venerdì 30 ottobre 2015

E camminarono fuori da Tarderia

E camminarono fuori da Tarderia

Cadaveri

Caro Sanesi vecchio capricorno
ebbro d’imago,

è oltre
la suora che spergiura
dietro ai cartoni di pizza
su per il camino di Tarderia

Dee si amalgamano
in coro
i wanna write the self out of me
e intanto
le stelle combaciano
e non combaciano .
Non c’è una vera e propria teoria
la maggior parte delle volte,
ci si scervella
io solo
col camino
e anche le mattonelle
si dissolvono
in un soporifero ricordo
di cui non ho memoria

è stato troppo tempestivo il ventre.
Quando sia Beckett che Joyce
mi parlano all’orecchio
e tutto assume la sua lunghezza smisurata,
si srotolano sul legno bianco
queste pialle nere

D’altronde, io specchio
e letteratura
una parola così molle

Sto ricominciando a vestire un saio
le cui dimensioni
non so immaginare,
tutto è lontano
all’imbrunire del cervello.
Come un fulmine vennero
l’autocritica letteraria
l’intuizione
e la creazione
tutte in un’unica chimera a tre teste

Cosa dirà Martina

E come se svuotando
l’orto
dai pomodori migliori
il pilastro fosse crollato

Il segno della realtà
significante non ha
spalleggiato da guerrieri
d’impulsi e sensazioni
che come saette
trapassano quello che è il velo della coscienza,
e mi sorridono da una collina immaginaria
Teocrito, Mosco e Bione
vecchi arcadici cantori
di vello ovino
e di rugiada tersa

“Il suono, il suono”

Huysman povero anziano negromante

Come sorridevamo
poveri e cornuti,
travolti dalla pestilenza
abbracciati a cento braccia
amiche,
il mio mondo perde.

Alieni

Dingo.
Dingo.
Dingo.

Che semplificazione rettilea
il linguaggio
è tutto quel che abbiamo

E i feudatari continuarono,
dunque,
ad ammanettare
una per una le dita
che come cani randagi
tentavano la fuga,
tutto sta succedendo troppo
in fretta.
Passo da sirena a tesa corda di violino
a passo veloce di cervo
come se tra un secondo e l’altro
uno spaventapasseri terrificante
avesse posto un veto

Troppo influenzabile, deboluccio
e rabdomante
quest’autore qui
con la sua moleskine rossa
di carne di donna
che ama declamare
rapsodie pre-omeriche
e stazionare nei momenti d’ombra
di rimembranze interdette
alla schiuma bianca
di tutte le spiagge interne
di tutte le piccole insenature.

Come in un forno
speravamo in uno sconosciuto
volto di dio
credendo di ingannare
le iene del tempo
ed effettivamente
le tenevamo impegnate
con rose adamantine
e onde mitigate lucide
come mele

2.

Ancora la tua tendenza  
d’essere veggente
opposto a Rimbaud

Dentro la casa
il lupo perde il vizio
non perde il pelo,
a che serve

e poi mi ritrovo
soffocato
come paralisi nel sonno
cerco una via d’uscita
da queste parole
una porta,
perché la fontana zampilla
ancora?
Pensavo che i mafiosi immediatamente post-borbonici
ne detenessero tutta l’acqua…

Il labirinto comincia dal piacere
il labirinto comincia
nella pancia
della sensualità polimorfa

3.

Bisogno
Bute Park
e cielo sferografico,
le velari sonore
saranno indistinguibili
dalle aspirate labiodentali sorde

Come nel cammino verso il cielo

Non sono pienamente convinto
dell’esistenza di alcune cose

4.

Adesso la notte
maiala dagli occhi dolci,
che nuda visione….

Di certo si svolge il filo
s’arrotola alle pareti,
introdurrò il simbolo?
Ed era di vetro, il tutto,
tutto, la psiche.
Benedetta dalle visioni
anche lei.

Cosa prenderà forma
alla prossima vibrazione
di ciglia?
Non lo sapeva Hume
né tanto meno io.

Le chitarre e i pianoforti
arrostivano lo spirito
di una calda elettrica pelle d’oca

e cercare di redimere
la testa del cervo
che si spacca
contro le conifere siberiane
nei periodi più gelidi

Guardando la vita
come una zanzara
guarderebbe l’epidermide
come uomini-poltrona
che guardano il camino
attraverso un para-schizzi

5. O breve bestiario per Apollinaire

Preferisco un uomo
psichico
e le discussioni
con la cacciatrice di gufi
non so cosa ne sarà di noi
e del nostro Mosè
non di marmo di Carrara
ma di vetro

****

Adesso, adesso che tutti
stanno andando a letto
e Tarderia
è vuota di voci
ma ricolma d’anima,
adesso che l’orizzonte
dei pescatori
risuona
come la melodia
dell’amore mio
non posso esimermi
dal trasudare

****
In fondo, Apollinaire
e la sua dolcezza
mi sono veramente chiari

****
Gli eroi sono vaghe falci
trasportate
da languide morti,
la testa gira

****
Tutto si dissolse nell’attimo della fuga
tra l’ubriachezza e il coma,
questi sono i veri eroi,
questi accendini spenti
che implorano
divinità decise da un lancio di dadi,
lo zodiaco,
il mosaico apotropaico
which is meant to protect us.

Ed intanto I poeti gallesi
si fondono con i colli gallesi
a Cardiff, proprio dietro
al portone di Talybont Gates
potevi scorgere
quell’immenso luna-park di Tesco,
“Aragor” dicevano.
I “The Drums” nel frattempo
si chiedevano
se fossero effettivamente loro
a sederti accanto
o se fosse solamente
un motivo di luna

Quant’è difficile il congiuntivo….

E dire che lei ebbe il sospetto
che non mi sarei fatto travolgere
da questa piccola belva rossa e gelosa
che abbraccia un corpo
mezzo rettile mezzo elefante,
di questa ruota che gira
i critici un giorno sottolineeranno
i piccoli bambini
idioti e vodoo
nati dopo il 1998,
strariperanno menzogne
e ci si unirà al metallo  
per evitare la stroboscopica luce meditativa
sommersa come un vascello

U-bah-kin,
Cosa pensare del servizio del Megabus,
di quel leone coraggioso, buono
ed egotista di mio padre,
della sessualità di stampo epicureo
di tutto questo sale
nelle vene del dingo

****
La sua voce è un cigno che muore,
ho  dimenticato completamente
Apollinaire e la sua componente surrealista.

Verba volant.

Scripta…

****
Migliore amico di chi?

Infondo, sopravvivere
alla memoria
di iene e social network
è praticamente impossibile,
la testa gira,
la testa gira,
il corpo perde
il suo favoloso equilibrio,
siamo fatti di icone di parole
pressoché  inutili.

****
Ed in fondo a queste statue
brilla
quel dio che non pregate mai
e che nessuna bestemmia ferisce

La ricerca comincia da qui
ma è cominciata
per intuizione
veramente tanto tempo fa

Sono davvero posseduto,
sono davvero posseduto
da Eleonora Duse
e a quella principessa di bellezza
non avrei mai potuto dedicare
che l’ultima posizione
in una linea

Queste cose importavano in fondo
anche a Mario Rapisardi
anche a Wallace Stevens

Quel grosso alterego nero che eri
è ancora vivo
nel suo sforzo egotistico
di trasudare la morte
in vita

Tutte queste parole…

Ho paura, una paura tremenda
che non riuscirò
a diventare
magico,
scritto nei vecchi
almanacchi
di stregoneria

Provate a pensare alle azioni
nella loro versione di eros
e quindi positiva
quando desiderate che una metafora
s’avveri

****
Tramite l’iper-attività di tutti i sensi” disse Arthur.

Una voce migliore negli anni ’30
pose un dubbio attraverso un “Maybe
rimandando dunque a tempo indeterminato
l’invito sorridente
del suo ex-amante


Coda:

E continuai
a narrare versi
rossi
come il fuoco
da cui proveniamo,
diamanti brillano incandescenti
rossi anch’essi
devi evitare di guardare ciò che scrivi
mentre lo scrivi
se vuoi veramente che il segno
sia distaccato finalmente dal significato,
con le dita non le riconosciamo le parole,
nessun suono,

nessuna luce che illumina i colori

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