martedì 17 maggio 2016

Il tuppettolo

Smettere d’esaminare le scaglie, le scaglie. Sei chiuso in una boccia
e ci sguazzi .
La famiglia è una macchina appuntita
può farti tanto male o tanto bene.
A Tarderia Montale, quel giorno,
stava parlando proprio con me quando diceva:
“Immanenza e trascendenza non sono separati ma uniti.
Non bisogna tralasciarli ma non bisogna neanche renderli
merce di scambio. ‘”

E tu che tutto contieni e sei di pelle bruna ageminata
ti volgi verso la fine della vita con grazia dea
scendi il fiume scalza.

Del vetro rotto parlane piano,
ho paura che non possa valere più niente.

La calma è il ventaglio più approssimato
e non sposta neanche i capelli.
Per tutti noi è stato lo stesso processo ogni volta,
una fenomenologia dello spirito
che discorda enormemente
dalla sintesi (per Hegel, era lo Stato)
e s’avvicina molto di più a quello che è
l’unico dono a doppio taglio,
l’auto-coscienza,
ritrovata congelata esanime dentro le bocche

Forti perché completamente estraniati dal contesto,
perché spaventati
ed interpretando il ruolo d’Aiace Telamonio
reso pazzo da Athena si finisce inevitabilmente
per scoppiare in lacrime da soli
davanti ad un camino.

Sei troppo immaturo
ed ingabbiato in una testa di fango referente
che inconoscibile attrazione è specchio di mille cose.
Dalla lingua di Dio, che è infinito,
confusione vermilinguea
e tacito sussurro d’occhi dolci e funesti dell’Es.  
Sei volutamente nolentemente bersagliato
e scheletro rancido alla pari
della generazione tua,
che gira e gira e sembra
un tuppettolo liberatosi dai carusi
che vaga per la vanedda cucchiara
cercando di raggiungere via Dottor Consoli.

In televisione la carne di chi ride in un’ulcera
e non sanguina fin quando non lo stanno inquadrando bene,
nel cuore le scarpe firmate o le camice
mitologie di riferimento
talmente numerose e di poco conto
che anche il re più buono e coraggioso
vi sboccherebbe sopra il fegato
dov’ è più sporco.

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E alla luce di cosa si può dire che sia ancora umido, io?
Alla luce di cosa stabilirete in me giustezza o bestialità?

Un teschio e ti lamenti solo tu 
e ti senti solo tu
AAAAAAAAAAAH AAAAAAAAAAAH
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH

AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH

Sotto la luna ed ogni stella t’accorgi
che non hai mai perso la memoria di tutto,
non è plausibile più alcuna cosa ,
chi è profondo è più solo,
hai pianto e piangere è molto importante,
nei cani randagi vi è sotteso un dilemma:
qual è il posto migliore dove metterli?

Incrostato e sarebbe bello poter uscire dal capannone
e grufolare in un altro prato,
posso parlare e spesso non ho altra scelta
ma si esaurisce persino la cosa più preziosa, la creazione. Ed
allora dovrai accettare d’essere vuoto anche tu
d’essere disgraziato anche tu
dopo aver immaginato di tenere l’universo
in equilibrio sulla fronte con un bastone di vetro.
Serpente ritrattosi dall’evoluzione
se è giusto il Tibet, se è giusta la Cina, l’India,
il Giappone, la Mongolia o l’Iran
allora rinuncerai
rinuncerai
e l’花火 dell’espressione artistica
cadrà dal cesto giù perso chissà dove.

Rumore di Lacrima,
Un sorriso, un sospiro,
Peter Gabriel quant’eri bello
quando cantavi “Nursery Crime”
nel ’71 e sembravi il mito platonico dell’Androgino.

Per adesso, potrebbe la bussola rompersi
e di ago in ago ognuno non riconoscerebbe più la direzione
di se stesso .

Qui è un altro mondo. Può succedere di tutto.
E dalla compressione temporale
non ti salverà nessuno, fidati.

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