giovedì 4 dicembre 2014

Nella tua bocca

Nella tua bocca

Ecco, arrivammo al dunque.
Al non saper condividere più niente
con una donna
se non labbra
e cuori,
e camice verdi a quadri
con le maniche arrotolate.

Ma anche tu
per quanto
troppo facilmente
idea
diventi e puoi diventare
schifo
o sorrisi.
Anche tu
per quanto sia semplice
trasformarti
in pensiero
puoi soffrire
e non avere la meglio
sull’infezione,
anche tu puoi dire “io mi sono drogata”

Non avrai mai il coraggio, però,  
di dimenticarti
un’Haiti che non hai mai visto
o l’abbraccio dell’artista
che hai immaginato e inventato

È colpa è tutta colpa
del 2014
se ci trasciniamo in questa fogna
e con lei andiamo a male.

Certo, con una mano
dentro di te bionda
e destino
anche il drago bianco
rifiuterebbe di ammettere
il massacro della coscienza
e della lucidità,
l’ossatura impasticcata
che a mala pena non crolla.

Questa,
questa è la punizione per aver voluto.
Dimenticarsi della Grecia
e di quanto era verde e ocra,
dimenticarsi di te
idiota rossa
e vergogna

Ed è un po’ troppo pesante
amarsi in quel modo,
come teste d’aglio appese
alla trave di legno
del non avere il coraggio di guardare.

Ma se non guardi,
se non guardi
convinto che sia tutto te stesso a guardare,
se non guardi con le pupille dilatate
apertissime
apertissime
e con la paura che come un fauno demoniaco
gira e rigira intorno,
allora non stai veramente guardando.

È il nome terribile
che l’alba possiede.
È il nome terribile
della sottilissima striscia verde
evangelica
su un ridosso di monti inglesi
e laghi e fiumi e
porpora di sangui
e pestarsi a vicenda.

La tana è
l’estate
mentre seduti
in una poltrona rossa girevole enorme
si ammira l’avvenire paradisiaco
del clima dell’isola
e non si indossano
occhiali da sole.

Ecco, arriviamo al dunque.
Anche io
mi sono perso nelle curve di una pelle
quasi liquida
e nella saliva
di quell’assurdo contatto
tra i nostri due corpi,    
ma è diverso,
è perdersi
e guardare allo stesso momento
il proprio sé
perdersi.

La sifilide è una poetessa
il sole mai
nuvole e
tumori ad eserciti
e infettarsi

Al circo, colori predominanti
l’arancione e il giallo e il rosso,
uomini che sono diventati
i propri pettorali
rimangono intrappolati
in fiche

Il sangue indiano
probabilmente secco
ha un odore
gradevolissimo
di rugiada,
e ninfea,
e erba,
e passato.

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