domenica 22 novembre 2015

La vacca

La vacca

Naturalmente siamo delle bestie
Uomini che vomitano arte
e pietà per i banchieri
e passionalità d’amore
tra muratori,
invecchieranno le star del cinema d’oggi
e noi le vedremo morire

Come?

Caro linguaggio
che sei una serpe tentatrice
per uscire da questi merdosi binari
dove vedove impazziscono
smartphones e demonio
ed è obbligata e vincolante
la scelta,
non stracciamo mai quella schifosa locandina

Mi basta pescare da un nulla
una vibrazione

Quant’è difficile abbandonare
una posizione…
è che sono anch’io
impastoiato nel casale come una vacca

Ed è Venere attorno
che sempre svolazzando sfiorandomi
-potrei anche non aver scritto-
un processo nel quale
le contorte figure
inconsciamente ammaestrate
non dormono
mentre io dormo

Una lieve disgrafia
e molecole che si disperdono
-potrebbe anche avere ragione
Sartre-
dunque ad una festa
d’una compagnia inglese
noi e Mike Campovecchio
come ipnosi e psiche
eros e antieros
o il passo tondo di Tasso
nel suo balconcino schizofrenico

Una chiave che hai al collo
e non vedi
e apre tutte le porte

Da dove provare
cosa- come?
Dove?

Una partita a scacchi.
Il Dogma è anche negli operai
talmente torto e scavato
e mentale.

Cosa c’era che non andava?

Insonnia, l’oscurità da sempre ammalia
torbide ali che non smettono di battere.
Le lettere come eroi
di cui sfilarmi  lentamente
il pesante giubbotto.
Nel frattempo qualcuno- qualcuno
di molto importante però-
decise che le persone
avrebbero dovuto essere scambiate
per tranci di schifoso tonno in lattina

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