domenica 25 ottobre 2015

Il Ritorno di Sir Fosforo

Il Ritorno di Sir Fosforo

E nella luna mi concentravo per urlare
Non vedi che siamo martirii noi stessi?
Da quando quel libro rosso fu aperto
tutto ha acquistato la capacità di diventare tutto.

Comunica da sé Lorenzo.

Si stappa da solo gli anni migliori
in un cervello che è uno strapiombo interminabile
in cui
quei vecchi cari sciacalli con troppe facce diverse
abbiano alla luna
e nella luna mi concentravo per urlare.

Dubito che le mie figlie vedranno il sole

Come il complesso di Edipo di Baudelaire
o i calzini blu nei quadri di Delacroix,
fin da adesso capisco il piacere
di conversare con gli zombie
che ne so, di un salottino un po’ neoclassico per dire
alle cui sedie imbottite
siedono
sicuramente Immanuel e Soren
per non parlare di Hume
che aggiunge qualche zolletta di troppo
al tè, seguiti naturalmente
dal movimento Imagista e Vorticista,
da Guido Gozzano,
e da quella gocciolina
d’acqua e granelli di sabbia
che è stato Gauguin

E se a commuoverci non fossimo noi
ma il fuoco fatuo
che continuamente
muore e rinasce
all’interno di noi?
Se ne vedrebbe la luce, in effetti.
E lascio un po’ di dubbio agl’avvoltoi.

Il suono non è mai stato
il traguardo,
semmai il mezzo,
 il fonosimbolo tutt’al più

E non ci posso fare niente
se Gericault cadde dal cavallo
e trovò poi la morte.

È un infinito corridoio
di porte con numeri
disposti in un ordine misterioso
che potrebbe apparire casuale,
e Nick e quel povero caucasico monociglio
è una vita che ci camminano,
trovando nell’inconscio
le mitologie degli altri
e degli infiniti altri
contenuti all’interno di questi.

Sembra Recanati
invece è solo Aci catena
con i suoi bulgari,
ma la luna è molto di più
della sua mera fenomenologia,
un simbolo pertanto un portale
verso una stroboscopia di domande mai poste
versi mai scritti
mostri mentali mai affrontati,
Sir. Fosforo ha adesso due corna sull’elmo.

Il catarro più dolce che mai,
i segni zodiacali in fondo
ridondanze genetiche
e paradossi ad archetipo
e a volta stellata

Nemmeno il più saggio dei saggi
conosce affondo
tutte le stradine
del villaggio del tempo,
nemmeno Proust.


Nessun commento:

Posta un commento