giovedì 27 giugno 2013

Così mi sembravate.



Così mi sembravate.

Il degrado dentro ci spalancò gli occhi a quello fuori.
È successo che
quello che ci rendeva felici prima
ora  ci rende miseri. Dico, essere così oltre.
Ma vorrei che esistessero le mie immagini,
ma vorrei provare qualcosa per qualcuno che esiste,
anche qualcosa di brutto.

Comincia la ballata dei vecchi disperati
in cerca di una o più pensioni.

Non siete veri,
non siete veri
manco siete.
Però chi sono io per affermare verità ?

Maledetto quel pazzo,
maledetto
nella sua stravagante oggettività.
Maledetto lui perché sua madre lo voleva maledetto.
Ovvero io non so che pensare nemmeno
se pensare
nemmeno
se spaziare
nemmeno
se
meritarmi
le indagini nelle vene
e tutta questa antieroina di gente.

I negri
sperimentano
il sapore
delle strade ubriache
con la cocaina.
O per lo meno così li vedevo io


Così mi sembravate,
affamati di stecche
e di girasole
ma il sole qua lo trovi sempre dove ti giri ti giri
che bella metafora questa.
Così mi sembravate,
pescatori di zecche,
crani allucinati dall’emulsione catodica della tv,
perdenti che vincono
ragazze che si fanno
ragazzi che si fanno

fare del male facendosi del male ma facendosi del bene.


Lo capiremo prima o poi
il demerito della religione,
il demerito di dirci che le cose potevano andare meglio.

Ma dai,
ma che c’è di male
nel non sentirsi il non sentirsi in piedi?
Anzi,
è meglio
alzarsi
ogni giorno di merda
e uscire
e dimagrirsi addosso come mai,
e sperare nel disgusto e nella modestia come le armi più belle mai create.
Così,
l’autobus sarà pieno di vuoti indifferenti
con facce diverse e ruoli uguali,
così urlerete di gioia non vera
e di piangerete di tristezza non vera
ma meglio ve lo giuro voi
siete i progenitori del futuro,
voi getterete questi semi del bene
nella finestra delle cose che ci saranno dopo
e tutti cresceranno male ma in forma,
e ci evolveremo nella rozzezza,
ma che minchia vuole la società,
se già ci annientano il blu personale
per produrre il grigio industriale?

Io non sento che la voce
dei maldestri destini
abituati a piovere e a scavare nei laghi.

Voi andrete avanti
col bel pensiero
del dopo.

Ma non c’entrate niente,
il problema è tutto racchiuso nel vulcano tumorale
che muore dentro.
Anche se è presto
Anche se lo voglio.
Anche se l’esclusione è il grembo fantastico
di chi odia l’esclusione.
E che sovversione
e che bombe
e che detriti
ci starebbero proprio bene.
Mendicate la spesa in sacchetti del cazzo al mais,
mendicate la benzina
mendicate i denti. 
Ma non è colpa vostra se alcuni
credono
nella fantastica prostituita tenera
dell’autodistruggersi prima di cominciare

Squarciatevi e ne usciranno
tope libidinose
che sniffano veleni bianchi
e corpi sinuosi così tanto da valere un erezione modesta,
squarciamo il telone osceno alieno della logica vera,
tengo molto alle cose e gli do nomi causali
per garantirli un vita più lunga,
senza mai pensare che magari non è il caso
di cercare augmentin per la sindrome dell’abbandono.

Scatenate le passioni mordicchiate
in partenza,
scatenate la vostra igiene ad hoc,
e che stupida cosa dover chiedere
per fare sesso.



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