mercoledì 29 maggio 2013

Lucertole


Lucertole
Una poesia che mi piace leggere

Il pigiama azzurro si è
steso
dopo una leggera canzone
e i letti non funzionano
più come ci si aspetta
Chissà cosa si prova a ricamare una stella su una coperta
Chissà cosa si prova a dormire?
Pensare di notte per il giorno che verrà
è la menzogna più grande
del nostro secolo
dopo la rivoluzione,
un po’come tirarsi, un po’ come
stirarsi.
Come ci si rimbocca da soli le lenzuola? 

Allora la bella
calligrafia
anch’essa è una soddisfazione
quando hai tre anni,
I sorrisi delle ragazze
quando ne hai diciasette
o una discussione su Rimbaud
con un fratello sperduto
nella neve italiana.
Allora sbucciarsi le ginocchia
ancora
qualche volta
è bello.

I calzini a strisce
nascondono qualcosa di allegro
da un certa prospettiva,
sono come una bambina
che coglie un fiore
e non pensa che sta
crescendo.
Come ripensare
all’estate di quattro anni fa,
al mio compleanno
di quattro anni fa
a mia madre e
a mio padre
quattro anni fa .
L’estate è importante
di gran lunga più importante
di quello che la gente ne pensa.
Non il mare,
l’estate in sé .
D’estate le lenzuola
le vedi sempre diverse e ti distrai
e ogni estate
ti innamori di centocinquanta ragazze diverse almeno.

Le lucertole
-è una giornata che non penso che a loro-
forse
hanno compreso il mondo
meglio di noi
la gente sdraiata al sole
meglio di noi
la vita
meglio di noi.
Amo il fatto che siano belle da guardare,
Come guardare un ricordo dove eri felice
ma non te lo ricordavi più.
Sonnecchiano nei prati alti o
dentro i buchi nei muretti ,
non hanno idea di che cosa voglia dire
svegliarsi
solo per raggiungere
uno scopo
di che cosa sia
vedere tutte le finestre come
vie di fuga.
Mi chiedo se si chiedono mai ‘ste cose.

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