venerdì 25 marzo 2016

Murasaki (III)

Murasaki (III)

Per il resto, mio buon vecchio, ho tanta paura.
Cado addosso a me.
M’incazzo come una bestia, ho torto o ragione,
impreco, la gente è odiosa, i soldi tagliano le dita,
la famiglia ruggisce- la vedo e non la vedo- in una casa ormai crollata.
Per il resto, mio buon vecchio, ho addosso
un’anima che non ho mai capito e che lentamente
imparo ad odiare più d’ogni altra cosa, mi rende
polimorfo in una maniera opposta ad Odisseo,
sottomette il cavaliere azzurro che è in me,
sta a guardare tutto con un coltello d’imago in mano.

E te lo prometto,
giovane insavio dai capelli lunghi e castani
che si agita e trema, e pensa di non avere un posto
nel mondo reale,
tu sei al pari di tutta quest’ombra femmina,
amala ed odiala sincronicamente.
Io ti investirò paladino,
non getterai più la dignità tua
le sembianze tue
nello sfacelo,
sarai anarchico fino in fondo,
giusto,
ben difeso e stupito.
Non puoi essere ancora un bambino.
Se non esci fuori da questa squillante conchiglia
se non riesci a prendere lei che hai davanti, così sensuale e misterica,
e a darle un bacio caldo,
ti scioglierai in un essere senza forma.

È necessario parlare con tutti
sentire la loro opinione squarciata
ed assemblare ciò che solo tu puoi vedere
con ciò che solo tu non riesci a vedere.

Nel viola nel rosso
incredibile
voler suonare un pianoforte infinito
voler approfittarsi di Dio.

Quanti di questi pesci luna
non ti farai sfuggire?

Ho così tanta energia da dare
e per quanto mi sforzi
non sarà mai un gesto gratuito.

Tentennando
tentare il volo
un’apoteosi di frullii di ali
mentre non vi è una direzione vera
collocati in un caleidoscopio
troppo lungo e cadente.

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