mercoledì 5 giugno 2013

Il viola.



Il viola.
A Jankeil, Iras e Medusa.


Raggiunto il posto
dove finiscono le cose quando ti entrano negli occhi,
restavo allibito di fronte alla notte immensa,
perché tutto è notte dopo i veli.
Così, un enorme viola a sprazzi luce a sprazzi lupo
entrava e usciva a piacere dall’anima.
Ma onestamente, un petto così simile ad una mongolfiera,
un desiderio così simile al Giappone,
una schizofrenia perversa così simile a nuvole di fiori dolci
non si vedeva più da un sacco, forse da mai.
Il problema sono alcuni sistemi cioè tutti,
e poi che non mi so concentrare che su me stesso.
È assurdo pensare che è quello il colore che dà lo sfondo all’immenso serpente della realtà

Ma il viaggio è la dimensione migliore,
lo sfiorare lo sfiorire,
chè se prendiamo per vero l’assunto che ogni eccesso porta all’opposto,
si ritroverà l’immensa scatola della creazione
all’indomani dell’apocalisse.
Mille occhi in cielo
e ci scartavetriamo  pelle
scoprendo l’anima bambina che vomita su altre bambine. Blu, sempre.

Alla fine al male
e ai suoi lobi rossi
niente è negato visto che è logico,
alla fine l’amore si schianta
almeno una volta al giorno.
La profondità immensa,
l’immenso scuro,
l’immensa seppia,
l’immensa deviazione di persone formate storte e ibridate da tempi acidi diversi.
La notte viola, i palazzi viola,
le tue facce viola.
Non sei bella.

Arrancando,
spezzeremo l’inconscio e ameremo chi ne possiede metà. Ma sarà amare noi stessi.
Ehehehehehhe costretti dalla magia incomprensibile.
Il viaggio racchiude il ritorno se portato all’estremo.
Siamo tutti omosessuali se non addirittura
tutti la stessa cosa.
La somma supera le parti,
la somma supera le parti,
i brandelli non lo sopportano.   
Al corpo gli divorano una gamba,
poi muore.
Al corpo gli divorano i denti. Meglio, non esiste il sorriso.

Ma anche qui, anche nell’immensa allucinata lisergica stanza
se i tuoi occhi non esplodono vuol dire che sei pazzo.
Se mangi un cuore poi le fragole ti sanno di limone,
poi le donne ti sanno di troie.
Maledici l’essenza aliena dentro,
poi ti ritiri tra angeli di scopamicizia a sperare che arrivi l’andare via,
a sperare che arrivi il paradiso di fuoco,
che arrivi una materia più plastica che ti avvolga, perfavore.
Io ho fretta, ma perché ho paura.

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