giovedì 2 novembre 2017

Diario di Passaggio (II)



Diario di Passaggio (Rosso II)
Dimitri

Rosso e verde erano occhi
e cuore mio che tu abbia tanta paura
che tu tema la veloce nike al centro tuo slanciata.
E cuore mio ce la farai di certo
perché sei giovane e carnoso e polposo e succoso.
Denti annunciavano loro stessi alle gengive:
porto un messaggio, Toth, da quel mondo,
quel mondo fatto d’occhi e facce antichissime
nel rosso verde
nel blu verde
una donna aprì la  faccia sua
divaricandola dalla gola
come per piangere.

Dimitri, Dimitri Dimitri,
era pettorale sconfitto da torace
e da petto dentro,
poi il muro sì ricoprì di morti,
morti in facce bianche e veste nera
maculate
e tutto scorreva dolce barcarola
da sinistra a destra.
Mani lunghe, lei era un cespuglio
di rostri e lune,
le voci degli amici dietro
diventavano un’armonica immagine
nella visione
e tutto il resto è un sorriso.
Rimase la voglia di non avere il ricordo scomparso
ed il ricordo della poesia
nel momento in cui ne abbandonai le spoglie
venne Sir Fosforo.
Venne Sir Fosforo per dire Mea Culpa e Amen
contemporaneamente
ed aprire qualcosa tra gli occhi, il naso
e il medium coeli. 



Diario di passaggio (Rosso III)
Homo abacus
v’è un rude calcolatore di legno,
ossa e conchiglie
costituisce il busto tuo.
Come farai a far quadrare i conti,
a sbarcare il lunario, a non far piangere mamma
e contemporaneamente continuar la rotta dritta
in su le stelle, in su la fine della mente.?
Come reagirai alla scoperta del moderno macigno?
La sua faccia di triplo vetro
dirà di te : “olio! Olio grasso perché ogni singola marcia
ingrani liscia e viscida”.
Il macigno peserà tanto
da al dissidio abituarti
alla controvoglia prepararti
all’asino imbarazzo d’aver dovuto scegliere in fretta
imbastirti a festa,
con il realismo e solo con il realismo,
con il verismo e solo con il verismo
s’accetta-pietà!-che civiltà è padre violento desiderio
di spingere via il bambino-sé
dalle braccia sul rovo.
Ed allora è possibile rimboccare
non le maniche
ma degli avambracci
la pelle stessa
ed esporre alla luce
alla luce quell’osso.
Siamo qui nati
qui cresciuti
fino a scortar sul lungomare
una giovane esemplare di tegu
presso le più agiate dimore del poeta marino

Viadotto lungo, respira e trattieni, ti sei distratto.
Tenaglia ha preso ogni giovane al polpaccio
squarciandolo,
tenaglia dolce e opaca come carnivora pianta
e tu mosca.
Siamo qui nati
in queste culle stati annacati
ed è giusto così.
Rimedieremo la nostalgica tendenza
ad allontanarci dalla madre e madre patria
dividendoci
in una mascella
e in un brodo,
per dire: l’unica possibilità
è trovar quel nutrimento
che è dentro la gola
so feed me endlessness
sometime.




Diario di Passaggio (Rosso V)
Scaraventando “innamorati” dagli occhi
giù oltre l’orbita come Polifemo i Faraglioni:
conato immenso e dura niente niente
perché infatti il momento dopo
si è lupi ancor bianchi
a sbranar nella neve il bisonte.

Sesto grado: piegati alla notte, al metodo, alla notte,
zodyac.

Impennando, a digiuno,
con una ruota.
È Scarno quel vecchio ormai
che ricercava l’eterna natura di Idea
nell’atto, nell’azione, nel gesto scaturito da volontà.
Dovrai entrare nella macchina. Dovrai essere umano
fino all’ultimo e piazzare cento ostacoli in fila al raggiungimento
del sommo morso.
Dovrai entrare nella macchina col berretto giallo
per ricercar tuo padre statua tua madre statua
per spaccar la pietra che in te li compone
e in te salvarli;
per maturare cedola a sacchetta gonfia
e in ciò ottenere un piccolo posto di spazio rotondo;
per ritornare prode e sconfitto, infine, a coltivare il farro
per ritornare prode e contro natura, umano, a coltivare il miglio
e l’orzo, nutrito da ogni radice dell’albero grande, inviso, invisibile.
A lui è inferiore Dio poiché della sua polpa lui stesso è composto
come noi, del resto.


Diario di Passaggio (Rosso VI)

Per far festa si mise terribile musica
da giovani
e tu, tu sospendesti
Polar
finalmente,
magnete rosso e
magnete blu
caduti respinti.

Chi si è intascato i soldi dei bimbi
che cantavano nello “zecchino d’oro”?
E, soprattutto, quanti di loro sono ancora vivi?

“Poesie con la mano sinistra”

Questioni di punti di sutura
volendo
leggere
i tarocchi a Dio
non uscirebbero che XIII e XV,
XVIII e XX. 




Diario di Passaggio (Rosso VII)
Hack questa percezione di realtà
lunga e stretta, verticalizzata.
Alcuni invece si sono sempre
sentiti oppressi
nelle architravi
della costituzione estetica
dell’architettura umana.
Comunque, è perché noi uomini
la nostra linea è un corridoio
di cubi verdi
a spazi radicati cubici
in cui un cubo verde e nero
-con altri cubi a sbalzo
incisi sopra-
scivola come lepre in seno.

Ho di nuovo un obbiettivo adesso,
comunque.

 

  







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