lunedì 20 ottobre 2014

L’ultimo volo di Spiderman

L’ultimo volo di Spiderman,

L'ultimo volo di Spiderman
New York City immensa.
La colpa diventa
sacrificio e rinuncia..
Povera Mary Jane! Povero Peter!
L’eroismo d’altronde è sofferenza
e così l’avventura nello spirito
L’ultimo volo di Spidey
prima che la stretta dia un altro giro ,
poter essere liberi di idealizzare.

Il seno piccolo della principessa Farah
e una Persia che sta cadendo a pezzi.

Chi è che ti insegna la resistenza?

Bisogno di
“accanto”
e
disfrequenze intorno al letto,
una sposa
una collina
un bel dolore
e le colonne potevano anche
offuscare la luce
e i passi distruggere il pavimento
e le bugie diventare
finalmente realtà,
ma non sarebbe lo stesso
stato per te.

L’aria sembra pensare
ad un malessere invedibile

Una prigione
non per forza
è una brutta cosa

Ora che mi sto disgregando
e non è un gioco
chi avrà la pazienza
di divertirsi
di amare
di rincorrere se stesso
o se stessa?

Eppure il corpo
non è assolutamente abbastanza.
È il motivo per il quale
le mie lenzuola sono verde chiaro
ed il disegno
è bellissimo ma incomprensibile

Schivare la verità

Un flusso di immagini
possibili impossibili,
malattie cardiache
e mai pentirsi
di tenere Lilith per mano

Troppo scarna e patetica
sarebbe la forma
della statua,
aspetterò in silenzio che si frantumi.
Ed ogni desiderio
si contorce vicino all’altro

Costruire un’ostrica
di bellezza inventata,
è questa la missione

e nel frattempo
ho visto
Zephon
immobile
scarnificato
trasformato
in vomito rappreso
aracnide e sangue secco.
È stato fermo immobile in una stanza
per secoli
rendendo la Cattedrale Sommersa
il suo stesso schifoso esoscheletro .
Ho ragionato e ho capito
che anche lui tutto sommato
è un simbolo.

Una volta in Giappone
ci sarebbe stato
un teatro vuoto
con poltroncine rosse
e palcoscenico color metallo,
solamente Io
unico spettatore

Lo stesso

Un letto rosso
e tre corpi.
È ingestibile
dall’anima
questo caos osceno
perché così
lo abbiamo imparato

Il templio della luce
ha generato
mostri e cancrene
sciamani e messia
sparsi qua e là
nella dimensione.

Un mistero
comprendere
tutto ciò che c’era dentro la scatola.

Mi trasformo in continuazione,
quello che avrebbero voluto
gli scassati fratelli francesi,
quello che hanno odiato in loro stessi.

E dalla gabbia
convincere il sogno a ritornare,
convincere i coltelli a fermarsi,
convincere il sogno a tornare.

Il fiume ora ha un odore
che dovrebbe ricordarci
come non esistere.

Nessun commento:

Posta un commento