mercoledì 14 ottobre 2015

Il cipiglio di Zell

Il cipiglio di Zell

Un giorno?
Era un giorno,
fu un giorno.
Caddi e vidi me stesso da vecchio.
Non pensare ai titani rinchiusi nel tartaro
o alla storia d’amore
tra Squall e Rinoa.

--È democrazia, dunque?
Quest’alito freddo
che sgretola
i picchi più alti
e distribuisce
più o meno a tutti
tante o poche briciole
di terra ormai macchina
ben oleata
che lacrima
noia e rancore.

--Il triste cantico
dei socratici e presocratici
“L’essere” è un interrogativo
Come magma incandescente
mille sorrisetti
esausti ma soddisfatti
pur non essendo riusciti
ad ottenere una risposta

**********
Il sistema è questa rete
firmata, autografata,
avvolge i cuori e li trascina
con sé
nell’alveare della produttività
volenti o nolenti
bisogna tutti
lavorare e spendere
spendere e lavorare

ed è pace questa

Voler ricordare i sacrifici
d’una mente terribile
che s’è persa
nell’infinita armonia del caos primordiale,
i sogni,
sono codesti i sogni

Venerare dunque
che cosa,
a partire da me stesso
non è forse una radura
e fallout nucleari?

Tito Livio

Andrè Chenier
condannato a mote

Rettili, Thundaga, ancora rettili
e il cipiglio di Zell

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