venerdì 17 maggio 2013

Il cane morto, i mostri e la bambina di pietra.



Il cane morto, i mostri e la bambina di pietra.

Pt. 1: Il cane morto.
Ad adrian.

Nella narice più larga
si vive meglio!
Mi si sussurra qualche
avventura che fanno le
ginnasiali. Pressione bassa.
Adrian ha la metrica nel cuore.
Essenziale sarà quindi
sfibrarsi
in un panico generale e vuoto
e poi riflettere sulla nostra
anima animale.
Nell’estetica di Croce
c’è qualche teoria interessante
che però si può mettere in pratica
solo nelle scelte veloci sull’alcol. 

Pt.2: Silent Hill.
A Ciccio.

Ho riflettuto che l’unica
vera volta
che un essere umano
esiste
(e nella sua testa gli altri)
è quando si è ubriachi.
Per questo ho il permesso
di baciare australiane Hypster.
Ciccio e io,
nei bei tempi di quando ancora
non era stata inventata
la crisi o la follia,
abbiamo passato intere giornate
nelle illusioni videoludiche
di Silent Hill e Resident Evil.
Da lì in poi
ho chiaro quanto poco capisco
della non-realtà
della non-esistenza.
Rotanti, maledetti, distruggono Oz!
Confesso che ho due notti insonni di paura
per alcune presenze di mostri.
Non parliamone, dai!

Pt.3: La bambina di pietra.

Non entrerei mai
in una chiesa sconsacrata.
È una cazzata!
Alle persone di allora, ricordo,
avrebbe fatto piacere comparire
in una poesia ebbra.

Quanto vale pietrificarsi?
Pietrificarsi nel tempo migliore,
rimanere bloccati
in quell’unico attimo
di espressione totale
dentro la macchinosità
contorta delle cose.
La statua della bambina è scomparsa,
latente lascito di quello
che non si spiega  
Le api moriranno tutte.

Ho provato amore
per un’adolescente di pietra
anche se non aveva più
né testa né cuore.
Un bouquet  grigio e malato come quello
può striminzire qualsiasi petalo giapponese.
Scardinàti, i crani si stanno
spaccando
e dalla noia nascon sempre
fiori inutili.
Anche Baudelaire ha chiesto l’estrema unzione.

Non esiste la realtà ma esistono i mostri.

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