martedì 24 novembre 2015

Pigmalione & Fichte

Pigmalione & Fichte

Marci di tabacco
e una marea di donne ed uomini
nel corpo s’agita,
tutte queste domande
esistenziali e retoriche

E adesso sento d’aver quasi preso il volo
-durerà anni ed anni la conversione-
e mi meraviglierò d’aver creato
forme, anche se asimmetriche.
C’è una pergamena infinita
che si srotola come un’iguana lingua
so che parte da dentro in un imprecisato punto
tra lo stomaco e il petto
e finisce dalle braccia alle unghie
in una paradisiaca ala.

È un’avventura di momenti dopotutto
-troppo cerebrale-
che s’intersecano come in una storia,
epicizzando e romanzando il mondo
lo si vede piangere chiavi per moltissime porte

Scatarro assolo di chitarra
devasto e qualche breve contatto

In realtà vi detesto tutti
e mi chiudo dentro la conchiglia
delle corna,
statue, mitologia, tutte le religioni

Nessuno oltre le nuvole
di questo tutt’uno-con-me- d’universo
lo zodiaco si mischia
e le parole escono come
utterances mistiche
dove il paradiso è facile
la confusione è stella rossa

E comunque no saprò come rileggerlo
questo mio mandala di morti lupi
questo mondo vespa
di cose famose nei libri
sprecando l’estasi perdonando tutti
non accettando accettando tutti
questi ricchi che circondano il mio corpo povero

è una maniera per confermare
Pigmalione
per confermare Fichte
è una grandezza, un trofeo
tra i desiderii miei.
Desiderii, poi, in una terra
che è sacco nero chiuso
da laccetti bianchi
gettato nel famelico cassonetto ,
cosa farsene del giudizio universale
e del giudizio degli altri?
*
Comunichiamo, tranquillo che comunichiamo.
È che non lo percepiamo più.
Dal fuoco dalle pietre
dall’almanacco del druido
il vecchio dingo
siete suoni amici
perché nati come zampilli
dalla stessa fontana

Era solo il 2009
e giocavo a Prince of Persia
impossibile
credere
a statue con occhiaie di muschio,
è la post-moderna maledizione
della referenzialità,
è una dimostrazione seppur annoiata
dell’essere stati tutti una cosa sola,
a volte è solo bello scrivere
altre volte è vero come un terzo occhio

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