mercoledì 20 aprile 2016

Un breve stacco psicoanalitico dedicato però alla Montessori

Un breve stacco psicoanalitico dedicato però alla Montessori

Risolvendo tutto come hai sempre fatto:
con un gesto artistico!
Le cose hai bisogno che ti crescano intorno
come edera verde.
Reprimi le cose brutte idealizzate
ma anche le cose belle idealizzate,
sono sbagliate entrambe.
Ed è vero, è vero,
l’egoismo irrazionale sta alla parte emotiva
come l’apatia razionale alla parte destra.
Sono tuttavia fiero di te, vecchia stronza
che per quattro immensi anni o più
ti sei agitata in vestiti di porcellana
cercando qualcuno che di botte ti gonfiasse per godere.
Sono fiero di te, vecchia stronza che pur donna
hai messo su
l’apparato logico d’un uomo
e vai adesso sghemba sulla retta via.
L’unità, l’unità e la determinata e stabile
volontà di dimenticare i dualismi
con la mastina e saggia presenza del corpo.

Se non ci teniamo più per mano
non è di nessuno la colpa.
Se a noi come palla di luce
le spalle decidesti di girare
non è colpa di nessuno.
Tutto era ed è un libro
macchiato ed appannato
su ogni foglio,
ma con uno sforzo in più
riuscivi comunque ad apprendere dalla vita.

Adesso tu imparerai ad occultare
in acqua profonda incomprensibile
il sorriso psichedelico del tuo
animale bestia emotiva.
E non sentirai più il bisogno di vedere ad ogni breve raggio
di questo maculato sole
assegnato un soprannome
facile ed esclusivo
Come i migliori mistici escatologici
tra simboli di plutoniana memoria
vai a fondo nel gorgo come un pellegrino
giù, giù, fino a vederti realmente in viso
attraverso questi mille strati di cera,
giù, giù, oltre la muraglia,
fino a scoprire che avevi i capelli diversi
a sei anni e mani piccole ma abbastanza
per un mondo malleabile come il feldspato.
Adesso imparerete l’oscura punizione
e avrete nascosto la luna blu
essenza delicata e dolce e troppo sensibile
che arde tutto l’animo vostro
dalla bocca dello stomaco.

È giusto che sia così.
Sciamani e poeti e sub
ed ogni savio individuo
che ha dentro fiamme d’inferni caldi
sorride e sorride sempre con tale tepore
da irradiare cosmi e cosmi e cosmi.
Nel cuore grande come un’orca
ad ogni leggera manifesta e candida piuma
non par vero svolazzare,
e tu che con tanta dedizione hai intrecciato
per anni e anni
un metodo per impiccarti,
adesso appeso all’ugola penzoli
piccolo verme
e non t’eri accorto
d’essere senza alcun confine
se visto dall’interno.
Ogni canzone smusserà la punta e non sarà finzione
solo perché artificio,
è importante comprendere se stessi
e non importa che anche gli altri
arrivino allo stesso risultato
anche perché da nessuna di codeste statue
è evidente la porzione più grande di senso,
essendo rattoppate come uno junghiano arlecchino
strafatto di MET.

Ed io, io, lo scoglio malsano
che nasconderà chiunque e di chiunque l’essenza ultima
fin quando l’acqua non m’avrà eroso.
Creare sarà avulso dalla materia,
creare non c’entrerà più niente col plasmare,
col torchio,
col rileggere lenti i propri scritti.
Sarà un sorriso profondo
o un’erezione
o un abbraccio da dietro,
nel mondo avrai scavato una tana comoda
e l’avrai arredata in modo che ti faccia sentire tranquillo,

l’alveare è una culla azzurra dove il suono del pianoforte
grida chiaramente “ Siete più d’una fibra dell’universo!
Siete la somma di tutte!”
ed ogni tenaglia di dicotomia
sarà impallidita come l’alba
scordando il viso amato delle tue donne
o i loro grandi seni
e sinuosi corpi.

E la Montessori, la dolce anziana Montessori, dov’era?
Stampata su delle vecchie mille lire
in un cassetto riposa,
eppure vedendoci un po’ sfatti, sgualciti,
ma fragranti come il seme del grano
ci avrebbe stretti a lei tutti ridendo.

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