martedì 16 aprile 2013

Il caos apparente.

Il caos apparente. 

Nessuno cambia, mai mai. 
Siamo delle merde di persone, io il primo ovviamente e forse il più ammalato di tutti.

Sì. è ovvio che sta dentro di me.
ma io non so evolvermi, sono uno stupidissimo nucleo
fermo.
Alla fine, avevo chiesto l'immobilità è l'ho veduta .


è nostro, è tutto nostro, questo
umore liquido che sorseggiamo
che è nero.
è il succo di quei cuori
che vorrei ma mi odiano.
Io purtroppo sono attaccato a tutte le cose
tanto che a volte sono una stessa estensione del mio corpo,
e credo che sto sanguinando ovunque.

Voglio il tuo ovulo,
da mettermelo nella pancia
e maturare dentro il male
in una forma vivente
che se ne vada.
Voglio la tua pelle
e ne rivestirò
i nostri due corpi allargandola fino a scoppiare
ma almeno sarò nascosto e insieme a qualcuno,
una cosa che non succede mai.

 Il problema è che siamo l'ego.
Se ci fosse un modo per.

Piantiamo alberi. Piantiamoli.
Giaceremo in una tomba bianca e la nostra anima
non trascenderà,
perchè è insito in lei stare male.
Piantiamo alberi.
Qualcuno non mi ricompenserà se non con altre delusioni,
e vedrò la luce ma non mi accetterà
perchè l'unica cosa a cui non credo
e che si possa coinciliare a rivoluzione
e la felicità.
è un caos apparente magnifico mostro
viola 
vuoto,
e i tentacoli arrivano a farmi godere
dove mai nessuna.
è uno schifoso ubriaco,
questo disequlibrio. è ermafrodita
e infatti l'unica cosa che vedo
è me.

Dimenticherò tutti voi poeti
che avete dato fuoco alle mie gambe
nel tentativo di riscaldare un cuore che non c'è.
Dimenticherò voi
alati
che invano mi avete spaccato la testa
per liberarmi del cervello.
Dimenticherò la poesia
perchè è solo il resoconto di quanto sono instabile
e non lo voglio essere. Più.

Io me ne vado. 




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