
della Legge
è una grossa prostituta
con le gote consumate dal vizio
di strofinarle forte
contro il membro
del dio denaro.
Lei siede al tavolone
con la pancia sudata
di fuori,
nessuna grazia,
solo orrore.
Un branco di politici
con le labbra ancora sporche di sangue
le siede merdosamente intorno,
la testa in una mangiatoia di lusso,
servi di se stessi
teorici della truffa
e di una raccapricciante
“arte del vendere”.
Gli artisti mistificati bastardi
nascosti sotto la tavolata, ammalati,
sconosciuti, persi.
Tutti gli altri
fanno finta
e faranno probabilmente finta
per la vita intera.

Butto fuori di me quest’osteria
di ermetici sogni
dove una psichedelica suite risuona
e personaggi morti parlano tra loro,
così la posso vedere.

Contrariamente a quanto si crede,
il collare quando ce l’hai
te lo tieni stretto,
bastarda iena.

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