venerdì 19 febbraio 2016

In innumerevoli notti di luna

In innumerevoli notti di luna

Sei eccelso.                           
M’innamorerei di te ed in innumerevoli notti di luna
giacere insieme.

L’androgino statua sfocata
passo una mano tra i suoi muscoli lievi, da kuros greco.               

I pescatori stanno sciogliendo le reti.

Gli Alcest facevano una gran musica di quei tempi.

È scontato. Vai via dalla bocca ormai come il sapore
d’un miele di sangue,
oh, comincio finalmente a vedere la brace
del mio sterno
ora che il fuoco è quasi spento,
ci cucineremo sopra
na para ri caddozzi ri sasizza
per impedire al fiato
di avere un buon odore d’alta società
a cui non apparterrò mai

Io sorreggo – in questa sede –
la bellezza stessa.
Sì, separando lo spirito dalle membra
come hanno provato a fare più o meno tutti.
Quando in una mano potrai tenere l’universo
senza aver paura che cada e si infranga,
e sarai diametralmente opposto
al te stesso di otto anni,
al te stesso di sei anni,
che strappati, dissolti
dal tempo nel gran miasma
si allontanano a dismisura.
Eppure, non ho mai sentito la presa delle loro mani
cedere.
La semplicità onnicosciente
incosciente
pre-linguistica
a-linguistica.
Perché il linguaggio è la gabbia
grazie alla quale
possiamo non solo capire d’essere in gabbia
ma anche
descriverla, questa gabbia, e con bellissime parole
inutili come cani randagi in branco.

Vivremo l’Apocalisse da vecchi.
Assisteremo, testimonieremo le sette trombe
con le Vans ai piedi.
Eh sì, la nostra generazione è tra le peggiori.
Non si è più in grado di prendere una decisione con la giusta forza.
Facciamo schifo e per di più crediamo di saper ballare!
Posti su una spaccatura 
tra una realtà moderna/post-moderna 
e un’altra che corre verso il vuoto di questa pallida e pretestuosa τέχνη
volpe matta strabica che ha perso il senso
della sessualità come templio dalle innumerevoli colonne
e allora non fa che sbavare
cavalcata da perdita di contatto con il corpo,
staremo a vedere.
Se sai ancora ritornare onda
che sfrange gli scogli, se ancora t’accorgi d’esserci tu
disciolto in quell’acqua salata,
la società può anche crollare in un abisso blu, non ti tangerà.
Se ancora sai prenderti per i capelli da solo
ed in una dimensione astrale e purificata astrarre te stesso
a tuo rischio e pericolo,
il pungiglione non ricrescerà.

Sei eccelso, e bellissimo.
M’innamorerei di te ed in innumerevoli notti di luna
giacere insieme. 

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