venerdì 7 giugno 2013

Ghiaccio numero sei.




Ghiaccio numero sei.
peccato


Lavi le mani, tiri l’acqua, il tabacco sembra un rimasuglio umano
Lavi l’anima, tiri il sangue e lo dai sperando di inquinare il mondo non bello.

Assaltiamoci, siamo fortezze idiote piene di alfieri che però non vanno in diagonale e re vigliacchissimi.
Magari iddio porco ci svegliasse dal torpore molesto e ci facesse diventare sogni.

Allora, nella guerra
sento che perderò le braccia tutte e tre
e gli occhi tutti e otto,
e poi ne impiccheranno tre
e le chiese adorabili refulgono
e noi siamo scheletri a ballare a ballare a ballare.
Se ci fate caso, quando si sussegue la luce rossa a quella blu a quella bianca
nessuno si sente una stella,
tutti continuano a menarsi di botte e pezzi di ferro e schegge
e mai qualcuno che capisca i simboli.

Ma mai il peccato mi ha fatto così innamorare,
ma mai così tanto chiaro c’ho visto nei mari di nebbia,
ma mai ho avuto tre teste distinte così brillanti
da scegliere due il suicidio una la vita.
Assaporo il gusto dei mattoni,
quasi quasi adoro le droghe. Ma poi siamo arrivati ad un opposto bellissimo,
ma qui non si torna indietro

Ora assorbo il ferro degli ingranaggi,
ma voi olio ma voi grasso ma voi lontani dai trip
e dal vero sesso e dal falso sesso voi siete contenti ed è giusto,
chè è giusto.


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