venerdì 17 novembre 2017

Diario di Passaggio (Rosso XI)



Diario di Passaggio (Rosso XI) 

Punto di vista spostato,
ali che tremano,
merda sciolta o diarrea.
Correndo parossitoni
in un mondo di sdrucciole
e raccapriccio atonale
capimmo come renderci al nemico
senza provare colpa alcuna.

Sento il bisogno di un massaggio
che sia incisivo.

La mandibola giacque rivolta
all’interno della dimora
tentando di masticare il linguaggio
rese impossibile pronunciare
qualsiasi forma.
Così la lingua aveva di nuovo
abbandonato le spoglie
di un’usatissima referenzialità
e aristotelico bisogno
di ferma identità ontologica
per organizzare una promessa
di numerosissimi sortilegi
il cui significato
superando la cosa in sé
e il performativo ordigno
piazzato nell’ascoltatore
abbandonava
la smilza frequenza d’intenti di Egg-Ego.
Ego-mostro
che ha fauci come inoshishi
stomaco come un pavimento
per ignorare unto e bisunto
il vuoto,
ciò che insiste nella sua non esistenza
preceduta
generante.
La bocca tua, contro ogni paio di gambe
di Buddha Amidha, era lì però sospesa
umida a elettricità su statua nuda
e pietra focaia su pietra focaia
ed impediva niente ma
la sospensione del percepitum
desiderata apotropaica.

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Contro l’asfalto ergersi,
titani di spazzatura e nero tra i denti.

Oggi è mellifluo e calmo,
nuvole si ammassano come cori di guerra.
Moderno mondo,
le bambine erano nate tutte
a Novembre o a Febbraio
ed erano schiocchi, scintille,
vino e pane.
Non torchiarle, non ridurle in grandezza
non soffocarle,
fa che possano ricordare e perseguire
l’agognatum centrale negro
che brucia al palo,
ciò che si snocciola da sé.

辛辣な揉療治が欲望だ


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