sabato 25 ottobre 2014

Amaterasu oo mikami

Amaterasu oo mikami

Ripensando al tempo
non ho mai goduto così tanto
a dirti la verità- siamo cresciuti malissimo-
Non bisogna fingere,
dal labirinto non si esce vivi.

Sofocle piange un po’
e si rasserena anche lui

Per vivere bisogna almeno essere belli!

L’interno di quel corpo
era raccapricciante,
come
lamette e membra
in una commedia.

Ma non si evita la tempesta.

Ripensando al tempo
non ho mai goduto così tanto,
davvero.

È meglio del corpo nudo di
天照大御 (あまてらす おお みかみ)
quando è uscita fuori dalla caverna
in tutto il suo splendore
paradossale

Ma d’altronde le malattie
sono come un’alba di rivelazioni
che non smette di sorgere,
per lo più azzurra

Per lo più azzurre.

Ragionando ho capito finalmente
un’estasi superiore,
non ancora
raggiunta.
Eppure qualcosa mi sfugge.

Un fantasma violaceo
io che non capisco
un fantasma violaceo
sul balcone,
la notte è perfetta da ogni parte,
specialmente se non la guardi.
Insomma,
è te.
Criticarsi non serve più,
crescere,
come i ponti di ghiaccio dieci mila anni fa,
smantellare il corpo,
metterlo tra parentesi.
Inventarsi.

Lo specchio non risponde.

La calma,
la fronte sta per scoppiare,
il monte leggermente pendente verso sinistra.

Accumulare tramonti e sabbia,
per chi questo sforzo di costruire nulla?
Per chi questi monumenti di nulla?
Io non sarei lo stesso io?
Non mi occuperei lo stesso
di me?
Seduto sul treno
luce rossa passa
rumore pesante passa
il vero o falso io
ha la forma di una linea
ogni volta diversa

Certo, in mondi degenerare
e provare a sognarti
e non credere
e non credere

Che schifo che mi fa il cervello, a volte.

Su una stalagmite
sono riuscito a vedere
un futuro accettabile
per me e per la mia caverna di ghiaccio.

Meduse contorte rosso porpora,
è questo tra il meglio che sono riuscito a trarre
dai primi del duemila.

Sentimenti che marciano verso il baratro
come cavalieri armati di lacrime

Che cosa…

Il respiro è una fantasia

Rumore di passi,
forse è solo un bug.
Non giurerò

Anche oggi le rose
si lamentano di essere state dimenticate,
non preoccupatevi
pure voi
di questo.
D’altronde
l’occhio destro ha deciso
di cessare di esistere
in quanto tale.

A tutti la possibilità
di sperimentare il proprio animo
e guardarlo
rincorrere se stesso
sotto forma di desiderio-all’infuori-di noi,
di soffrire in valanghe di neve,
di mangiarsi da soli,
danza di ballerine francesi
più o meno nel 1871
ecco una cosa per cui vale la pena piangere.


Una piccola onda
ha il colore della gola del male,
l’ho già vista.

Il sole. Piacevole anche immaginarselo.

Tutto lo vedevamo dal garage,
un mondo illuminato e basta,
potrebbe ricordare l’Illinois immaginata.

Ma non è perfino questa
l’illustrissima presa in giro
di un reame al di là
e quindi al di là di noi?

Potrebbe essere.







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