venerdì 11 novembre 2016

Kizu, Naori e Monty

Rimasto con un mazzo di banconote
nel cuore
e t’affrunti. T’affrunti.
La paura del futuro,
le donne passate
e tu volevi solo esercitarti ad essere un brav’uomo,
 metterti al loro servizio
per gratificare te stesso
o essere guardato.
Paura, paura che l’insoddisfazione
possa non andarsene mai,
non farei quello che faccio
e non me ne vanterei
se avessi potuto scegliere.
O forse è solo che sei così
intrappolato nelle cause
che non vedi le conseguenze remote
dei tuoi gesti…

Kizu, 傷、きず、
tu che sei una ferita,
tu che tutti t’insultano, ti lanciano pietre,
ti odorano nel profondo e guardano.
Kizu, piccolo Kizu,
tu che odi chi t’ha ammanettato
mentre eri cieco e sordo
e da zero a tre anni,
tu che ti esponi di continuo
alla burrasca e poi lamenti i lividi
e i tagli,
tu centro sociale occupato da mostri,
vecchia vittima mai sazia
lacrimosa
che attesti il dolore
come necessario collegamento
tra noi e l’infinito,
che attecchisci dove c’è più freddo,
che cadi di continuo.

E poi Naori、治り、なおり、
tu leggiadra Naori,
che curi e sorridi
e sorridi e sorridi e curi,
che sei armonica di Mi maggiore,
che tutti i tagli hai cucito
tutte le frecce hai levato con amore,
e ti veniva naturale solo amare il prossimo tuo
più di te stessa, Naori,
e levigarlo e conservarlo come un tesoro di notti,
come un graal, perché
nella loro rarità d’occhi brillanti
avevi ritrovato l’alcova della grande sfera celeste,
il prossimo tuo ma non tutti i prossimi,
perché v’era una grande selezione da passare.
Leggiadra Naori, carità in metafora verde,
dieci secondi di fermezza e pace
tra una corsa e l’altra,
coscia nuda stupenda da leccare.

E poi Monty, giovane ribelle, marte in ariete,
scattante fuoco dell’inconscio nostro,
bambino eterno
terrorista e brigatista.
Monty, rubato a una tigre o a un jaguaro,
principio di genio e invenzione,
artista che non ascolta nessuno, nessuno.
Monty caro, anarchia, velociraptor,
pugno sul naso,
ogni sistema lo odi
ogni istituzione la odi
ogni pubblicità
perché ne vedi subito
l’inutilità grottesca e melliflua.
 Monty caro, scappato dal tendone del circo
ed entrato nel petto mio
prima di avere un nome.

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