venerdì 19 aprile 2013

Cuoreveleno



Cuoreveleno.

Non farò quello che mi dite, piuttosto vaffanculo.
Nella rivoluzione
raggrinziscono 
più demoni muti
e stancatissimi 
e l’amore li farà ancora a pezzi.
Attaccherete anche me,
con questa  paura
maledetta
di cessare di esistere.
Attaccherete anche me,
staminale progetto
di veleni
nel cuore
dell’anima.
Allora
ci giungeremo
alla fine del dolore.
Morderemo i nostri corpi capricciosi
e poi probabilmente ritorneremo semplici idioti stupiti dalle cose. 

Sembrava piccolo
il tempo.
Sciocchi proletari
come noi
non possiamo aspirare a nulla che al fumo attivo.
Ci si stanca di scrivere,
stupidi e neri ad un tempo solo
i vuoti
balleranno beate armonie
come quelle ragazze
così belle
che lasciano una striscia azzurra.
I nostri essenziali
blasfemissimi brutti
peccati
risorgeranno per forza contro ogni volontà
nell’attimo in cui stai soffocando
e sei così pieno di nulla.
Dubbioso, e quindi omosessuale in eterno
il destino di chi non può
trasformarsi.
Mi dispiace seriamente essermi conosciuto
così pazzo e fottuto
ma non esiste il congegno
che ci disinfetta dagli afidi puri.

Attaccherete anche me,
perché è quello che avete sempre voluto.
A voi piace la vostra follia
patologica,
è quella per voi l’armonia.
Attecchirò e il mio stame di ferro
starà a morire nel vacuo miracolo
del nichilismo.

Non è giusto esprimersi,
non è una cosa che alla gente
sta bene. Tutti hanno voglia
di una certa ibrida prepotenza
visto che tra gli animali
l’uomo
spicca per vergogna di sé e mancanza di bellezza interiore.
Ma allora perché stiamo all’in piedi?
IO ODIO LA REALTÀ!!!
È la cosa più cogliona che sopportiamo.
Nessun essere umano
può voler bene qualcun altro.

Smetterà allora
questa tremenda
inconscia
disfrequenza.
Deve smettere. Non esisto. Non esisto. Voi sì io no.
Nessuno mi abbraccia come
vorrei.
Nessuno è così stupido
da mandare giù il caos
per paura di vomitare
la bellezza.
Sta nel non-sense essenziale
del Disegno.

Calpesterete anche me, alla fine,
e mi livellerò all’asfalto
e sarò  solo ad una benedetta dimensione,
senza la preoccupazione
adolescenziale
che mi serve l’affetto di qualcuno
senza la decadente frenesia
che ora acida e sporca e squaglia
i toraci e a sprazzi le ossa e a sprazzi la pelle di plastica verde. 
Dimostrerete che il sentimento
ammazza la ragione
Dimostrerete che la gente diversa dall’individuo
non sa provare emozioni,
non sa arrivare alla disperazione,
non venera il disequilibrio e la memoria
di quando eravamo piccoli e semplici e.

Deve passare,
i poeti che oggi hanno vent’anni (ma sono del '94)
appassiranno,
di certo non toccheranno più fiori
perché la luce è già morta,
e odieranno (io già lo odio)
quando qualcuno (cioè tutti)
non capirà la loro mente viola e incrostata da dentro e da fuori in croce.
Odieranno i contatti non corrisposti,
marcire nella solitudine depressa,
non ricordarsi più i sogni.
Che schifo la mia prospettiva.
Tutta.
La decadenza fa solo male,
essere complicati equivale
ad allontanarsi così tanto
dalla gente
che poi chi ce lo assicura che siamo ancora veri?
Il problema è comprendere
l’atarassia,
è comprendere che non c’è nulla
che dipende da noi.

Attaccherete anche me.
Bastardi come siete,
urlerete allora l’estinzione dell’anima,
chè siamo solo pensieri malvagi,
siamo il malessere stesso,
il male di vivere.
Ora c’è solo
il bisogno drogato
di scomparire nelle cose,
c’è solo il dolore che ci dà
aver scelto anche solo una volta
questa rivoluzione indegna
che non ci porta alla morte fuori
ma alla morte dentro.


Ai Climax Seven, che mi apprezzano nonostante io
non esista la maggior parte del tempo.

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