venerdì 10 gennaio 2014

Sir. Daniel Fortesque



Sir. Daniel Fortesque

E getto nella fontana
di noi
quell’inadeguata estrema
sigaretta di vita
Arranco per un po’
nei giubbotti larghissimi
delle tue braccia
Loro mi riconoscono
a prima vista
mi sembro Sir. Daniel Fortesque

Era così vicina a me
eppure così lontana
nel divano blu
è un’illusione
e do la mia mia esistenza
al caos
ché così ci starebbe
la bellezza delle cose
che appassiscono
Ora non sento nulla
e gli occhi sono troppo allucinati
e la velocità dei tuoi vestitini osé
mi sta facendo sclerare

Elide se ne stette in mezzo
al mare
a cavarsi gli occhi d’amore
io l’avrei toccata lì
senza problemi….
Intanto l’Etna ci uccide
e vivo nell’altra vita
quella blu scuro
o dinamite
Del cielo io saprei dire
poco, credo al veleno
e alle istantanee simpatie
e ai ditalini sulle scale
e ferocemente alla sotto-memoria

Ragazzi
è una cosa malata
si sceglie la follia
dopo lo scetticismo o
la malinconia delle Vans
e mentre
i soldati si inscheletriscono
e gli avvocati trovano
altri modi per fare bordello
le persone si crepano addosso

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