mercoledì 22 maggio 2013

L’amore davanti agli ospedali.



L’amore davanti agli ospedali.
A Julien Janvier e Sophie Kowalsky.

Pioveva davvero
davvero tanto
e poi non sembrava mai giorno.
Non so se si ameranno
Non so se li vedrò
realmente
felici
realmente acqua
che dalle nuvole
muore sull’asfalto.

Forse ci faremo seppellire nel cemento
insieme
e così ce ne andremo
quando il momento migliore che aspetti
arriva
quando la vita è rosa come in quella vecchia
canzone francese.
I giovani hanno tante delusioni
e poi diventano freddi.
Una alla volta tutte le emozioni
scompaiono
per la paura di non essere corrisposte.
Infatti ci estingueremo tra qualche generazione.
Se moriremo voglio almeno
che la pioggia ombreggi sui nostri cadaveri
bianchi
sereni
mentre mi dici addio
mi dici che non credi e non hai mai creduto
mi dici che la vita non vale la pena di viverla davvero
annacquando l’immaginazione con la virtù di essere reali.

Amami allora
e ti renderai conto di quanto c’è di morto
nelle cose vive
e di quanto è commovente e dolce coglierlo.
Amami allora
e forse assieme arriveremo al punto
in cui gli occhi svuotati ci ringrazieranno
di averli svelti da lassù.
Dimmi che esisto
perché io ho bisogno di esistere di sentirmi vivo.

Prima che tutto diventi accecato dal sangue
saremo trascorsi come trascorrono le ore lente e appuntite
della vita,
e davanti ad un ospedale
vedremo la pioggia lavarci via tutte le ferite
che ci continuiamo ad infliggere
perché non sappiamo tornare indietro nel tempo.
Non credo che qualcuno comprenderà mai
qualcun altro
e solo
 che forse questa è la vera prima illusione
data a noi bestie.

Davanti alle luci di questo pronto soccorso
ho capito che per sperimentare qualcosa
bisogna solamente
cambiare il giorno in sera.
Sembra che l’ospedale ci dica
che la vita non andrà poi così male
anche se non andrà bene.
Qui. Qui mentre piove
e le ambulanze e i poliziotti
rombano nel velluto della notte
Io e te saremo finalmente identici
e ci ameremo
portando con noi
il lascito dei serpenti e delle mele
e dei quadri di Renoir.
Ci ameremo
e non vedremo più quanto c’è di poco
nelle esistenze
e nei ruoli.
Moriremo
come muoiono tutti
d’altronde.

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