martedì 23 settembre 2014

Sogno (1): Di una piramide di sangue che diventa il mondo che diventa l’universo

Sogno (1): Di una piramide di sangue
che diventa il mondo
che diventa l’universo

Guardavo la piramide di sangue
in un cumulo di vecchissima terra gaelica.
Tutti quanti eravamo sangue,
un sangue unico,
un sangue unico,
nero,
indescrivibile
dal sapore estremo.

E diventammo noi stessi la piramide
come una sola tomba mai decisa
che prese il posto del mondo
e collimò la terra con l’atmosfera
attraverso il tramite dei globuli.

Poi guardavo l’universo
diventare anch’esso la Piramide di Sangue,
non tanto fatta di sangue ma sgorgante sangue a fiumi,
capisci?
Un solo universo sperato
come un terrapieno di morti
ma morti per cosa per chi?

Il teatro è pieno di mostri schifosi
e rovineranno l’opera, la n.2, la mia preferita.

Cene gratuite per zingari mai visti
che di conseguenza mai vedrò.

È colpa della Kaballah
che sfogliamo sull’altissimo mobile bianco,
felici d’essere perversi
e persi in un colore che per lo meno
non addolora

L’anima, un muro infinito
con cui ho provato a fottere
indescrivibilmente una marea di volte,
dietro di lei la collina
del surreale
dove il mio corpo non mi serve.

Ma si conserverà la memoria?

Povero Foscolo

Il titano ci piscia addosso
evacuando l’immenso bordello che ha dentro,
come difendersi
dalla spontaneità di certe notti interiori
o dal multiverso glaciale?

Nel deserto non ho trovato la via
In un acquario
spiro
forse è attraversare un limite dopo l’altro
in cerca
di quella donna bianca malata di AIDS (colpa dei suoi vizi)
e dei suoi capelli d’estate 

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