sabato 8 novembre 2014

Poesia per il cadavere

Poesia per il cadavere

Ebbi come l’impressione di non morire.
Ecco i sintomi che precedono
l’immersione dell’orso polare
in un buco di ghiaccio d’Antartide

Quelli vanno d’accordo con tutti

Uno sgocciolare di acqua
in un dramma indifeso .
La danza delle vittime,
falciate on purpose
e ridotte in frantumi
dal vuoto
dal fresco
che si sente

Una scelta importante,
una scelta importante.
Qualcosa
smette di brillare oggi
in un lago immaturo
contemporaneamente
al non averti uccisa.
Freddi dettagli
tagliano a fette sottili
la pelle della testa,
e tu vuoi e non vuoi muoverti.

Un coltello conficcato
nella mano metallica
del dott. Destino

Che cosa occorre controllare?
Quale foresta buia
è questa
stavolta?

Uno scroscio continuo
di zampe minuscole

Dico addio al cadavere
grigio sacco rappresentante il nulla anarchico
e prova tangibile di un annichilire costante, costante.

Nel presente
fare caso a figure vitree
di più colori,
slanciate, snelle,
la vista si offusca in più modi,
è e dev’essere anarchia

Insomma,
il vestito di colpa
cade.
La maschera del fantasma addosso
e via contro il Gran Demone taurino,
contro Kaileena,
contro ricordi di tre anni fa

Tutto quanto silenzio lapide e finestra
cacciavite che si ficca a sangue nel terzo occhio,
fuoco viola,
eccola, la dea di colore.
Baciarla è stata la sorpresa migliore di Novembre,
ma sempre con alle spalle
un caleidoscopio lunghissimo
decorato da un motivo di squame di rettile.


È pazzesco.
Tutto piove fuori da tutto
anche lo spirito
smarrisce la foschia di cui è composto
mentre le 4 di mattina
assumono la forma
di un angelo blu e grigio

Due lesbiche
si nutrono una del seno dell’altra
sotto stroboscopia
un tumulto
un tumulto
un tumulto

Preghiera per l’immenso bordello
e dita gonfie
e sbattito di porte
e gemito di bambine
accumulate come tante piccole tombe
dentro la coscienza.
Un tempo
chiaccheravano
godevano in segreto
e dio era il loro pensiero

Ecco, scorgo uno scoglio,
la terra viva.
La linfa.
Ricongiungerò le vene tagliate
ai giacimenti di metallo nella miniera

L’isola: un grandissimo mistero.
Una ninfa magra
vive lì
infesta le sabbie ed il successivo oceano
in cerca di qualcuno che, avendo contezza di lei,
riesca a donarle una forma sensibile.
Questo potremmo essere
e altro ancora,
una mano aperta sul muschio bianco,
una siringa piena,
il fa diesis minore,
l’apnea sociale che rende
opaco e malsano
l’Ardea Cinerea
dei tuoi battiti d’occhi mai percepiti

In un letto enorme
ho parlato piano
alla tua fica sorridente
e lei mi ha ringraziato pulsando,
eri bianca.
Poi ho dato un piccolo saluto
al tempo che ci mastica
lento
e con attenzione

La danza delle vittime
in un parquet
e velluto rosso,
non sono gli altri i colpevoli.

È il dado che continua ad oscillare
sul tavolino blu chiaro.

Strappare, quindi, dalla parvenza,
ciò che più ritenete vero e puro e cristallino,
salvarlo dall’immenso ammasso
di schifo e mannaie
mentre tutto è risucchiato
via lontano
dalla sua vera forma,
ed ogni istante si uccide per amore
di quello successivo.

Immergersi in un indescrivibile oceano porpora
è quello che c’è fra di noi

Ombra ombra ombra
e talvolta un po’ di sole forte.

Infine il mondo è crollato
per sua stessa necessità intrinseca,
assistere come demoni grossi e muti
e vestiti di rosso
e maschere di paura

Dico addio al cadavere
la mia armatura per molto tempo,
affiderò le spoglie ad amici che ritornano



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