giovedì 24 marzo 2016

Murasaki (II)

Murasaki (II)
il viaggio di Murasaki

Io e questo guerriero venuto da Vittoria
che spesso tira fuori dal taschino Lucy e con lei giochiamo.
C’è di strano che prima di addormentarmi
sono riuscito, dopo grandi sforzi,
a spiegarti il motivo per il quale non devi sentirti patetico
o senza valore.

C’è di strano che è giorni che volevo,
in un cinema di realtà, vedere-chimico e psicotropo-
un altro film

Murasaki è un livido viola
ha perso tanto sangue
ha fumato ha smesso di fumare ed ha ricominciato,
lava poco i suoi denti.
Adora mettere le mani nell’amorfo
caos indaco
e trasformarlo in statue d’avorio.
L’ho ritrovato molto più vecchio, stanco,
intontito dalla vita, rotto,
però d’una saggezza che per quanto confusa
urla perle e camei che potrebbero cambiare
la composizione dell’io.

C’è di strano che stiamo volando,
ho capito, ho dimenticato ed ho provato di nuovo
il piacere di capire,
quell’orrore che additate scaltri nella materia
è in realtà lo stupore. E poi un viaggio tra corpi:
ci sei tu splendida
e due bambini che non conoscono la data della loro nascita,
c’è il castello Ursino,
la tropicale spontaneità che emana Catania.
Ed io ero leggero e per tutto il tempo
ho visto finalmente i miei tentacoli
come prolungamenti d’aura che avvolgevano ed abbracciavano tutti.

E poi su una panchina arcobaleno
non vi era differenza tra il mio corpo
ed il vostro

Però il poeta è egoista fino al midollo
in una lotto contro il midollo stesso

Tra le spire di troppe percezioni del loro polline ovunque
la mia mano adesso leggera come non mai non sprofonda negli abissi,
posso comprendere l’aria posso comprendere l’aria.
Tutto succede al di fuori del tempo,
il tempo è finto.
Ogni momento è in verità eterno, e bellissimo.
E tra queste spine
deteriorarsi e proliferare
restare fermi
ristabilirsi
in coscienze scoglio
cresciute all’ombra d’un mandorlo in fiore.

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