domenica 19 maggio 2013

Di nuovo Qui.



Di nuovo Qui.
A Enrico, Abbondio, Alessio.

Ogni essere morente
poi vive l’attimo
poi muore, poi si accende
ma ehi! È spento!
Giocherò una partita di calcio,
distrarsi è bello.
Come le bombe che abbiamo in testa, poi,
cercheremo una soluzione allo stato,
ma chi ce l’ha?

Ogni fibra si sfibra ma oggi chissenefrega,
oggi c’è così tanto sole e così tanto azzurro
che ho troppo per non pensare
quindi sia lode a Epitteto tra tutti.

Allora, si riflette sul tempo perché non ne abbiamo abbastanza,
e di certo l’ultimo desiderio di tutti è tornare indietro.
Così è il cazzeggio al sole,
l’erba sintetica sotto e la strada ultrailluminata davanti.
Allora,
si può stare bene a caso nel mare di male,
ci si può addirittura innamorare.

Ma siamo giovani,
non ne sappiamo un cazzo della vita!!
Questa è una di quelle cose che non ce l’ho fatta mai a capire.
Effettivamente,
per quanta vita e per quanti flussi
e per quante percedispercezioni
ha addosso un giovane,
di certo ne capisce cento volte di più,
e le emozioni non sono distaccate e ancora non c’è nessun falco su in cielo.
Ancora non fumiamo le Jubek.

Di nuovo qui,
sento che è facile ma non impossibile
vedere ancora
qualcosa che va o che non va.
Dobbiamo credere a determinate
merde che stanno sotto
l’amore
o le illusioni.

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