domenica 5 aprile 2015

Lo squartamento del topo

Lo squartamento del topo
(o Madonna)

Come una Madonna d'unzione sporca
mai giunta a termine la sua illusoria verginità
con le dita intrecciate nella vulva
giura e spergiura
fantoccio
inventato chissà quando
dall'astro morente nel cranio,
all'orizzonte il veleno
all'orizzonte il veleno

Tunica sembra diamante
potrebbe essere diamante,
a lungo mi guardo
indossandola solennemente.
Scoprirò machiavellici traumi
che sanno di lime su ferite
in un girotondo forzato.

離れて、離れて、
逃げて。

Rovi sorridono dicono menzogne vere,
in seppia in inchiostro
il sangue valanga
強く 成る かもしれない
e poi il verme che dalla testa scende
e alla testa ritorna,
un orgasmo tentacolare,
il crocevia,
noi siamo i nostri stessi
passamontagna
piegati dallo sforzo di non ridere
nebbia cristallina
che non sa come diradarsi.

Oppure è il cerchio
che si stringe
non l’entità dell’essenza
che slancia in un frustrato tentativo rotto
i propri flagelli
miracolosi

Per ricordarsi anche noi
di essere stati ferro,
battuto
su un incudine
da mani forti e meravigliose,
diventammo prima lame e poi spade.

Con unghia che da nevrosi abbruttite
non escono più
da quelle merde di polpastrelli,
pantegana che si struscia
l’invidia
l’alito che sguinzaglia
una frenetica bestia per gli occhi
il naso spezzato
la bocca un capofitto di demoni
e urla e urla rossicce,
dove il piombo fonde
dove la pietra fonde
la pelle ristagna nel vizio
al culmine della malattia
più di una rivelazione di luce
giunge
inusitata
schiva
volando da ventre a ventre
produce uno scampanellio
curioso ma sicuramente
ingannevole e
nessuno saprà più badare a se stesso.

Avrei anche potuto immaginare
quello spazio bianco indefinito
dove riuscivo a navigare
nel duemilasei

Un lungo dialogo con
17 me tutti vestiti diversi,
la scimmia è stata interiorizzata
e sperimentalmente
innestata
in me ma anche in voi,
accettarla è causa e conseguenza in un tempo.

È sempre alle tre meno 10
battono i tamburi dell’orgia,
si scatenano frenesie di becchi,
uccelli che sgomitano per guaire,
un mantra
apparente eterno
di musica come diavoli spezzati eroi
ma pur sempre
emblema di scrigni
più ultimi più inesperiti.
Ed è un coro
di denti su denti
strilli indecorosi
e stringhe di bava
che sembrano corde per un inferno in su,
lo squartamento del topo,
i tantrici richiami dal bianco piumaggio,
ancora un significato nascosto
ma se ne vede la coda.


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