domenica 3 luglio 2016

Huysmans, parte sesta

Nello specifico, di quando la morte venne a trovare noi e Huysmans.

Tanto dolore in quella casa che prima era una gioia,
dolore che in altro dolore sta per crollare.
Non voglio che quella parte di te scompaia, amico mio,
non voglio che di te quella meravigliosa parte scompaia.
Al contempo ho il sospetto che per tanto tempo
un dolore d’agemina intarsiato
abbia nutrito il mio viso femminile
ed adesso anche quello maschile.
Piccola mia non terminerai mai di sognare l’estasi
e di sperimentare la lunga e bellissima sofferenza.
Gioisci, tutto ciò che esiste è d’amare,
ma il percorso d’oro e di mirra
è il ventre maestoso d’una balena che muore immensa.

La morte s’impegnò a costruire qualcosa di vivo,
a partire da quella fresca sera di fine maggio.
Sì, si era levata finalmente il cappuccio
e la falce aveva appesa al chiodo.
Si tirò su le maniche ed imparò a mettere un mattone sopra l’altro,
tutti di legno,
e fu gioco bambino per lei delizia di fiori
di cui aveva sempre avuto paura.
E costruì una torre con un immenso giardino
e in quella tarda notte
scelse di venire da noi a presentarsi,
noi che tra dolore e sconforto; oppure
eccitazione baccanale, adrenalinica, sudare;
l’avevamo da sempre scartata dal gruppo,
ritenuta un essere diverso
e per questo esclusa o addirittura
presa in giro alle feste.
E venne da noi e con lei bevemmo e fumammo
ed imparammo a giudicarla immensa amica e maestra.
E lo stregone Huysmans, che c’era tutta la sera stato accanto,  (aveva messo a disposizione la sua casa
di nobiltà decadente per quell’evento),
la guardò con d’ amore gli occhi pieni
e la riempì di complimenti
perché da sé Thanatos funesta e fatale
aveva estratto con troppe troppe lacrime
qualcosa con un cuore che batte vivo, verde.
E mai più si organizzò una festa senza che lei
non fosse tra i primi invitati,
e ci perdonò di averla in passato sfottuta
autorizzandoci comunque a prenderla in giro di tanto
in tanto, per sdrammatizzare.
Ce lo disse col sorriso straripato in quella vecchia testa bianca,
e tra le mani le mani di noi tutti.

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