giovedì 23 maggio 2013

La necessità del sole.



 La necessità del sole.

Mancherebbero pochi attimi alle esplosioni.
Poi,  sotterrati veramente,
a rombi e a tuoni il tumore avrebbe paura di espandersi
dal nostro al vostro.
Grande illusione ottica, l’amore,
grande scherzo.

Attraverso il coma sacro
si comprendono biobisogni  e finzioni
che puntelliamo.
E di certo tra quelli ci siete voi in foto
a sorridere e a ricordarmi del tempo.
Dalla foresta si intravedono
cuori e fiori e castighi
e follie di certo.

Il fatto è che se non puoi volere bene
e non puoi odiare non puoi fare altro.
Allora ti ricordi della necessità del sole.
Della necessità trasparente di controllarsi e adattarsi ai ruoli,
ma non è giusto che siamo costretti dagli altri a crescere

A limarmi i denti con le unghie non ci vuole molto.
Così, l’aggressione abbatterà i tribunali finalmente.
Ma non potete giudicarmi,
che  faccio di male se non esserlo?
Come trappole in trappola.

I dolci ragni già ci infestano
a turni,
e la noia e la luce e la mancanza e la nostalgia
vivono nelle caverne più stronze
e tu ci stai pure,
come dimenticherei volentieri i nomi
e il carattere
e le manie
e le psicosi
per non dovermi comparare a infiniti modelli storti.

Stando così le cose,
un soggetto si troverà a pregare
ed è così fallito il gioco divertente della poesia
e della psicoanalisi,
raggiungendo un luogo con pavimenti
non dovremmo più inventarci la gravità con la testa
e ci tranquillizzeremo
e non avremo più bisogno di noi stessi da guardare.
Ma dov’è, quindi, la differenza tra me e il mio cane?

La necessità del sole,
e di autostrade immense,
e di musica anni ’80 che non ricordo,
la necessità di non farsi schifo perché si fa schifo.
La necessità del sole,
che la gente deve scomparirmi davanti una volta per tutte,
che i palazzi e i finanzieri devono crollare,
io voglio tornare cellula.

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