lunedì 10 giugno 2013

Ghigliottina tre posti, polmone ad acqua e misticheggio ancora su me.



Ghigliottina tre posti, polmone ad acqua
e misticheggio ancora su me.


Su per  il clitoride
comincia sputando l’esteriorità bucata da spade,

morire non sembra vero.

Corri, e tutti gli ideali ideificati
singhiozzano Schopenhauer,
e cominciano gli scopati
a sclerare.
Quella sadica mi ha fatto eccitare.

Permepertepertuttol’universo.

Costa il bene, costano i camaleontici vermi
non-ironici,
darei conto alle cose
se la nebbia non le masticasse.
Corone a voi,
di male.
Maree e maree e maree
di tossici e degrado-intimo-rosa
mi spaccano le mani che ho dentro,
i non capisco i fiumi nel cervello.

Dopo avermi scannato le gambe
passarono alla memoria (virtuale)
e centomila depilazioni
per vedertela liscia.

Every è riuscita a sillabare il mio nome,
sei ciò che vuoi essere d’altronde.
Schiele scappa i corpi
di troie sporchissime
e si allunga le gambe.

Più di mille animali
infestano i miei sacchi interni, e ci si confonde
tra gente elegante e cani secchi,
e d’altra parte la psichedelia
a priori
ci svisiona i settori dei sensi,
sicchè viscide mitraglie
scheggiano a sangue
orme e fantasmi e orme.
Ma tanto alla fine ci suicidiamo noi tre,
poi io avrò paura e solo voi due.

Ti metterò due dita,
dimmi tu com’è dov’è.

Mortifichiamoci un giorno di più,
aspiriamo solo al domani e sti cazzo di momenti non passano mai,
così si fa la logica scelta
di massacrarci a turni
fino a ridurci
a brandelli di schiene andate a male.
Mi finiranno i messaggi porca troia,
abbiamo un bordello di schiavitù addosso,
ma voglio essere pensato comunque.
Ora l’ormogenia è dappertutto,
si grandina a cicche si piove a spaventi,
le ustioni di terzo grado
le ustioni.
Caramelle  di stelle
scaraventano pietre e polveri e bronchi,
levo via le rime perché le odio,
penso ai banchieri,
penso al grasso sopra la testa di mercurio dei giudici.

Poi ti sei bagnata.
Amen.

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