sabato 19 marzo 2016

Come in un sogno del 2013

Come in un sogno del 2013

Ti ricordo, adesso. Ho voglia di nuovo.
Ti ricordo e ti dimentico in continuazione.
Tu e il cancello verde e la piazza grande etc. etc.
Maledette valanghe di pensiero
che si fondono,
se vuoi uno spassionato consiglio
ti dico: quando la vedi piangere
non piangere insieme a lei anche tu,
creereste solo una dolorosa congrega di simbiosi.
Ed infatti non sono rimasto un minuto di più.

Poi io ed un’altra donna indossando due kimono
rosa e neri
provavamo ad estrarre la stessa katana dal fodero,
c’era molta sensualità.

Guardando gambe dal basso verso l’alto
per troppi anni, basta esser sacerdote.
L’oro è solo nelle ossa. Ed è azzurro.
Fa che le due parti collaborino come in un sogno del 2013,
anche se stai bene a sinistra,
dove l’irrazionalità è la capacità sibillina ermeneutica
che ti rende veggente
e immaginare significa vivere sulla propria pelle
ed è tutto un continuo creare.
Tieni bene a mente: il fantasma necessitò di un corpo a tal punto
da spendere tutto il suo tempo
guardando le bellezze del mondo.

E ti mancherà tanto odiare e continuamente
indicare con dita sedicenti pulite
lo sporco più bastardo e demoniaco
nell’uomo.

Rammaricandosi di non essere mai nato,
anche Dio vuole morire, forse più di tutti gli altri.
Se poi identifichi l’universo stesso con Dio,
allora ti renderai conto di tante cose.  

Scapperete, troverete un rifugio etneo
lontano dalla guerra vicina, Ragalna magari.
Ed intanto tu e i tuoi amici puzzerete di panteismo
sboccando l’ira più rossa
avrete la sembianza splendida dei pagani più antichi e violenti
e non vi sarà più bisogno d’unirsi.
Tessere d’un domino che ha bisogno di un solo tassello,
scoppierà in voi l’atomo della vita e vedrete con occhi dolci ed enormi
una porzione di verità nascosta tra veli di sesso,
tutte le ruote nel corpo tuo in fibrillazione.
Ripeto, unirsi è anormale.
Nel flusso trovavo sempre motivi nuovi per disperarmi o sorridere
senza capire di star compiendo un gesto solo,
vi ho guardate per anni
fare o dire le vostre cazzate
giustificate solo dalla grazia nei vostri lineamenti
o da un’ingiustificata convinzione nel credervi superiori,
scambiando la mia anima junghiana per il vostro aspetto,
proverò vivendo all’ombra di questa luce fortissima
fin quando non perderò davvero la pelle

Il collo, infatti, l’ho lentamente piegato
a spirale per allungarlo oltre,
il torace è un continuo sussulto di bombe.
Visto allo specchio sembri, qualche volta,
quell’uomo vestito di bianco che spaventato alza le mani
ne El tres de mayo de 1808 en Madrid di Francisco Goya.

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