lunedì 17 ottobre 2016

Come ‘nduja

Mattina fortezza inoppugnabile sei
e mi avvolgi
come se fossi una donna nuda.
Cosa ci sarà mai sotto il lenzuolo?
Il mio pene, turgido e vispo, appena sveglio
e sotto ancora
la tensione che mi tiene in vita nel corpo.
Euristica volontà di porre fine al disgelo,
mi rendo contro di non essere bello.
Spesso desidero un’isola abitata solo da me stessi,
poi capisco d’averla davanti.
E ti vedrai in un futuro non uomo
ma terzo ed unico occhio
slanciato a comprendere
in uno sguardo solo
tutto lo scibile,
voglio bene a tutti.

Anno dopo anno avvicino le essenze
e rientreranno in una sola ampolla,
mi sognerai?
Ed in sogno, cosa vedrai al posto di me?
Non è forse un’unica macchia annacquata
con troppe forme di mani
e bruciante come fuoco dell’Etna, come ‘nduja?

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