mercoledì 23 marzo 2016

Tra i capelli d’Ommadawn

Tra i capelli d’Ommadawn

E sinfonie ed astri e sinfonie,
qui c’è così tanto spazio….
Tra i capelli d’Ommadawn
respiravamo fumi fiabeschi
e tutti avevano ritirato le loro unghie.
E mentre nei nostri cuori
vi è una radicale seppur ammattita pace
fuori il mondo non fa che piangere
ed urlare e perdere sangue.
Vi sono paure archetipi
che sono poste oltre l’immaginario comune,
cadendo senza posa respirando piano.

Io e te fin dall’Agosto di quattro anni fa
impostammo questa relazione sulla psicanalisi
e adesso siamo vecchi, bellissimi, di nuovo a braccetto.
Guardando il mare in entrambi vi è il desiderio
di essere il mare
ed è bene.

Cosa nascerà dai vermi dei cadaveri nomadi che adesso,
rocce stratificate su ali,
stanno combattendo l’infinito?
Delle loro mani scorticate, maledette, candide
che si aggrappano ad un immaginario muro della terra?

Questo è un momento cruciale, definitivo,
è la pelle che lo dice e tutto l’influsso di piacere e voci
e sassofoni,
potrei tenere tra le braccia Era sorridendole.
Però è un triste tritarsi creativo,
sospesi tra correnti fognaree
rinascere, sì,
viscidi più che mai,
consapevoli più che mai.

Stando a guardare una lenta messa in scena
questo è un momento cruciale, definitivo.
Preparo una tomba di legno e fiori
dipinta delle cento sfumature d’un Io solo.

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