venerdì 17 novembre 2017

Diario di Passaggio (Arancione I)



Chi si appropriò del buon pensare
mentre le famiglie avevano suggellato il fidanzamento
di due regni troppo lontani
basati entrambi sul possesso?

Elfi avendo navigato lontani dall’albero
della luce
vennero deformati da Morgoth
e furono chiamati orchi, goblin
in arcane stanze.
Altri morirono sul pizzo di una montagna
o osarono tagliare una gamba a dio.

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Chi c’era dietro quella proposta di pubblicazione
che m’avete offerto, signor Aletti?
Quale burattino di monete vuole
la musa truccata forte e poi
impiccata?

“Vabè” non è una parola poetica
nel mondo dell’ipotassi,
non è neanche una parola.

Allora o caviglie che siate morse
quando masturbate la mente del linguista
facendogli causa dal testo stesso,
Lui è così. Si offende e analizza sé
il più delle volte urla
ma è quando sta zitto che vuole dire
realmente qualcosa.

Poesia non ritornava fiume
al nostro scriverlo,
non ritornava noi stessi verdi
shiki soku zee ku
che scappavano da Pedara
verso Trecastagni.
Tu dal trono
ti sei vomitato addosso
il segreto della tua fermezza
e sei wakame in zuppa di miso,
tofu insapore
seduto al tavolo per non mentire
per continuare a versare del vino
nel bicchiere di un’altra opinione
poco importante che parla.

Poi è arrivata finalmente
e ti ha scovato
in un lago di lenzuola/sangue
a deteriorarti da solo
in un guscio di granito.
“Salvatemi dal vittimismo” proferì
il vittimista alla platea
indecisa tra piangere
o a panza china ridere.

働くものから見るものへ

“Chi mi ama da me differisca
o mi riempia di sangue”
disse l’artista.
“ Chi mi ama prenda il mio posto
in bottega”

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