martedì 14 ottobre 2014

Furono bei giorni

Furono bei giorni

Furono bei giorni
quelli in cui l’anima si travestì da me stesso

In altri
dovetti affrontare
i parossismi dei teenager
e le tenaglie
e il fratellino Melchiah
ammasso di più corpi marci
cuciti assieme in un unico aborto

(cambiando discorso)

Leopardianamente
un’asiatica
vista da dietro

Fisso la telecamera
con insistenza.

Perdersi.

Il trono è fiamme
su cui ustionarsi
tranquillamente
la pelle della schiena

Masticare se stessi
-il traguardo-
mentre soldati scheggiano volti di soldati,
evadere dalla prigione di sé
in un caleidoscopio di tristezze e sangue pestato

Il castello
crollerà,

Bruciare
in un momento in cui
nemmeno la verità
è vera.
Da bocche rosse
morsi enormi

Un termosifone: una cosa bella.

Paralisi,
immagino con tutta la forza che mi rimane
di essere un sasso levigato dal sole

Il respiro
si allunga
insieme al tempo.

Il cranio si è spanato.

È una tortura
non avere
l’oceano sul comodino.

-          Parte 2:

Furono bei giorni
quelli della casa in India.

Ora
un robot
mi trasporta
in una sensazione,
io lucido.

La trasposizione.
No non imiterò
la forma vuota
di una teoria sul mondo.

Un’onda,
ha la forma di una vita intera…
Così cadendo
così compiendo disegni immensi, sconosciuti, ettagonali.

(?) (?) (?) (?)

Cymraeg ha tremato
ma non ti trovo più

Adesso la stanza
è vegetazione,
carbonio al posto di pelle
¡strangolali!
e in un nulla
verso liquidi odiosi.
. sick .
. sick .

. tiepida .

-è l’anno del male-

Oggi non può essere oggi

Ecco per voi,
ladies and gentlemen,
qualcosa di scandaloso:

.In un tempio
accudire
ciò che rimane
della fica dei nostri ricordi.

-Si mangiano a vicenda-

.Anarchist- !!!-.

-un pedofilo
che non fa del male a nessuno-

-Pietà per i vivi-

Il timpano si lacera.

Ho ucciso
la tua figura ormai innocente
con la spada della psiche.

-pietrificarsi-

Di nuovo
in un climax

-La manta di cristallo
sul comodino,
la voce si rompe.

La voce si rompe


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