domenica 19 maggio 2013

Trip # 9 .

Trip # 9 .
Come ci ho immaginati insieme.

1.       Canzone D’amore quasi vigliacca.

Quando si è spento il ventilatore,
il mio cuore mi è apparso
una sala prove vuota
un po’ grigia.
Climatizzazione,
santa,
ci raffredda le voglie
e poi noi le idealizziamo.
Quanto è bello ricordare.
Annaspavo nella tua gioia,
sì , nella tua empatia.
Annaspavo nei tuoi orgasmi.
Sono una presa per il culo
quei film americani dove
due si innamorano.
Partiremo nell’azzurra camera cosmica
Io e Te,.
È una grande psichedelica
storia d’amore.


2.       Space Oddity.

E ora che ne facciamo di tutte le stelle?
Il vetro non ce le fa toccare
ma ci specchiamo*.
Manca l’aria. Non si respira.
Manca l’aria.
Nella navicella spaziale
c’era un divano
azzurro
e noi ci facevamo sempre sesso, troppe volte.
E del mio ossigeno e del tuo potevamo consolarci
per la mancanza di quello nell’universo .
Il problema è che la noia
rende il sublime grezzo.
Tanti battiti cominciavano a perdersi,
fino a quando
non seppi più che ore erano.
Aziona la velocità della luce!
Così, ritorneremo
senza questa massa
che odiamo.
Magari il cielo sarà di nuovo
limpido
e capiremo
“The Suburbs” degli
Arcade Fire. [1]
Magari il nostro fottere amaro amore
non sarà scheggiato a sangue
dall’oscurità tentacolare
dei nostri cervellischizzo.
Il problema è che
non ci dovevano spedire
nello spazio ghiacciato.
Il Primo giorno nell’astronave
il nostro amore era ancora tenerissimo,
come i bambini,
tutto era nuovo nuovo.

3.       Come doveva essere.

Ho perso il conto dei giardini
di quanti ne ho voluti.
Bianca. Bianca.
Tanto bianca da stuprare
le sere demoniache
dietro l’angolo
della maturimmaturità.
Ora hai un fiocco rosa
che sta a indicare
i confini
tra tempi o dimensioni temporali
diverse.

La relatività esprime
quanto l’uomo odia il presente.
Capita di non farcela.

Amami ora, prima che le pietre
riempiano la carne.
Amami ora ,
tra i gelsomini bianchissimi,
nell’estate, nel violacielo,
nelle ore lente del futuro.
Che cosa ci ha reso brutti,
se prima eravamo
tranquilli?
Ci dev’essere stato un detersivo psicologico
che ha squagliato
i nostri sentimenti-cristallo senza che ce ne accorgessimo.

Hai gli occhi come il laghi e i mostri che ci vivono dentro.
Soli.
Sei bella, sono i quattordici anni
che ci insegnano le emozioni.
Quindi,
i nostri sbagli sono stati
quelli di aspirare
a tutte le dimensioni
e a i mondi paralleli del multiverso
e all’antimateria,
e alla teoria dei quanti
e dello spazio tempo.
Noi siamo più immensi,
non ci basterà mai
niente,
siamo più infiniti del cosmo.
Questo,  è per questo
che abbiamo smesso di amarci, Jenny.

4.       Riflessione post-nevrotica di
un non matrimonio.

Non volevo che finisse
l’allucinazione.
C’eri ancora tu vestita da sposa
anche se
nessuno dei due
voleva sposarsi mai.
Poi però ti ho accartocciata.
Ora vivo nei cessi degli altri,
sperando in uno sciacquone definitivo.
Mi consolano, a volta,
le lenzuola arcobaleno
oppure il sole.

La verità è che siamo insetti
con le antenne pronte a tutto.
Quasi mille zampe piccole
che scavano nel marciume
per seppellircisi vivi.

La struttura sonora alfa
suonerà ancora un’ultima volta.
Un’ultima onda di psichedelia perversa
e DMT, e poi
moriremo nelle convulsioni
e nella bava bianca
come dei granchi.
Il mio braccialetto mi guarda tre volte
con tre occhi diversi,
la realtà è immateriale.


Ti avrei amato per sempre
se fossimo rimasti semplici.
Le biciclette,
amiche per l’animismo,
ora
stanno a sorridere
nella vacua stradina dove siamo cresciuti al sole.


5.       Outro.

Poi ho ripreso le cose che chiamiamo vere
e tali dobbiamo crederle per evitare
crolli emozionali e dimensionali.
Ero a Catania, lucido,
ma cos’è l’esistenza?
L’unico spiraglio di verità
sono i trip.


*Questi due versi danno il significato a tutta la poesia.

2 commenti:

  1. Parole meravigliose, viaggi senza meta ma altamente emozionali. Quando il non sense prende sensi!

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  2. Il problema sarebbe ritrovare determinate cose nella realtà vera.

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