giovedì 14 aprile 2016

Un altro compleanno di Marco

Un altro compleanno di Marco

L’ariete,
 vuole dare inizio a tutto.
Dorme tanto.
Sono persone dal cuore più buono del mio
il fuoco spirituale avendo dentro le vene.
E tu non li capirai mai
nella loro immensa giustizia
ed è giusto così.

Donando incenso, mirra e marijuana
ad un uomo sfatto e caro vecchio caro amico mio.  

Gli hippie, in un’altra dimensione, si tagliano le vene

Talvolta è felicità e non lo capisci,
ma non toglie niente al fatto che sia felicità.
Poi, guardandovi in fila, con Gioacchino vecchio macellaio attore
e Paolo come una verginella
e Marco che non fa che divincolarsi
dalle scaglie d’idee arcane e scambi sociali
sorride comunque.
Il clan. D’epoca, d’assenzio,
poeti ed autisti ed utopisti alla Thomas Mann,
e mani scaltre e leggiadre.
Il clan. Un peso dolce d’avere addosso,
tutti ci conoscemmo in un’altra vita
precedente a questa.

Vorrei adesso suonare le 67 campane di bronzo
del carillon del mausoleo
del marchese Yi del regno di Sui,
su ognuna percuoterei rabbia immensa ancestrale
e dubbi occulti
e d’ogni nota conoscerei i nomi.
E tra flauti, e cetre Qi, e cetre Se,
perderemmo tutti di noi stessi il corpo
e la mente
e continueremo, assorti e innamorati,
tutti infuocati d’un fuoco viola,
con l’anima soltanto

Assaporando cosa, se la bocca è sola sul palco
come in una play di Beckett
e non sa che dire?

E poi alcune donne vogliono essere uomini
molto più, spesso, di quanti uomini
voglian esser donna.
Ci si stempia ed il capello si brizzola
ma l’uomo era una donna in principio.

Tutto a rovescio, tutto è rovescio,
andando avanti non sarò coccodrillo in palude
non eluderò i rovi
e ferito ed addolcito da miele e sangue
acconsentirei a sciogliere la mia maledetta personalità.

Nel frattempo ho creduto che Bill Evans
tra una striscia ed un’altra
fosse riuscito a farsi crescere tredici dita. 

Andiamo a male come il Latte+

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