lunedì 20 maggio 2013

Acido. Anima. Tempo.



Acido. Anima. Tempo.

È poi successo che ci siamo  sentiti
inadeguati
(eravamo al sole),
e logicamente lo siamo diventati.
Un cane secchissimo
(un poeta direbbe “snello”)
un po’ va avanti per inerzia
come le navi immense
in quel quadro di Turner.
Come che riesce a volersi vivo?

Qualcosa come l’universo
non si può immaginare,
nemmeno in coma.
Non abbiamo niente d’infinito
eppure siamo infiniti nei bisogni e nella fame.
Ora penso a Cesare che si sucida coi sonniferi,
è commuovente il ruolo di voler non più sopravvivere,
è assurdo!

Aiutatemi.
Datemi l’oblio
Datemi l’obbedienza
Datemi l’amore.

Come un pezzo di carta
vola via,
come una bottiglia rotta taglia i riflessi,
tale sia allora il destino,
di stare a contatto con l’acido,
di essere immacolati però, di essere vergini però,
di sperare che la sporcizia
se ne vada da sola.

È poi successo che ci siamo inquinati,
come la televisione inquina
l’arte,
forse quando abbiamo preso la decisione
di nuotare nel fiume
della rivoluzione,
di bere dalla fonte
della vergogna (romantica)

La pioggia
non si fece vedere
più
quasi per sempre.

Chi l’aspettava è diventato
un granello di sabbia (felice)
e non si domanda più
cose del tipo
“Ma servo davvero a qualcosa?”
Ora beviamo cemento
Ora beviamo calce.
L’umiltà ci manca, ecco,
quella bella umiltà
che vi fa compatire tra di voi,
che vi rende compatibili a vicenda,
che fa scomparire noi stronzi.

Invecchieremo fuori prima,
poi dentro,
raggrinziremo come
i girasoli di Vincent
e il nostro polline quasi morto
verrà fumato dalle generazioni  future
(cattive generazioni)

La spiaggia è blu cupo
ma chiaro
Le donne negli anni 40
erano più attraenti
perché forse
più coperte o più pure.

La spiaggia è blu cupo,
guardo il mare che abbandona la sabbia,
la profondità è immensa,
non interessiamo a nessuno nell’universo,
non interessiamo a nessuno nell’universo.

Che ne devo fare di me stesso?
Che se ne fa uno della trasformazione
del Tempo?
da bambini
da adolescenti
da post-adolescenti
da vecchi
da morti.
Siamo davvero così felici di vivere?

Le ballerine rappresentano il movimento
delle anime,
anche se per farlo
diventano
anoressiche.
Quando il teatro ha riaperto
le vedevo come da dentro
una favola,
danzare
sfibrarsi
morire.

Cinquant’anni fa
in Italia
non si era poi
così tristi
o almeno
lo si era
in maniera
diversa,
in modo più mansueto.

Si progredisce per nevrosi,
è l’apice del disegno
metafisico
ideato per noi bestie.
Diventeremo tutti
erroneamente nevrotici,
ci evolveremo
in sclerotizzate
figurine senza raccolta album.

Qualche volta ho riflettuto che
potrei aver sognato
tutta la mia vita,
quando ero bambino.
Il destino è destinato a invecchiare
e poi a morire,
come tutto.
Ecco, le parole sono un po’ i fiori
della decadenza cosmica
della commozione cosmica.

Il sedici settembre non mi ha rivelato
l’ingresso
alla piramide del terzo occhio,
non mi ha ancora rivelato che esisto.

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